Via d’Azeglio vs via Farini: quando l’abito fa il monaco

LE DIFFERENZE TRA LE AREE VECCHIE, NUOVE E NUOVISSIME DEL DIVERTIMENTO

metromappaParma, venerdì sera, ore 22. Squilla il telefono, arriva un messaggio, è la fatidica domanda di ogni week-end: “Serata via d’Azeglio o via Farini?” Ci risiamo. Solito dubbio, che causa meditazione per qualche minuto: e ora che mi metto? Prendo i jeans strappati e le Converse o quel vestito così carino che ho comprato la scorsa settimana? Un giro di chiamate, ma le risposte sono sempre uguali: “Facciamo via d’Azeglio? Ma no, cosa dici! Non ho voglia di passare la serata sotto i portici.” “Andiamo in via Farini, quindi vestito nuovo? No dai, io sarei più per una birra tranquilla sotto casa”. E ora?

via d'azeglioL’OLTRETORRENTE DEGLI STUDENTI – Sebbene per molti siano soltanto due delle vie dove trascorrere una serata della ‘movida’ parmigiana, in realtà ne sono i poli, con precise differente. No, non siamo di fronte a cortine di ferro eppure c’è chi preferisce schierarsi da una sola parte piuttosto che solo dall’altra. Secondo quali criteri?
In giro per via d’Azeglio, tra i tanti che vi bazzicano – comunque molti meno rispetto a prima dello stop all’alcol dopo le 23.00 – , notiamo un gruppo di ragazzi vestiti in un modo ben riconoscibile: indossano tutti, o quasi, una felpa e pantaloni comodi, uno stile che difficilmente si incontra dall’altra parte del torrente. Sono rilassati e siedono sul marciapiede con una birra tra le mani. Avvicinandoci, chiediamo se hanno da accendere e intratteniamo con loro una divertente conversazione. Classiche domande: di dove siete? Cosa fate? “Studenti fuori sede”, rispondono. Le chiacchiere si susseguono finché non proponiamo un giro in via Farini per vedere se la nostra ipotesi di trovarci di fronte a dei ‘d’azegliani’ duri e puri sia vera. Scambio di occhiate, “meglio di no, non siamo tipi ‘da via Farini’”, esclama uno di loro. Perché, com’è un tipo da via Farini? “Lo trovi tutto ‘in ghingheri’ nel suo pantalone nuovo e con la camicia un po’ sbottonata, con un bicchiere colorato tra le mani.” Eccolo, lo stereotipo. L’amico ci pensa un attimo in più, è tentato, ma dovrebbe cambiarsi. “Magari ci andiamo un’altra sera”. Forse è solo una questione d’abito, che però a quanto pare conta parecchio. Oppure economica:  “A me piace la situazione in via d’Azeglio – dice ad un certo punto Marco, approvando i prezzi esposti in un locale – perchè dopotutto sono uno studente fuori sede, non posso certo prendermi il lusso di spendere chissà quanto ogni sera. “Molti si dicono d’accordo, ma Ornella fa notare: “Se vado in via Farini non devo per forza consumare un calice di vino costoso, posso anche prendermi una birra e passeggiare. Nessuno mi obbliga a far un aperitivo o a ordinare dei cocktail”.

CAMBIO STRADA, CAMBIO LOOK – Sabato sera, destinazione diversa: aperitivo in via Farini con vestito nuovo. Ordiniamo uno spritz e ci guardiamo intorno. Non possiamo fare a meno di notare una coppia seduta a pochi tavolini da noi, dividono una bottiglia di vino e chiacchierano tenendosi per mano, elegantissimi. Alla cassa c’è da aspettare e quindi scambiamo qualche battuta con la barista: “Oltretorrente, ci ho lavorato per un po’ prima di venire qui – afferma -, la situazione è completamente diversa e abbiamo una clientela differente, più di prima scelta… insomma, una clientela ‘da via Farini’”. In che senso? “Tranquilli, rispettosi ed eleganti”.via farini
Ma la differenza, più che dal tipo di clientaela, è data anche dalla tipologia di locali, da elementi semplici ma che non sono dettagli: “Preferisco andare in centro perché mi piace sedermi nei tavolini a fare aperitivo con musica di sottofondo – è la testimonianza di Claudia, studentessa fuori sede -, in via d’Azeglio mi ha stancato vedere tutta quella gente seduta per terra, mi dà un senso di poco pulito.” Anche Giulia la pensa allo stesso modo e aggiunge: “Mi sento più a mio agio passeggiare per via Farini, soprattutto dopo l’ordinanza. Abitando in Oltretorrente devo camminare per tutta via d’Azeglio, e spesso quando sono sola non mi sento a mio agio”.

LA MOVIDA CHE AVANZA – Sì, l’ordinanza ha cambiato le cose: “Da quando è stata emanata – spiega Federico -, tantissimi ragazzi si sono spostati dall’Oltretorrente a Piazzale San Lorenzo. Qui ci sono enoteche, prendi qualcosa da bere e la consumi dentro o in piedi davanti al locale, chiacchierando con gli amici”. Ma perché la gente si sta spostando proprio qui? “Perché si trova dietro via Farini- spiega Alessandro – è facilmente raggiungibile ed offre una soluzione diversa:  via Farini e via d’Azeglio sono troppo dispersive, c’è gente, sì, ma è difficile interagire. Qui è più raccolto, tra un bicchiere e l’altro è facile conoscere nuove persone”.

Sebbene differenze e schieramenti esistano, Parma non è solo uno, due o tre poli sconnessi tra loro: ci sono tanti altri locali sparsi per la città e poi per la maggior parte di fuorisede e parmigiani la strategia non è la scelta ma lo spostamento: muoversi tra una strada e l’altra alternando gusti, mode, consumi.

di Ilenia Vannutelli e Ludovica Saracino

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