Il compito più difficile nella vita è quello di cambiare se stessi
IL CORAGGIO DI SAPER SCEGLIERE
Stavolta, la citazione l’ho rubata a Nelson Mandela. E non l’ho fatto a caso – anche perché, in genere, ho sempre una spiegazione per tutto – ma proprio perché più mi guardo attorno, e più mi rendo conto che la vita è dettata da questa grande spinta motrice: il cambiamento.
Durante gli ultimi due anni, sono stata io stessa protagonista di grandi cambiamenti: la laurea, la partenza per Parma, una nuova casa, nuove amicizie, una nuova vita. Quei ventitré anni trascorsi in Sicilia, a Catania, con la solita routine, sono stati sconvolti, rivoluzionati, ribaltati. Ho lasciato la famiglia, gli affetti, il mare, il calore della mia città ma, soprattutto, un luogo di protezione in cui – quasi – tutto era sicuramente più semplice.
Allo stesso tempo, però, ho inseguito il mio sogno e ho deciso di evadere da una realtà che, purtroppo e a quanto pare, cominciava a starmi fin troppo stretta. Dico sempre, a chi mi chiede, che io, in realtà, non sono ‘partita’; piuttosto sono ‘scappata’. Ho lasciato dietro di me tante di quelle cose negative che, elencarle, sarebbe impossibile. È vero, scappare non risolve il problema, nella maggior parte dei casi; ma guardare avanti, lasciare tutto, decidere di partire, di cambiare appunto, a volte risulta essere la scelta migliore.
Sorge spontaneo chiedersi, allora, se il cambiamento sia qualcosa di negativo o di positivo. Beh, sarò sincera – come sempre: a me i cambiamenti non piacciono. Forse perché sono pigra, o forse perché la mia vita è sempre stata molto abitudinaria o, ancora, perché forse il mio segno zodiacale è l’Ariete – maniaco del controllo, un po’ psicopatico – ma, a malincuore, ammetto di non essere in grado di reggere all’impatto col cambiamento. È come se stessi in spiaggia, a prendere tranquillamente il sole, ed un’onda anomala mi colpisca in pieno, trascinandomi alla deriva. In effetti, come metafora è un po’ drammatica, ma in fondo è così: non c’è mai stato cambiamento, nella mia vita, che non mi abbia portato scombussolamento e, a volte, profonda tristezza.
Ho pensato che il tutto sia dovuto alla conseguenza più inevitabile dovuta al cambiamento: la scelta. Se si decide di cambiare, è scontato e sottinteso che si debba anche compiere una scelta. Nel caso di una partenza, per esempio, si sceglie cosa lasciare e cosa portare con sé; si sceglie se restare caratterialmente uguali o modificare qualcosa, se troncare rapporti o provare a farli funzionare a distanza, se migliorarsi e aprirsi alle novità o rimanere ancorati a quello che è stato. E per farlo, ci vuole un altro elemento molto potente: il coraggio.
Vivere da sola mi ha fatto capire tante cose, ma se dovessi sceglierne una in particolare, non avrei molti dubbi su dove andare a parare. Se c’è una cosa che ho capito, che mi ha colpito e che non mi aspettavo, è che posso essere una persona molto forte. Sono rimasta sorpresa proprio a causa della mia, diciamo, ‘poca propensione’ al cambiamento. Pensavo di abbattermi, di non riuscire a reagire, di voler, ad un certo punto, mollare tutto e tornare in quel posto familiare, protetto, che mi ha sempre accolto nei momenti di smarrimento. Ma quel posto resta sempre lì, come sempre lì restano i genitori, e la famiglia, e gli amici, e i valori veri che nessuno può portarti via. Ci sarà sempre un posto per me, ogni qual volta avrò bisogno di tornare ma, arrivata a questo punto, il cambiamento è necessario. E sono forte, e lo posso fare, e ce la farò.
Ma c’è ancora un ultimo elemento che serve per attenuare lo smarrimento causato dal cambiamento, che comporta delle scelte, che implica quel coraggio che ti dimostra quanto puoi essere forte: il tempo. Non sempre è possibile ottenere tutto subito, e questo l’ho imparato quand’ero ancora bambina. C’è un tempo per tutto, soprattutto un tempo per i sacrifici e un tempo per i riconoscimenti e le soddisfazioni. E c’è quel tempo, poi, che serve a metabolizzare e a realizzare che niente – o non tutto – è come prima, che bisogna rimboccarsi le maniche e trovare nuove soluzioni a nuove sfide; ma, soprattutto, ognuno di noi deve prendersi il tempo necessario per capire cosa lo fa stare meglio, cosa lo rende felice, senza mettersi fretta. In fondo, non si dice che “il tempo cura tutte le ferite” ed è l’unico in grado di dare delle risposte?
Questo post non vuole essere, da parte mia, un semplice sfogo, anzi; vorrei tanto che fosse un esempio, un consiglio, per tutti coloro che hanno paura di buttarsi in qualcosa di nuovo, che non hanno il coraggio di compiere una scelta e di provare, almeno, a trovare qualcosa di meglio. Il cambiamento spaventa, ed è bene rifletterci sempre su prima di arrampicarsi e lanciarsi nel buio.
Ma se non si prova, se si rinuncia a prescindere, come si fa a sapere se, magari, una luce la si trova anche lì?
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