Se a non andare in classe sono i prof: ‘Buona scuola’ e cattedre scoperte

LEZIONI A SINGHIOZZO MA SITUAZIONE IN VIA DI REGOLARIZZAZIONE

liceo_romagnosiIn Emilia Romagna le lezioni sono cominciate circa un mese fa. O quasi. In alcune scuole di Parma e provincia alcuni insegnamenti sono scoperti, cattedre senza professori, dal sostegno per i disabili alle materie scientifiche. Lo scorso 8 settembre, in un’intervista pubblicata da Parma Repubblica, il provveditore agli studi Maurizio Bocedi si mostrava fiducioso, nonostante fosse necessaria una “corsa contro il tempo per completare le assegnazioni entro l’inizio dell’anno scolastico”, previsto per il 15 settembre. Ad oggi, la situazione sembra presentare ancora delle criticità.

CGIL E GILDA ‘BOCCIANO’ LA RIFORMA – Uno dei punti su cui verte l’intera questione è la legge 107/15, la cosiddetta ‘Buona Scuola’.  Secondo Stefano Saccani, segretario generale della Flc-Cgil di Parma “ci sono cattedre scoperte sulle materie scientifiche e sul sostegno, a causa del fatto che molti docenti, inizialmente impiegati nelle scuole del parmense, si sono trasferiti al Sud, lasciando numerosi posti vacanti. C’è stato un ritardo nelle nomine, le immissioni in ruolo sono andate avanti fino al 15 settembre”. Secondo Saccani, le motivazioni di questo ritardo sono principalmente dovute all’applicazione della nuova legge. In particolare il sindacalista si sofferma sull’algoritmo automatizzato che ha deciso le assegnazioni: “Questo sistema ha generato numerosi errori e ha dato vita a vertenze e tentativi di conciliazione. Il Miur, di fronte ad un problema di natura collettiva, ha però deciso di gestire ogni caso singolarmente“.
Il problema ha colpito particolarmente l’insegnamento di sostegno, stando a quello che afferma Saccani sono “molti i posti rimasti vacanti, e i vari istituti sono stati costretti a chiamare personale non abilitato per ricoprire quel ruolo.” E la situazione non è facilmente risolvibile, nemmeno con eventuali supplenze: “Tra l’altro i presidi stanno evitando di chiamare i supplenti per non creare situazioni di disagio agli studenti che più hanno necessità di attenzioni: immaginate uno studente che inizia il suo percorso con un professore, e questo dopo tre giorni viene mandato via, perché chi aveva effettivamente diritto ha accettato l’immissione in ruolo”.  Per il segretario, questa riforma “è da bocciare“.

Salvatore Pizzo, coordinatore della Gilda degli insegnanti di Parma e Piacenza, fa il punto della situazione: “In ogni salvatore_pizzo_2provincia, le assegnazioni provvisorie avvengono in maniera discontinua e imprevedibile; si verificano trasferimenti ogni giorno, non siamo nemmeno in grado di estrapolare dei dati numerici esatti perché cambiano in continuazione”. Anche secondo Pizzo la responsabilità del ‘disallineamento’ tra necessità degli istituti ed assegnazioni effettuate è da attribuirsi al Ministero della Pubblica Istruzione, che con la legge sulla ‘Buona Scuola’,  e in particolar modo con il famoso algoritmo, ha complicato le cose: “Commette errori, crea situazioni paradossali e causa ritardi”. Un caso curioso è quello che ha visto un docente di musica essere assegnato ad istituti tecnici e professionali: nello specifico all’Itis ‘Galileo Galilei’ di San Secondo e all’Ipsia ‘Primo Levi’ nonostante, nel piano di offerta formativa dell’istituto non vi sia traccia di materie musicali. Interpellato sulla questione, Giorgio Piva, preside dell’Ipsia, minimizza e si limita a dire che il docente è stato integrato nell’organico.
Per un docente di musica in più, ce n’è un altro che manca. L’istituto comprensivo di Langhirano, già da anni accreditato dalla Regione per l’indirizzo musicale, si è ritrovato impossibilitato nel portare avanti il proprio progetto. “I dirigenti scolastici non sono nella condizione di poter fare qualcosa – ammette Pizzo – ma le loro associazioni sono state sostenitrici di questa legge. A noi non rimane che l’amara consolazione di dire che li avevamo avvertiti”. L’anomalia, secondo il coordinatore della Gilda, è che “mentre alcune scuole non sono in grado di garantire il regolare svolgimento delle lezioni, a causa della carenza di personale, la Regione ha segnalato la presenza di ben 17 insegnanti in esubero“. Per questi motivi, la Gilda di Parma e Piacenza, si è opposta alla legge 107/15: “Abbiamo richiesto l’accesso agli atti per poter analizzare il testo della legge. L’unica cosa che non ci è stata fornita è il codice sorgente dell’algoritmo. Viene quasi da dubitare sull’esistenza di quest’ultimo”.

RIFORMA? NO, COLPA DELL’ASSEGNAZIONE PROVVISORIA –  Di diverso avviso è il dirigente dell’Istituto Classico ‘Gian Domenico Romagnosi’, Guido Campanini, sostenitore della legge ‘Buona Scuola’ che “nasce con l’obiettivo di dare stabilità al corpo docente per almeno 3 anni, garantendo così continuità nell’insegnamento ai docenti e agli alunni”.
Secondo il dirigente, fra le cause principali del caos venutosi a creare rientra la norma contrattuale delle assegnazioni provvisorie, norma che definisce ‘obsoleta’  e ‘contraddittoria’. Questo meccanismo, combinato con l’aumento dei posti nelle scuole del Centro-Sud Italia, ha portato molti docenti a trasferirsi in altri istituti, lasciando cattedre scoperte: “I trasferimenti e le assegnazioni provvisorie per l’anno scolastico in corso – spiega Campanini – sono terminati più tardi rispetto agli anni precedenti, a settembre anziché ad agosto, generando quindi una situazione caotica dove molte cattedre sono rimaste scoperte in attesa di essere assegnate ad altri docenti”. Gli istituti che hanno avuto le criticità maggiori sono quelli del primo ciclo (elementari e medie) nei comuni limitrofi o appena fuori Parma, anche se, secondo Campanini, “a partire dal 5-6 ottobre le scuole stanno funzionando bene e la carenza di docenti si sta via via ridimensionando“. Anche  Campanini riconosce però criticità come la carenza di insegnanti di sostegno, la mancanza di docenti in alcune discipline, come ad esempio matematica, e l’abbondanza di insegnanti per altre materie, ad esempio musica. Nota critica anche nei confronti dei corsi di formazione e di specializzazione per gli insegnanti di sostegno, che, a giudizio del dirigente del Romagnosi, “a poco servono se dopo aver formato docenti specializzati nel sostegno ai bambini disabili, vengono assegnati ad altre materie per cui non sono stati formati”. 

VERSO UNA SOLUZIONE –  “Adesso la situazione è nella norma”. A sostenerlo è la dottoressa Rossana Mordacci, provveditore vicario dell’Ufficio Scolastico Regionale. La carenza di personale docente, dichiara, “è una situazione che si è venuta a creare nei primissimi giorni di scuola e subito sono stati presi dei provvedimenti: abbiamo convocato una conferenza di servizio con tutti i dirigenti per fare il punto della situazione, a seguito della quale è emerso che le immissioni in ruolo sono state completate nell’arco della prima settimana“. Anche la Mordacci riconosce che si sono verificate delle criticità a causa del fatto che molti docenti hanno ottenuto l’assegnazione provvisoria in altre sedi e in altre province. “Le uniche nomine da fare sono quelle riguardanti i docenti in malattia e gli insegnanti di sostegno, riguardo ai quali l’Ufficio Scolastico Regionale ha ottenuto 88 posti aggiuntivi in deroga per coprire l’assistenza agli alunni disabili, in particolare per i casi più gravi”.

VOCI TRA I BANCHI – A confermare criticità prima e regolarizzazione poi, sono gli stessi studenti. M. quindicenne iscritto all‘Itis ‘Leonardo Da Vinci’ spiega che “per tutta la settimana successiva all’inizio delle lezioni sono mancati 3 docenti. E’ capitato spesso che entrassimo o uscissimo con un’ora di ritardo o di anticipo. In quei giorni, alcuni miei compagni del primo anno sono rimasti senza i professori di matematica e inglese“.ITGS Rondani Gli studenti di viale Maria Luigia sembrano confermare il ritorno alla normalità: “A parte il prof. di matematica, che è arrivato una settimana fa – spiega L. studente al primo anno del Romagnosi – e la prof. di italiano è cambiata la prima settimana, poi è stato tutto normale”. Fisica e inglese le materie scoperte per le prime classi dell’Ulivi, invece, dove in ogni caso tutto è già rientrato nella norma. Qualche anomalia in più per le quinte del Marconi: “Siamo usciti alle 12:00 per due settimane – racconta S., 17 anni – vedevamo sempre i soliti 4 professori e non facevamo mai ginnastica”. Al Rondani problemi con italiano e disegno tecnico nelle prime settimane: “Abbiamo saltato per un po’ quelle materie, venivano altri prof. e facevamo altro, ma è stato subito risolto”, rassicurano due studentesse di seconda. Sembra insomma che le vere vittime della situazione l’abbiano affrontata con filosofia e tranquillità, più di tutti gli altri.

 

di Luca Mautone, Marco Pisano, Ludovica Salvatori

 

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