Il couch surfing per viaggiare surfando sui divani del mondo

ANCHE A PARMA OSPITALITA' A COSTO 0, PER "CONOSCERE CULTURE" E "RITROVARE FIDUCIA NEGLI ALTRI"

Couch surfingNell’antica Grecia, culla della civiltà occidentale, era convinzione che chi chiedeva ospitalità in terra straniera fosse mandato da Zeus e quindi da lui protetto.
Senza scomodare divinità classiche, ai giorni nostri esiste una piattaforma online che dell’ospitalità tra persone di paesi diversi ha fatto il suo tratto distintivo.

I “SURFISTI DEL DIVANO” – Couch surfing letteralmente vuol dire ‘surfare sul divano’. Questo fenomeno nasce nei primi anni 2000, in America, come servizio di rete sociale e scambio di ospitalità no profit attraverso una piattaforma online. Fino al 2004 i membri erano solo 6.000, nel 2005 la diffusione si è allargata portando gli iscritti a 45.000, fino ad arrivare al 2013 a 5,5 milioni di utenti. Ognuno di loro, registrato sulla piattaforma, riceve un proprio feedback lasciato da chi viene ospitato e da chi ospita, cosicché risulti più facile la selezione da parte di altri utenti: più feedback positivi hai più sei cercato. Ed è proprio la ricerca di quell’esperienza che accompagna il viaggio il motore che tiene in piedi la comunità che ruota intorno alla piattaforma.

COME FUNZIONA? – Com’è vivere cinque giorni con uno sconosciuto? “Diventa il tuo migliore amico!” Bianca, venticinque anni, studentessa di Giurisprudenza di Parma non ha dubbi: “Perché in quel momento non ha altri che te, e tu non hai altro che lui”. Dopo aver scoperto il couch surfing durante un’esperienza di studio all’estero, Bianca sta sperimentando le varie opportunità che offre la piattaforma. Quando si effettua l’iscrizione al sito, infatti, è possibile scegliere il proprio status tra viaggiare, ospitare o anche semplicemente prendere un caffè. “Io per ora non posso ospitare perché vivo ancora coi miei – spiega Bianca -. Ho messo in stand by i viaggi a causa degli esami, così il mio stato attuale è prendere il caffè: se un turista si trova a Parma, può contattarmi tramite un messaggio per andare insieme nel mio bar preferito a fare due chiacchiere.”
Sulla piattaforma l’età media degli iscritti è di 25/35 anni, di cui tantissimi studenti o single che, avendo a disposizione un po’ di tempo tra gli impegni, decidono di dedicare parte delle proprie giornate all’ospitalità.
“Ho conosciuto questa nuova possibilità di viaggio durante il mio Erasmus ad Amsterdam – racconta Bianca -. Insieme ad un’amica siamo state a Londra, Gent, Anversa e Bruxelles. Dei 200 euro di budget, non ho speso neanche un centesimo per il pernottamento, veicolandoli così tutti al divertimento!” A Londra le ragazze sono state ospitate per cinque giorni da un ingegnere informatico della Repubblica Ceca, viaggiatore a sua volta e lì per lavoro. “Ci ha messo a disposizione l’appartamento fornitogli dalla banca per cui era impiegato. Sono stati momenti molto belli, spensierati e liberi e il primo giorno ci ha fatto perfino trovare tutto pronto per la colazione. A Gent, invece, siamo state ospiti di una ragazza nella sua stanza nel dormitorio (cosa per lei illegalissima) e, seppur non sarebbe stata pagata, ha insistito affinché noi andassimo. Tutto lo studentato ci aspettava e appena arrivate abbiamo fatto spesa e preparato un barbecue con tutti. Grazie a lei, campionessa nazionale di kayak, abbiamo girato tutta Gent per i canali caratteristici. Per un’esperienza così particolare – commenta Bianca – avrei dovuto pagare un occhio dalla testa e rincorrere i tantissimi tour operator che si fanno concorrenza col prezzo più vantaggioso in cambio di un servizio scadente”.

29469539_l_6467a6345fab136b0cc89cd9ea795083NON SOLO VIAGGI PER SINGLE – Alessandro e Martina invece, entrambi ventisettenni parmigiani, la prima esperienza di couch surfing l’hanno avuta nel 2014. “Tutto è partito per caso durante un viaggio in autostrada – spiega Alessandro -. Io, che di solito sono un tipo molto restio e diffidente, quel giorno mi fermai per dare un passaggio a due autostoppisti della Repubblica Ceca. Li accompagnammo a Venezia e dopo un mesetto uno di loro due, tornato in Italia, venne a trovarci con un’amica e lo ospitammo. Paradossalmente era una sorta di couch surfing senza ancora aderire alla piattaforma online. Da quel momento in poi nell’arco di un anno abbiamo ospitato sette surfers“.  I criteri con cui si sceglie chi ospitare sono soggettivi, per Martina ed Alessandro sono stati legati alla nazionalità: “Abbiamo optato per persone straniere in modo da imparare e rafforzare l’inglese e poi per conoscere altre culture“.
Poi il viaggio a Parigi. Martina, ricorda ancora la fatica per chiedere ospitalità: “Parigi è la meta più richiesta; abbiamo prenotato poco prima di partire rivolgendoci, per la prima sera, al gruppo Sos del sito di couch surfing, l’ultima carta che potevamo giocarci. La persona che ci ha ospitato quella notte ci aveva preparato il letto e poi l’abbiamo visto dieci minuti la mattina a colazione. Nei giorni successivi siamo stati ospitati da Olivier, ragazzo fenomenale, pieno di feedback positivi.

imageSERENATE CASALINGHE , SURFERS PER AMORE E SALE CONTRO LE PULCI-  La moneta corrente del couch surfing è condividere le proprie esperienze di vita e accorgersi di come anche le persone apparentemente più lontane da noi, in realtà ci somiglino. Per Martina era il “il ragazzo spagnolo che viaggia in Europa per re-incontrare una ragazza di cui si era innamorato sul treno e che per ringraziarci ci ha cucinato una paella buonissima o il ragazzo portoghese che per tre ore ci ha parlato della condizione politica nel suo paese”. Per Alessandro invece “una coppia italo-spagnola che veniva da un villaggio rurale toscano in cui si vive senza tecnologia, dove vige il baratto e l’autosostentamento dall’agricoltura”. “Li – continua a raccontare – loro avevano imparato a lavorare le pelli e il cuoio con cui creavano accessori o portafogli. Così diversi da me ma con lo stesso sogno in comune di crearsi una casa, una famiglia e un lavoro stabile. Loro ci hanno dedicato una serenata da pelle d’oca nel nostro salotto“. Ma talvolta s’incorre anche in situazioni strane. Martina, ancora basita, ricorda di quando “Arthur, un ragazzo in Erasmus che, per combattere le pulci di un nostro gatto, per due settimane ha riempito il parquet di sale grosso…così diceva internet!”

imageRISCOPRIRE LA PROPRIA CITTA’ E RITROVARE FIDUCIA – Il couch surfing sta cambiando la prospettiva del turista classico e del viaggio in senso lato, poichè chi ospita diventa una guida turistica sui generis e chi viene ospitato si ritrova a scoprire una città diversa da quella che potrebbe conoscere affidandosi solo a guide turistiche convenzionali. Alessandro e Martina hanno visitato due Parigi: la prima volta come tutti i turistici, recandosi nelle mete dove accorre mezzo mondo per poter dire di esserci stato; la seconda volta invece, attraverso la Parigi di Olivier. “Ci ha portato in posti che hanno segnato la sua vita, come la panchina sul ponte di fronte a Notre Dame dove si ritrova coi suoi amici o – continua Martina- in un parco in cui nessun turista si reca e che noi invece abbiamo scoperto grazie alla sua segnalazione. Lì abbiamo potuto fare un giro su una barca a remi nel laghetto, proprio come ai tempi della Belle Époque.”
Alessandro, poi, aggiunge un altro ingrediente raccontando dell’ospitalità che offrono ai viaggiatori: “Quando arrivano persone di altri Paesi non vedo l’ora di fargli assaggiare i prodotti della cucina tipici di Parma che mi rendono fiero della città in cui vivo, mentre Martina si occupa del circuito turistico monumentale, ma sempre filtrato attraverso la sua esperienza” Ad esempio? “Ad esempio – continua – ha portato Javier, un ragazzo colombiano, al Castello di Torrechiara; Torrechiara perchè è qui che lei ha vissuto la propria infanzia coi suoi nonni, condividendo così un suo luogo con una persona venuta dall’altra parte del mondo“.
Un’esperienza a tutto tondo, insomma, in cui non si apre solo la propria casa, ma si condividono pezzi della propria vita e che può aprire la mente. Lo confermano anche le parole di Bianca, secondo cui il couch surfing è “l’ultimo baluardo affinché possiamo continuare a fidarci dell’altro diverso da noi, un’arma per arginare le brutture di questo mondo di cui sentiamo parlare ogni giorno”. “In questo genere di esperienza non resta che la fiducia: ti lascio i miei averi in casa tua con la consapevolezza che non possa succedere nulla.

 

di Stefano Frungillo

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