No al matrimonio riparatore e alla violenza sulle donne, sì alla libertà

LETTERA ALLE DONNE E AGLI UOMINI, CONTRO L'ODIO E LA PAURA

Franca Viola

di Rocco Lapenta |

Il 26 dicembre 1965, all’età di 17 anni, Franca Viola fu rapita, violentata e segregata per otto giorni. In Italia erano ancora i tempi del cosiddetto ‘matrimonio riparatore’ che, secondo l’articolo 544 del codice penale, prevedeva la possibilità di estinguere il reato di violenza carnale, anche ai danni di minorenne, tramite l’unione matrimoniale tra l’accusato e la persona offesa. Ma lei fu la prima a dire no. Un avvenimento che mobilitò l’opinione pubblica creando un forte e travagliato dibattito. L’articolo 544 verrà abrogato solo nel 1981 e lo stupro verrà considerato reato contro la persona, e non più contro la morale, solo nel 1996. Cose che oggi ci sembrano ovvie, in realtà sono conquiste di appena pochi decenni fa. E, spostando lo sguardo dall’Italia, non è detto che non si possa tornare indietro. In questi giorni in Turchia il partito del presidente Erdogan ha presentato la proposta di legge sul matrimonio riparatore in caso di stupro su minori che condona il reato se la vittima è consenziente e l’autore accetta di sposarla. Contro la legge, temporaneamente ritirata ma che l’esecutivo intende portare avanti, si è levata la protesta di migliaia di donne e non solo, scese in piazza e mobilitate sul web contro una barbarie assurda che obbligherebbe la vittima a vivere con il suo carnefice in un rapporto nato dal male.

Tutto ciò accade negli stessi giorni in cui in Italia ricorre la Giornata nazionale contro la violenza sulle donne. Un momento per ricordare a tutti l’importanza di battaglie di un passato che non è poi così lontano, affinchè non vengano dimenticate e affinchè tali violenze non accadano più. In questo un ruolo importante lo riveste l’educazione. Non si è mai troppo giovani per capire che la violenza non è la soluzione di nulla, semmai la causa di tutto. Le donne vanno amate, tutelate, protette. Non per il loro genere ma come persone. Aggredire una donna, facendo leva sulla forza, che sia fisica o meno, significa abusarne nella maniera più meschina. In un mondo in cui la violenza ormai ci circonda, dove troppo spesso si sente di donne picchiate, di bambini vittime di bulli o di anziani seviziati, questa giornata deve ribadire a voce alta che la violenza è il male.

Da una parte molto è stato fatto negli anni, quel muro di omertà che avvolgeva le violenze tra le mura domestiche sta lasciando pian piano il posto alla consapevolezza che le percosse non sono segno d’amore e che la casa non può e non deve essere una prigione. Dall’altra parte, in una società ormai sempre più liquida, stanno svanendo quei valori fondamentali che dovrebbero essere alla base delle relazioni: fratellanza ed amore. Un marito, un fidanzato, un amico che si vede lasciato molto spesso è pervaso da una rabbia cieca, una rabbia inutile. E’ per questo che serve ribadire che nessuna violenza può far rinascere l’amore o l’amicizia, come nessuna violenza può cambiare il presente se non distruggendolo.
Da uomo mi vergogno ogni volta che sento di violenze consumate tra le mura di casa perché penso a mia madre, a mia sorella, alle mie amiche, a tutte quelle persone a me care che si sarebbero potute trovare al loro posto. Sapere di giovani, così come di uomini adulti o anziani che attuano violenza su una donna, soprattutto quando dicevano di amarla, è impensabile. Chi ama non fa del male, chi ama si farebbe in quattro, in mille, pur di non far soffrire chi ama. La violenza non è amore, la violenza è odio. Una forma bassa di odio perché camuffata sotto mentite spoglie. Troppo spesso è la sicurezza di non essere denunciati che fa degenerare le situazioni, perché l’amore rende ciechi. Ma occorre denunciare, sempre e comunque. Chi picchia una volta e viene perdonato lo farà ancora perché fondamentalmente non si è reso conto della gravità di ciò che ha fatto. Usare la forza è sbagliato, ma usarla verso le persone amate lo è ancora di più. Ripeterlo non sarà mai abbastanza perché anche in questo momento, mentre tu stai leggendo, in Italia delle donne stanno subendo violenza. Violenza fisica, violenza psicologica, ogni tipo di violenza tesa a creare dolore, sofferenza.

no violenza su donneQueste parole sono rivolte alle donne, che non devono mai sottovalutare i segnali di una violenza, ma soprattutto agli uomini. Uomo, tu non sei uomo sei picchi tua moglie, la tua ragazza, una tua conoscente. Amore significa comprensione, protezione e libertà. Perché l’amore è bello ma non è eterno, può durare una vita come può durare pochi anni. Uomini, una donna non tornerà con voi se la picchiate, se la isolate, se la trattate male, se la umiliate; una donna starà con voi solo se vi ama. E il miglior modo di amare quando tutto finisce non è la violenza ma la libertà. La violenza è da vili, la libertà è da coraggiosi. Pensate a tutto ciò che vi piace nella persona che state per picchiare, pensate che dopo ogni schiaffo, pugno, spinta un pezzo di quella persona sparirà per sempre. Amare significa capire, anche se fa male, che l’altra persona non vi appartiene. Quindi uomini, abbandonate ogni basso istinto primordiale, l’orgoglio non si cura con un paio di schiaffi.
E che dire della violenza che diventa stupro? Una delle più spregevoli, perchè aggredire una donna sessualmente significa distruggere non solo il corpo ma lo spirito, l’anima, la sua essenza.

Sentire il dovere di ribadire il no alla violenza, in ogni sua forma, più o meno grave e subdola, mi svilisce perché mi dà la consapevolezza che ancora oggi c’è qualcosa di estremamente sbagliato ma dall’altro serve la fiducia di pensare ad un futuro migliore in cui l’educazione potrà finalmente debellare questi atti tremendi ed imperdonabili.
Donne, amate e non abbiate paura di denunciare. Uomini, amate le donne e denunciate ogni situazione pericolosa.
La chiave per un futuro migliore è l’amore e la fratellanza. Queste non passano per la violenza ma solo attraverso la libertà.

 

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