Scontrini addio: dal non fiscale si passa al virtuale

DALLA GRANDE DISTRIBUZIONE AL PICCOLO COMMERCIO: PER CHI E COME SONO LEGALI?

Scontrino non fiscaleChi, tornato a casa dal supermercato o uscendo dal bar, si è mai chiesto cosa voglia dire la scritta “scontrino non fiscale” sulla ricevuta rilasciata alla cassa? In tempi dove viene chiesto al cittadino di stare all’erta contro l’evasione fiscale, potrebbe sorgere il dubbio che sia tutto in regola con l’Iva e le altre tasse sui prodotti. Come stanno davvero le cose quindi?

LA GRANDE DISTRIBUZIONE – Ebbene, viste le recenti novità in tema di scontrini non fiscali e ricevute virtuali, occorre fare un po’ di chiarezza. Lo scontrino non fiscale è perfettamente legale: fin dal 2004 è possibile riceverlo da supermercati o in generale della Gdo, la grande distribuzione organizzata. Questo tipo di attività, infatti, hanno da oltre un decennio la possibilità di accordarsi con lo Stato per trasmettere in via telematica il saldo complessivo mensile degli incassi di ogni punto vendita, lasciando al cliente solo una specie di ‘riassunto informale’ della spesa effettuata, senza valore fiscale. Il cliente però può richiedere comunque una regolare ricevuta e non gli può essere negata. Finora gli esercizi commerciali che potevano ricorrere a tale comunicazione telematica e allo scontrino non fiscale dovevano per forza appartenere alla Gdo: il servizio era riservato alle imprese da più punti vendita con superficie superiore a 150mq in comuni sotto i 10.000 abitanti e a 250mq per quelli sopra i 10.000 abitanti (tra cui quindi Parma). Per le altre attività commerciali, sia quelle con un solo grande negozio sia quelle con tutti i punti vendita inferiori alle dimensioni citate, non era possibile accedere a questo servizio. Le cose però sono cambiate da quest’anno.

scontrini scontrino fisco-2SCONTRINI, ADDIO PER TUTTI – Dal 1 gennaio 2017, dopo un lungo processo burocratico, è infatti entrato in vigore il D. Lgs. n. 127 del 2015 sull’abolizione dello scontrino. Tutti i commercianti con partita Iva e di attività al minuto possono dotarsi di una speciale cassa telematica che rende obsoleto lo scontrino tradizionale cartaceo. Sarà tutto virtuale: il registratore fiscale memorizzerà in automatico tutte le transizioni di vendita e alla chiusura invierà il totale giornaliero all’Agenzia delle Entrate. Cade quindi l’obbligo di emettere scontrino al singolo cliente, anche se probabilmente si continuerà ad emettere uno scontrino non fiscale, come quello dei supermercati, per questioni d’abitudine e per evitare contestazioni. L’adesione al nuovo ‘scontrino virtuale’ è su base volontaria, anche se fornisce alcuni vantaggi: una minore burocrazia, rimborsi Iva più rapidi e l’esonero da vari strumenti anti-evasione come spesometro, black list e di parte del modello Intrastat. Rimane comunque in vigore, come per la Gdo, l’obbligo di fattura se esplicitamente richiesta dal cliente.

TRA BUFALE E CONTROLLI – Insomma, supermercati, grandi magazzini e da quest’anno anche le attività del piccolo commercio sono in regola anche se emettono scontrini non fiscali. Sono quindi prive di fondamento le bufale che periodicamente si vedono girare in Rete, per le quali lo scontrino non fiscale sarebbe un escamotage per aggirare il pagamento delle tasse da parte di grandi multinazionali come McDonald’s o Ikea, con l’appoggio più o meno doloso del legislatore. Anzi, in teoria potrebbero essere in regola perfino senza scontrini cartacei, essendo quello non fiscale una convenzione non obbligatoria. Per chi mantiene una dose di diffidenza c’è un sistema di verifica che permette al cliente di accertarsi che la vendita verrà regolarmente comunicata al Fisco: tutti i commercianti che aderiscono alla registrazione telematica dovrebbero infatti esibire a vista del cliente un Qrcode per controllare direttamente sul sito delle Agenzie del Entrate che la cassa sia in regola.
Il controllo passa così dalla carta agli smartphone, perché, si sa, i furbi resistono a tutte le ere. Compresa quella della digitalizzazione.

 

di Silvia Stentella e Andrea Prandini

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