Guadagni facili con i bitcoin? Non è tutto oro quel che luccica

COME FUNZIONA E COSA PROMETTE LA NUOVA FRONTIERA DEGLI INVESTIMENTI ONLINE?

bitcoinChiunque abbia mai consultato una pagina o sito web nella disperata ricerca di un lavoro è sicuramente incappato, almeno una volta, nelle fantomatiche quanto bizzarre proposte di guadagno attraverso il sistema bitcoins.”State per scoprire l’innovativa ed esclusiva opportunità per crearvi, in poco tempo e con il costante supporto di un team molto affiatato, un reddito mensile di circa 2,5 Bitcoin (circa 2.400€) e, a regime, un reddito mensile fino a 160 Bitcoin (150.000€ circa), partendo dal conferimento una tantum di 0,03 Bitcoin (circa 29€), senza rischiare nulla, senza vendere nulla, senza cliccare nulla e comodamente da casa vostra”. Così recita l’annuncio di un certo Fabrizio, alla disperata ricerca di accaparrarsi nuove reclute da inserire nel magico mondo dello ZarFund, una piattaforma di network marketing multi livello basata proprio sulla distribuzione di bitcoin. Una proposta che sembra capace, nel giro di un paio di mesi, di cambiare la vita rendendola economicamente migliore perfino di quella del magnate petrolifero John RockFeller. Ma per comprendere cosa ci sia dietro questi fantomatici siti di guadagno facile, è necessario spiegare agli inesperti in materia bitcoin cosa questi siano, come funzionino e se davvero sono così convenienti e facili da usare.

COSA SONO E COME FUNZIONANO – Il bitcoin è una criptovaluta ideata nel 2009 da un esperto di crittografia noto con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto. In gergo una moneta elettronica pari ad una qualunque valuta esistente (gli euro, i dollari, le sterline e così via) ma utilizzabile esclusivamente nel web. Rispetto alle altre valute tradizionali, i bitcoin si basano su un sistema peer-to-peer (P2P), ovvero un modello di rete informatica in cui gli utenti ricoprono un eguale posizione di interscambio, che utilizza un database (a sua volta ripartito tante volte quanti sono i dispositivi deposito bitcoinconnessi dagli utenti) che tiene traccia di tutte le transazioni eseguite. La correttezza e regolarità di queste mediazioni è garantita, in parte, dall’utilizzo della crittografia che permette di identificare il legittimo proprietario dei bitcoin. Esiste però un fenomeno digitale, noto come il ‘double spending’, attraverso il quale è possibile spendere la stessa cifra due volte, inviando lo stesso pagamento a due destinatari differenti. La mancanza di un ente bancario centrale, che faccia da intermediario tra gli utenti e che garantisca la validità dei pagamenti effettuati, rende di fatto possibile questo tipo di movimento, generando una vera e propria frode.

Per riceve bitcoin ed iniziare a guadagnare, all’ignaro utente viene anzitutto consigliato di creare un ‘wallet’, un portafoglio virtuale che permette di ‘conservare’ il denaro elettronico che si otterrà da transazioni tramite la firma digitale. Poiché tale portafoglio può, in alcuni casi essere hackerato, affidato a terzi o addirittura scomparire (come accaduto dopo il catastrofico fallimento di Mt. Gox, il più popolare cambiavalute della moneta digitale con sede a Tokyo, sparito di colpo dal web nel 2014 sottraendo migliaia di bitcoin agli utenti) è necessario seguire alcuni accorgimenti: criptare il portafoglio e usare una password lunga e difficile per il proprio wallet online, conservare la maggior parte del proprio deposito offline oppure scegliere i servizi nel quale sono presenti doppie autenticazioni. Insieme al portamonete, viene creato un indirizzo bitcoin (molto simile ad un indirizzo email) con il quale svolgere le transazioni.
Puoi ottenere bitcoin accettandoli come pagamento per beni e servizi offerti, acquistandoli da un amico o da una persona a te vicina – spiega il sito ufficiale Bitcoin – oppure comprarli direttamente attraverso uno scambio di conto bancario”, effettuabile in diversi siti online (come bitboat.net). Essendo una moneta totalmente variabile, il suo valore reale fisso di cambio è incalcolabile. Per questo esistono siti web come Bitcoin Charts che, tenendo conto delle oscillazioni della moneta virtuale, ne riescono a calcolare il valore momentaneo.

GUADAGNI PARALLELI: CROWFUNDING E SPONSORIZZAZIONE – Oltre allo sfruttamento nella compravendita, i bitcoin possono essere utilizzati per avere guadagni paralleli. I più semplici da generare, ma anche quelli più improduttivi economicamente, sono quelli derivanti dal bitcoin mining. Per comprenderne il funzionamento occorre chiarire una cosa: per generare moneta virtuale, c’è bisogno di un software con una elevata potenza di calcolo che riesca ad eseguire complicati algoritmi per produrre bitcoin e contemporaneamente gestire l’ingente numero di transazioni di denaro. Perché il sistema della moneta elettronica funzioni in modo più efficiente e veloce possibile, gli utenti (che in questo caso prendono il nome di ‘miner’) possono mettere a disposizione la potenza di calcolo dei propri computer in cambio di bitcoin gratuiti. I guadagni sono minimi poiché le risorse di un singolo computer casalingo sono nulla al pari di grandi centri di calcolo creati ad hoc. In più, benché l’utente possa scegliere quanta potenza di calcolo mettere a disposizione, quando il computer è occupato con il mining rallenta notevolmente la sua normale funzionalità.

bitcoinMa i sistemi maggiormente pubblicizzati, che promettono facili quanto colossali guadagni online tramite i bitcoin sono generalmente due: le piattaforme di crowfunding e i siti di sponsorizzazione. Il primo metodo si basa su donazioni dirette (fatte con moneta virtuale) da parte di utenti registrati nel sito, a progetti, programmi ed iniziative di varia natura proposti da altri utenti. Nel mondo delle valute virtuali molte delle raccolte fondi riguardano soprattutto la creazione di nuove monete, nel quale l’utente proponente del progetto cerca di vendere quote della sua moneta in cambio di bitcoin. In questo caso non più semplici donazioni come prevedono i crowfunding classici, ma investimenti a lungo termine perché è dal successo dei progetti nei quali si investe che l’utente ricava percentuali di guadagni. Insomma, nulla di diverso da ciò che accade nel mercato azionario tradizionale, se non per il fatto che il valore della moneta virtuale è così fluttuante che è quasi impossibile determinare il reale valore di un possibile guadagno, aggiunto al rischio di una maggiore perdita per mancanza di una autorità che supervisiona, controlla l’efficienza e la trasparenza degli investimenti (come è nel mercato azionario tradizionale italiano la Commissione nazionale per le società e la Borsa, Consob).

Nei siti di sponsorizzazione invece, che vendono aria ancor più fritta, il guadagno dell’utente viene generato dal numero di persone che quest’ultimo riesce a far iscrivere al sito. “E che ci vuole?”, dirà l’utente un po’ credulone che per la prima volta si troverà davanti l’annuncio di Carola, altra sponsor di Zarfund: “Se vuoi far davvero soldi questo è il modo giusto per non rischiare e per avere guadagni certi nessun soldo buttato su siti che oggi ci sono e domani forse no! Guadagni 0.60 btc (55$) portando solo e soltanto 2 persone in 30gg. Nessuno al mondo può mettere mano a questo business e bloccarlo!!”. Invece la beffa c’è, eccome. L’iscrizione non è davvero gratuita: anche se non esiste un ‘biglietto d’ingresso’ da pagare, ad ogni nuovo membro è chiesto obbligatoriamente di acquistare un fantomatico ebook nel quale si insegna il successo nella vita finanziaria, al ‘piccolo’ prezzo di 0.03 bitcoin (cifra che in moneta tradizionale oscilla tra i 25-28€). Il meccanismo di guadagno è strutturato in livelli: per avanzare è necessario invitare sempre nuovi utenti (in numero sempre maggiore all’aumentare di livello), necessariamente tenuti al pagamento di una quota in bitcoin allo sponsor (cioè l’individuo che li ha invitati nel livello), il quale a sua volta è obbligato al pagamento delle spese di commissione di 2.921 bitcoin (al cambio attuale 2897.67 €) al sito Zarfund che lo ospita. In termini numerici il guadagno della persona che si presta a fare da sponsor (a meno che la sua posizione non si trovi con un elevato numero di quote in entrata), non raggiungerà mai un numero sufficiente nemmeno a coprire le spese di commissione. Anche se gli sponsor non dovessero riuscire a pagare tali ‘imposte’ il sito continua a guadagnare sulle nuove iscrizioni.

(IL)LEGALI? – Di per sé, questi siti non possono ritenersi illegali. Scorretti, sconvenienti, imprecisi e illusori ma non illegali. Si fondano sulla fiducia, al limite della stoltezza, delle persone che credono di poter generare nuovi guadagni dal nulla. Per l’utilizzo dei bitcoin, invece, la risposta non è così semplice. Data la poca diffusione della moneta virtuale in Italia, ancora non vi una vera e propria legislazione in materia. L’unico istituto di diritto pubblico espressosi sulla questione è la Banca d’Italia che ha precisato che “le valute virtuali non hanno corso legale e pertanto non devono per legge essere obbligatoriamente accettate per l’estinzione delle obbligazioni pecuniarie, ma possono essere utilizzate per acquistare beni o servizi solo se il venditore è disponibile ad accettarle”. In altri termini, i bitcoin non possono essere utilizzati per il pagamento di imposte o tassazioni obbligatorie, ma possono essere usati per lo per lo scambio e la compravendita priva delle merce, sottointendendo la mancanza di qualunque tutela legislativa durante la fase di scambio. A conferma di ciò vi è anche il parere del direttore generale dell’Agenzia delle Entrate, che sul tema ha dichiarato: “La circolazione dei bitcoin, come mezzo di pagamento, si fonda sull’accettazione volontaria da parte degli operatori del mercato che, sulla base della fiducia, la ricevono come corrispettivo nello scambio di beni e servizi, riconoscendone, quindi, il valore di scambio indipendentemente da un obbligo di legge. Si tratta, pertanto, di sistema di pagamento decentralizzato, che utilizza una rete di soggetti paritari (peer to peer) non soggetto ad alcuna disciplina regolamentare specifica né ad una Autorità centrale che ne governa la stabilità nella circolazione”. I bitcoin, insomma, sono solo uno strumento: è l’uso che ne fa ad essere più o meno corretto. Certo è che, in mancanza di una regolamentazione in materia, sono diffusissimi sul web gli esempi di chi sfrutta l’ingenuità delle persone promettendo guadagni alle stelle. Ma non tutto ciò che luccica è oro, ancor più se la moneta è virtuale.

 

Di Elena Brozzetti

6 Commenti su Guadagni facili con i bitcoin? Non è tutto oro quel che luccica

  1. L’articolo è gravido di errori e imprecisioni dovuti al fatto che l’autore (l’autrice in questo caso) non ha verificato le fonti da cui attinge le informazioni. Mettere in guardia chi naviga il web da siti che dicono “guadagna soldi facili subito” fa sempre bene, Bitcoin o non Bitcoin, per cui mi esprimo solo sul lato tecnico.

    1 – “La correttezza e regolarità di queste mediazioni è garantita dall’utilizzo della crittografia […] impedendo ad altri utenti di spenderli illegittimamente”

    Falso. Al contrario il protocollo Bitcoin prevede esplicitamente che altri utenti possano spedere illegittimamente le monete altrui. Il fenomeno è noto come double-spending: https://en.bitcoin.it/wiki/Double-spending
    Satoshi Nakamoto stesso descrive come sia possibile farlo. C’è più di un modo, quello più comune è descritto, con relative probabilità di successo, in questo documento (PDF): https://bitcoil.co.il/Doublespend.pdf

    2 – “L’utente deve necessariamente creare un proprio portafoglio virtuale”

    Falso. Anzi, è fortemente raccomdandato di NON creare un portafoglio virtuale, come dimostra la vicenda MT Gox del 2014, che ha visto sottrarre un’enorme quantità di bitcoin a utenti che utilizzavano portafogli.

    3 – “un file nel quale verranno conservati tutti i bitcoin in possesso”

    Non esiste nessun file conservabile sul proprio computer che equivalga a della moneta in possesso. L’esistenza di un file così fatto porterebbe alla perdita dei bitcoin in caso di smarrimento del file, cosa che non avviene. Il possesso di una moneta si ottiene firmando digitalmente una transazione precedente, come descritto bene qui: https://en.bitcoin.it/wiki/Transaction

    4 – “un indirizzo bitcoin con il quale svolgere le transazioni di compravendita”

    Con un indirizzo bitcoin si può solo comprare, ma non vendere. E’ spiegato qui: https://en.bitcoin.it/wiki/From_address

    5 – “mentre è occupato con il mining, il dispositivo diventa pressoché inutilizzabile per qualunque altra attività”

    Questa frase fa pensare che l’utente non possa scegliere quanta potenza di calcolo impiegare nel mining, cosa che non è vera.

    6 – “ed è altamente soggetto ad attacchi virus”

    Sarebbe interessante capire da dove è stata attinta questa fonte, che più che falsa è priva di significato. Primo perché i virus sono fenomeni legati più al sistema operativo che all’operazione che si sta eseguendo (senza aprire un argomento infinito, se si usa GNU/Linux al solo scopo di fare mining si può stare più che tranquilli), ma SOPRATTUTTO perché il mining è un’operazione che generalmente viene eseguita offline. L’anima del mining è descritta qui: https://en.bitcoin.it/wiki/Proof_of_work

    Il wiki ufficiale di Bitcoin è molto completo e descrive tutti gli aspetti in modo dettagliato. Un articolo che mira a illustrare aspetti (neanche troppo) tecnici merita una certa attenzione nella verifica delle fonti.

  2. Mi pare che l’articolo sia un avvertimento a tenersi lontani dalle criptovalute. Non voglio entrare in merito sugli aspetti tecnici, ma visto come gira l’economia al giorno di oggi è molto più facile perdere il proprio patrimonio dato in gestione ad una banca che friggere un gruzzolo in criptovaluta. Sono fiducioso nella criptovaluta, sicuramente ci vuole molto meno tempo a mettere KO una banca che tutti i miners presenti in rete.

  3. Ottimo articolo. Non bisogna temere le cryptovalute, ma bisogna approcciarsi a loro con la dovuta cautela. Ogni strumento speculativo possiede dei rischi. Ecco la mio opinione sui Bitcoin:
    http://www.lasoluzioneseitu.it/bitcoin-investire-no-bitcoin-un-investimento-sicuro/

  4. Periodicamente vengono proposti degli affari allettanti a persone con la memoria corta. Si tuffano in un mare dall’apparenza calmo, senza guardare sotto il pelo dell’acqua.

  5. Francesco Marziali // 10 gennaio 2019 a 18:23 // Rispondi

    non si parla però del lato positivo dei bitcoin, come tutti gli utilizzi che possono avere in diversi ambiti odierni.
    È interessante notare come questa valuta possa facilitare, almeno per alcuni, lo scambio di servizi. D’altronde anche su wikipedia è possibile leggere come sono sempre piu le attività che accettano questo tipo di pagamento (circa 14mila) https://it.wikipedia.org/wiki/Bitcoin#Negozi_che_accettano_bitcoin
    Per non parlare di altri impieghi anche nello svago ( https://it.casino.guru/migliori-casino-online#pp_90=on&wlc=1&sort_by=&paginate_by=&tab=RECOMMENDED ), ristoranti ( http://www.veneziatoday.it/cronaca/zanze-venezia-p ) o turismo in generale ( http://www.bookingblog.com/bitcoin-come-pagamento-hotel/#post-29788 )

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