All’Astra il cinema e il Cile di Pablo Larraìn, tra realismo e onirismo

FINO AL 10 APRILE LA RETROSPETTIVA DEDICATA AL PREMIATO REGISTA DI 'JACKIE'

larrainPablo Larraìn, complessità e rigore. E’ questo il nome della rassegna cinematografica organizzata in collaborazione con l’Assessorato alla cultura del Comune di Parma dedicata al più celebre tra i registi cileni, che si tiene al cinema Astra dal 6 marzo al 10 aprile. Nato nel 1976, il regista ha esordito alla regia nel 2006 con il lungometraggio ‘La fuga‘ e oggi è uno dei cineasti più originali e apprezzati del panorama internazionale, le cui opere sono state applaudite e premiate a Cannes e a Berlino, a Venezia e a Toronto.

DIETRO LE QUINTE DELLA RASSEGNA –  La rassegna rientra nelle attività organizzate attraverso i contributi per le sala d’essai cittadine messi a disposizione dell’amministrazione per le quali “il Comune investe 85.000 euro annui”, fanno sapere i responsabili dell’Ufficio Cinema del Comune. “I costi per le rassegne riguardano – spiegano – principalmente il noleggio dei film e la promozione. L’organizzazione di una rassegna ne affronta tutti gli aspetti, dall’idea iniziale alla stampa e diffusione del materiale; spesso si parte dal confronto con i gestori dei cinema, una presenza indispensabile, ma anche da proposte e contributi di realtà esterne come cineclub e associazioni. Un fatto assolutamente non scontato riguarda la reperibilità dei film, spesso sottovalutata nell’era del download.” L’assessorato alla Cultura svolge un’attività regolare con le sale d’essai cittadine per la programmazione culturale e in questa rassegna ha cercato di proporre tutta la filmografia reperibile di un regista emergente molto produttivo, che nel giro di pochi anni è passato dalla critica specializzata dei festival ad un pubblico più vasto. Le sue produzioni internazionali del 2016, Jackie e Neruda, entrambe candidate all’Oscar, hanno infatti determinato un momento particolarmente favorevole al cineasta cileno e un interesse degli spettatori ad approfondirne la conoscenza. “Il pubblico oggi ha più bisogno di essere preso per mano, quindi si propongono serate gratuite (la prima della rassegna lo è stata) e in generale si tiene una politica dei prezzi accessibile (tenendo conto che Neruda e Jackie sono due prime visioni) che crea un rapporto di fiducia con gli spettatori”. In più “vedere un film sul grande schermo è un’emozione impagabile e molto coinvolgente: i ricordi di un film, se visto in sala, in assenza di stimoli esterni – tassativo spegnere il cellulare! – rimangono indelebili.”

rassegna astraLE PELLICOLE PROPOSTE – Parlando della filmografia di Pablo Laraìn non si può non considerare la realtà socio-politica che lo ha influenzato, essendo nato e cresciuto proprio sotto il lungo periodo della dittatura di Augusto Pinochet, nei suoi film temi come l’oppressione e la paura tornano spesso. Temi raccontati lucidamente, a partire da personaggi e vicende della realtà storica, ma attraverso un punto di vista insolito e una forma che miscela allegoria e onirismo. Ed è proprio nel Cile di Pinochet che è ambientata la prima pellicola della rassegna, ‘Tony Manero’, film che nel 2008 ha consolidato la notorietà di Larraín, arrivando alla Quinzaine des Réalisateurs a Cannes e aggiudicandosi il premio come miglior film al Festival di Torin. La trama, ambientata a fine anni settanta, nel pieno del regime, racconta la vita di Raúl Peralta (interpretato da Alfredo Castro), in quello che potrebbe definirsi il suo squallore quotidiano alternato a momenti di violenza irrazionale. Il protagonista è un uomo di mezza età nullafacente ma ossessionato da John Travolta, o meglio dal personaggio da lui interpretato ne ‘La febbre del sabato sera’. In modo a tratti grottesco e maniacale, Raúl imita nel look e nelle movenze Tony Manero mentre prepara uno spettacolo con le canzoni dei Bee Gees. E’ questo il suo unico fine nella vita al punto da annullare se stesso, dimostrandosi pronto anche ad uccidere pur di raggiungere il suo obiettivo.

A ‘Post Mortem‘, film del 2010, è stata dedicata invece la seconda serata della rassegna con proiezione in lingua originale sottotitolata in italiano. Anche questa volta ci si ritrova nel Cile degli anni settanta, dove il protagonista Mario lavora in un obitorio ed è perdutamente innamorato di Nancy, una ballerina di burlesque sua vicina di casa. In questo caso il contesto politico è un sottofondo che diventa preponderante quando sul tavolo dell’obitorio arriva proprio Salvador Allende. Nel frattempo l’esercito sequestra l’obitorio e i cadaveri si accumulano, ma Mario non riesce a distogliere la mente da Nancy che, vittima della violenza della dittatura, scompare insieme a tutta la sua famiglia. A vestire i panni del protagonista è di nuovo Alfredo Castro, presente in tutte le pellicole del regista ad eccezione di ‘Jackie’.

Il 20 marzo sarà invece priettato ‘No – I giorni dell’Arcobaleno‘, distribuito nel 2012. La pellicola ancora una volta racconta del dittatore militare cileno Pinochet che nel 1988, a causa della pressione internazionale, è costretto a indire un referendum per restare alla guida del paese per altri 8 anni. In risposta, i leader dell’opposizione convincono un giovane pubblicitario, di nome René Saavedra, a condurre la campagna per il no nonostante i pochi mezzi a disposizione, nella speranza di vincere le elezioni e liberare il Paese dall’oppressione. ‘Il Club‘, che tratta dello scandalo della pedofilia che ha scosso le segrete mura della chiesa, sarà invece trasmesso il 27 marzo. Questo, il quinto film del regista, è da molti considerato la sa pellicola migliore e si apre con dei versetti presi in prestito dalla Genesi: “Dio vide che la luce era cosa buona, e separò la luce dalle tenebre”.

Pablo LarrainDel 2016 sono invece due lungometraggi a firma di Pablo Larraín, entrambi candidati all’Oscar: il primo è ‘Neruda‘ in programma all’Astra lunedì 3 aprile. Durante un discorso al Congresso, il senatore Pablo Neruda, poeta e comunista, critica il governo e il presidente Videla lo rimuove immediatamente dal suo incarico ordinando il suo arresto. Parte così il tentativo di Neruda e sua moglie di lasciare il Paese, ma la fuga fallita li costringe a nascondersi. Durante la clandestinità, Neruda completerà la stesura di Canto General.
A chiudere la rassegna, il 20 aprile, sarà invece ‘Jackie‘, prima opera di Larraín in lingua inglese, presentata con successo al Festival di Venezia. Il film, lontano dal genere della biografia vera e propria, presenta un quasi perfetto incastro fra passato e presente, verità e immagine pubblica. La storia parla della First Lady più famosa al mondo, Jacqueline Kennedy (poi Onassis), e tocca temi delicatissimi che grazie alla magistrale interpretazione di Natalie Portman, candidata all’Oscar come migliore attrice protagonista, riescono ad arrivare prepotentemente al pubblico.

 

di Fiorella Di Cillo 

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