Cronache dalla Spagna: la letteratura attraverso Vittorio Bodini
NEL CENTENARIO DELLA NASCITA, UNA MOSTRA PER IL TRADUTTORE DI CERVANTES E GARCIA LORCA
“No, non sei morto, odo / odo ancora il tuo riso, / il passo ti si rompe nella strada notturna, / ecco il tuo abbraccio, / il tuo affetto che arde, / poeta che con me, nella mia lingua, / ripetevi le cose / dell’animo, mio tragico / fratello, / così presto finito, e non dovevi, / adesso che toccavi, / che si udiva / al suo colmo la tua voce tracciare / trafiggendo l’oscuro / il durevole segno luminoso…”.
(Traduzione Francesco Tentori Montalto)
Così Rafael Alberti, poeta spagnolo, saluta e ricorda l’amico Vittorio Bodini (Bari, 1914 – Roma, 1970), autore, “traduttore geniale”, come lo elogia ancora Alberti, e critico che ai libri, alle opere e alla poesia spagnola dedicò una vita intera. E’ a lui che è intitolata la mostra ‘Vittorio Bodini e la Spagna‘ che l’Università di Parma ha allestito per festeggiare il centenario della sua nascita. Una vita trascorsa tra Bari, Lecce, Firenze, Roma e Madrid, città dove vive tra il ’46 e il ’49 lo scenario culturale e folkloristico della Spagna che porterà in Italia con i suoi lavori: dalle personali poesie e schizzi, ai reportage delle cronache spagnole poi raccolti nel volume ‘Corriere spagnolo’ (1947-54), a pezzi di critica letteraria su giornali e riviste ma soprattutto con traduzioni, edizioni anche con testo a fronte e antologie, in collaborazione con importanti case editrici, in particolare Einaudi.
ALLA SCOPERTA DELLA MOSTRA – L’esposizione, ospitata tra il 17 e il 21 novembre al Dipartimento di Lingue, raccoglie 105 documenti tra riproduzioni di fotografie, di corrispondenza, di manoscritti e di bibliografia in cui spiccano nomi illustri: García Lorca di cui nel 1952 tradusse il teatro completo, il ‘Don Chisciotte’ di Cervantes tradotto nel 1957, ‘Fulgor y muerte de Joaquín Murieta’ dell’ispanoamericano Neruda tradotto nel 1970. Inoltre l’antologia ‘I poeti surrealisti spagnoli’ (1963), edizione corredata da un ampio studio introduttivo sulla particolarità di questa espressione artistica e ideologica rispetto alla più nota corrente francese. L’obiettivo della mostra e soprattutto della sua collocazione all’interno del Dipartimento, è quello di far conoscere Vittorio Bodini ai tanti studenti che studiano letteratura spagnola e che ogni giorno hanno a che fare con testi e manuali tradotti proprio da lui. Un Bodini inedito, non solo critico letterario e traduttore di importanti testi della letteratura spagnola, ma anche poeta, narratore e disegnatore.
Laura Dolfi, curatrice della mostra insieme al Centro Studi Vittorio Bodini e professoressa di Letteratura spagnola all’Università di Parma, racconta di come il critico, negli anni a Madrid, cercò fin da subito di capire la città attraverso i suoi lati più folkloristici e umani; rimase affascinato dal passionale flamenco e dalle sue seducenti ‘bailarines’, immortalate in alcuni disegni esposti e in una poesia intitolata ‘Nina de fuego‘, oltre che dalle meravigliose sfumature calde e avvolgenti che forse gli ricordavano quelle del suo amato Salento. A Madrid non solo entrò in contatto con la cultura popolare ma anche e soprattutto con quella letteraria: conobbe e scrisse di poeti del calibro di Federico Garcia Lorca, Pablo Neruda, dei poeti surrealisti spagnoli e di Rafael Alberti col quale intrecciò una duratura amicizia. “La vita culturale – racconta la professoressa – in quegli anni si consumava nei tanti bar della capitale, come il Cafè Gijón che fa anche da titolo a una delle sue poesie”. Bodini poté così assaporare appieno tutta quell’atmosfera intrisa di arte e poesia in anni in cui, ricordiamo, la Spagna era ancora vessata dalla dittatura franchista e dalla castrante censura. “Per Bodini la cultura è qualcosa che appartiene alla sostanza della persona e tutto questo è ben rappresentato dai tanti documenti che la mostra mette a disposizione. Poesie, carteggi e articoli di giornale raccontano di un’ intera vita dedicata all’ arte e alla sua divulgazione e testimoniano la grande stima che moltissimi letterati spagnoli riponevano nella persona di Vittorio Bodini”. Di Valentina Bocchi, Giulia Campisi, Andrea Francesca Franzini, Debora Vella
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