Le donne del mondo, in qualsiasi momento: Gigi Montali in mostra

60 SCATTI 'AL FEMMINILE' ESPOSTI NELL'ATRIO DELLE COLONNE DELL'ATENEO

mozambico1Dal 7 al 23 marzo la sede centrale dell’Università di Parma accoglie la mostra fotografica ‘Un mondo di donne’, che vede esposti gli scatti del fotografo freelance parmigiano Pier Luigi Montali. Classe 1962, Pier Luigi, meglio conosciuto come Gigi, vive a Colorno dal 1986, dove ha fondato il gruppo fotografico Color’s Light, di cui è attualmente presidente. Ha collaborato nel tempo con la provincia di Parma e alcuni comuni del parmense, oltre che con alcune testate giornalistiche come la Gazzetta di Parma. Per lui molti riconoscimenti tra cui: il primo premio al concorso Città di Firenze nel 2007, e al Geoffrey Round International (Inghilterra), il quarto posto al Mar Del Plata in Argentina, il secondo posto al Suceava in Romania, il terzo posto al Valparaiso in Cile. Le sue foto sono state pubblicate su Tuttifotografi, Giardini d’Italia, Borghi magazine e altre testate. Ad aprile uscirà il suo ultimo libro “Tracce di Blues”.

La mostra, visitabile dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 19 e il sabato dalle 10 alle 12, è composta da 60 scatti. Immagini scattate in digitale, lavorando, però, “con la stessa testa” che Montali usava con l’analogico. Le sue non sono foto in posa, sono scatti rubati girando per le vie. Il progetto inizia nel 2009, da una serie di foto realizzate alle donne di Colorno anche se nell’esposizione sono presenti solo un paio di scatti di quell’anno. “Nel frattempo il progetto è proseguito – racconta- mi piace fotografare la quotidianità, la gente che lavora, come vive,  conoscere come le persone vivono i loro luoghi.” L’idea alla base della mostra è quella di riproporre quel materiale con l’aggiunta di nuovi scatti, raccolti durante i suoi viaggi in giro per il mondo: “Far vedere le sfaccettature della quotidianità, dell’amicizia, del lavoro, dell’arte per mostrare quello che può succedere nel mondo in qualsiasi momento.” Nelle sue foto si possono ammirare donne provenienti dall’India, dalla Bolivia, dal Mali, ma anche dalla Toscana, da Parma, da Venezia e tanti altri luoghi del mondo da lui visitati. Uno scatto ritrae delle donne del Mozambico ilaos.000ntente a raccogliere delle reti da pesca nel mare. E’ un’immagine brillante  dove uomo e natura si fondono, quattro delle cinque donne sono di spalle e solo una possiamo vederla in volta. Indossa un abito nero e in testa un turbante su cui ha posato i suoi sandali, che sembrano quasi un cappello. Tutto è perfettamente a fuoco. Una ragazza sui venticinque anni sta cogliendo delle bacche, indossa dei guanti con le dita mozze, una felpa ed un cappello a falda larga, l’attenzione è catturata dalla concentrazione che esprime il suo volto, unico elemento a fuoco della composizione. Montali si trovava nel Laos quando ha catturato quest’attimo, un gesto che si potrebbe ritrovare quasi ovunque nel mondo. O ancora la Toscana, dove due anziane signore mangiano un gelato, sorridono. Una delle due è intenta a dipingere ad acquerello, forse sta raffigurando la facciata del palazzo che ha di fronte o forse no. Un istante sereno, dai colori vivaci. Pur nella diversità delle situazioni e dei luoghi, si coglie una connessione tra queste donne, che sono sempre il perno della composizione. Sono sempre perfettamente a fuoco.

L’esposizione è stata allestita da Montali stesso, con l’aiuto di Eles Iotti, ed è organizzata per blocchi tematici, si parte dalle mani e si possono trovare: la religiosità, la quotidianità, il lavoro, la maternità. Ad ogni blocco tematico Montali ha accompagnato una frase che rappresentasse il suo pensiero, per poter aiutare chi guarda a capire il suo lavoro. “La donna spesso cerca nella religione rifugio e protezione”, si legge nella sezione dedicata alla religiosità; oppure: “Ciò che una madre canta vicino alla culla, accompagnerà il bimbo per tutta la vita”, campeggia sopra il settore legato alla maternità.

padovaIl progetto è stato realizzato con la collaborazione del Csu, Centro Sociale Universitario dell’Atene,  Avis di Base, Cug, Comitato Unico di Garanzia, e le Eli-Che. “La collaborazione con l’Università- spiega Montali – nasce con Arnaldo Amadasi, con cui ho collaborato per il Club fotografico di Colorno, di cui sono il presidente, per alcune iniziative, tra cui delle mostre e dei corsi fotografici in università.” Amadasi, responsabile della fotografia per le attività ricreative del Csu, gli ha chiesto di presentare la mostra in occasione di questo anno che l’università ha dedicato ai settant’anni del suffragio femminile in Italia.

La mostra fa parte infatti del percorso formativo e culturale ideato dall’Università e dal comune di Parma: ‘Con gli occhi delle donne‘, un progetto per celebrare il settantesimo anniversario dell’estensione del diritto di voto alle donne. L’iniziativa, nata nell’autunno 2016, si concluderà nell’autunno del 2017. Al suo interno sono previste numerosi appuntamenti, ognuno con punti di vista e prospettive diverse che permettono di parlare di questo evento ma di andare anche oltre, aprendo nuovi orizzonti di riflessione. Il cartellone è poliedrico e ospita convegni e laboratori teatrali, mostre, spettacoli, nonché numerosi appuntamenti inerenti il diritto di voto per le donne e la storia della partecipazione politica e sociale delle donne in Italia. L’evento prevede la collaborazione di associazioni e realtà del territorio.

 

di Silvia Stentella

Scrivi un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*