Wrap, il cerotto stampato in 3D che dimezza i tempi di guarigione

IDEATO DALLA SPIN-OFF UNIPR 'M3DATEK', POTREBBE ENTRARE IN COMMERCIO NEL 2019

Il team M3datek che ha ideato il progetto WrapWrap: Wound Repair Active Print. Quattro lettere per riassumere un ben più ampio progetto nato poco più di un anno fa all’interno dell’Università di Parma e che ha già ricevuto diversi riconoscimenti in ambito nazionale. Si tratta di un innovativo cerotto a base di chitosano (un polimero naturale che si trova, ad esempio, nell’esoscheletro di molti invertebrati) e prodotto grazie al supporto di una stampante 3D. L’idea è stata realizzata da un gruppo di ricerca formato dalla professoressa Lisa Elviri e dal professor Ruggero Bettini del Dipartimento di Farmacia, dai ricercatori Annalisa Bianchera e  Carlo Bergonzi, borsisti di ricerca del Centro Interdipartimentale Biopharmanet-Tec, dal professor Marco Silvestri del Dipartimento di Ingegneria industriale e da Ruben Foresti, dottorando dello stesso Dipartimento. Il prodotto è pensato per la cura di piaghe da diabete o decubito ma il processo di produzione brevettato dalla M3datek (spin off dell’Università di Parma e responsabile di Wrap) potrà essere utilizzato in diversi ambiti.

COME NASCE IL PROGETTO – “Già da diverso tempo – spiega la professoressa Lisa Elviri, fondatrice di M3datek – il Dipartimento di Scienze degli Alimenti e del Farmaco seguiva una linea di ricerca mirata allo sviluppo di nuovi materiali basati sull’utilizzo di biopolimeri naturali, non tossici e compatibili con la creazione di scaffolds (dispositivi di supporto, ndr) adatti alla rigenerazione tessutale”. La svolta arriva nel 2015: non riuscendo a ottenere i risultati ricercati con i metodi tradizionali, nasce l’idea di affiancare alla lavorazione dei materiali la stampa 3D. “In collaborazione con un gruppo di ricerca del Dipartimento di Ingegneria Industriale – prosegue la docente – abbiamo sviluppato una stampante capace di lavorare questi biopolimeri, ottenendo così le prime garze e i cerotti. Da quel momento abbiamo partecipato ad alcuni concorsi per start up, con l’intenzione di avere un feedback sul valore commerciale dell’idea.”

I primi riconoscimenti sono incoraggianti: nell’aprile del 2016 il progetto vince la competizione organizzata da Bioupper (piattaforma che finanzia nuove idee imprenditoriali nel campo delle scienze della vita) aggiudicandosi un premio di 50.000 euro.  Dopo questa prima esperienza positiva viene fondata la società M3datek, con l’intento di portare il progetto dall’ambito esclusivamente accademico a quello commerciale.

Cerotto WrapI VANTAGGI – Il prodotto ideato da M3datek possiede tutta una serie di benefici rispetto alle medicazioni tradizionali. Il cerotto si adatta, infatti, a ferite di varia dimensioni e profondità e si può applicare a piaghe in diverso stadio di avanzamento. Ha una maggior capacità di assorbire gli esodati della ferita e può rimanere più a lungo a contatto con essa: in questo modo, non dovendo rimuovere immediatamente la medicazione, non si va a intaccare il nuovo strato di pelle che si sta formando. Inoltre la struttura in 3D fa sì che il processo di guarigione sia accelerato rispetto ai prodotti già in commercio. “A parità di ferita – spiega la professoressa Elviri – rispetto ai medicamenti tradizionali siamo riusciti a dimezzare i tempi di guarigione, da 15 a 7 settimane. Questo fattore è molto importante poiché permette di ridurre anche i costi di trattamento e degenza ospedaliera del paziente”.

Le piaghe da diabete colpiscono il paziente in età avanzata, portando in diversi casi all’amputazione dell’arto interessato. Ne derivano costi di intervento e trattamento elevati, nonché un forte trauma per il paziente stesso. Un problema da non sottovalutare, anche in relazione ai dati che stimano un aumento della patologia in corso. L’Idf (International Diabetes Federation) stima che nel 2040 gli adulti colpiti da diabete saranno 642 milioni, rispetto ai 415 milioni attuali. Secondo i dati Istat relativi al 2016 in Italia il 5,3% della popolazione è affetto da questa patologia.

Il cerotto Wrap potrebbe ottenere il marchio Ce (che ne certifica la conformità con le direttive comunitarie pertinenti) già nel 2018, ma per la sua commercializzazione bisognerà attendere l’anno successivo. Perché un dispositivo medico sia efficacemente distribuito sul mercato sono infatti necessari test clinici che possono durare anche un paio d’anni.

I FINANZIAMENTI – Dopo la vittoria del concorso BioUpper, Wrap si è visto assegnare nel dicembre dello scorso anno il Premio Gaetano Marzotto nella categoria ‘Dall’idea all’impresa’, ottenendo un finanziamento di 50.000 € e due percorsi di affiancamento del valore complessivo di 40.000 € in servizi e consulenze da parte di Cuoa Business School e di Impact Hub/Milano. Il concorso, giunto alla sua sesta edizione, mira a valorizzare nuovi imprenditori capaci di far convivere innovazione, impresa e società. La M3datek, dopo una selezione tra 346 domande inviate, è stata premiata dalla giuria per aver presentato un progetto con un elevato grado di innovatività del medical device oggetto dell’invenzione, un modello molto solido di business, scalabile e differenziabile anche sul fronte del 3D printing in futuro, e uno strutturato team proponente”.

Riconoscimenti di questo tipo sono fondamentali per due ragioni, come sottolinea la dottoressa Elviri: “da un punto di vista economico ci consentono di proseguire nel lavoro, ma sono ancora più importanti per la visibilità che danno al progetto”. “Solo in questo modo abbiamo la possibilità di attirare l’attenzione delle società di finanziamento, capaci di contribuire con cifre molto più importanti. In altri paesi, come Germania, Francia o l’esempio degli Stati Uniti, – conclude la docente – buona parte degli investimenti viene fatta sulle start up; in Italia siamo in ritardo, ma anche qui le cose stanno cambiando.”

 

di Giovanni Zola

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