Violenza di genere, aumentano le donne iscritte ai corsi di autodifesa

LA PSICOLOGA: SI DIVENTA VITTIME QUANDO MANCA INFORMAZIONE ED EDUCAZIONE

Corsi di autodifesa femminile. E’ questa la risposta delle donne alla violenza di genere e alle potenziali situazioni di pericolo. Un tema, quello della sicurezza femminile, che continua a far parlare di sé e che sempre più spesso viene affrontato dal punto di vista della prevenzione: il primo passo per fronteggiare un pericolo, infatti, è saperlo riconoscere.

ISCRIZIONI IN AUMENTO – Il numero delle donne che si interessano all’autodifesa è in continuo aumento e maggiore è la percezione del rischio anche nella vita quotidiana. “Fino a qualche anno fa -osserva Andrea Bisaschi, istruttore nella sua palestra Bsd- erano la minoranza, nel senso che avevo molti più allievi di sesso maschile. Nell’ultimo anno ho avuto un’impennata impressionante di richiesta da parte di un pubblico femminile“. L’età media delle donne che frequentano corsi di autodifesa è molto varia. “Ho un pubblico molto eterogeneo -continua Bisaschi-. Parto con ragazze che hanno 13 anni e ho delle allieve che arrivano anche a 65 anni”. I motivi di questo aumento sono da ricercarsi in una maggiore consapevolezza da parte delle donne del pericolo. “La ragazza o la donna -spiega l’istruttore- percepisce il rischio nella situazione cittadina. Non aiuta poi l’informazione, che tende a mettere in primo piano la violenza nuda e cruda e non cerca di utilizzare la notizia per far luce sulle possibili soluzioni a questi fenomeni”. Una conferma che arriva anche dalla testimonianza di Francesca Martini, 30 anni, allieva di un corso di autodifesa: “Ho iniziato perché sentivo dentro di me la necessità di prendere coscienza e consapevolezza del fatto che io non sono vittima e non sono, solo perché donna, fragile. autodifesa ev2Questo corso mi ha aiutato a costruire dentro di me una personale immagine di donna che non è collegata in automatico con l’essere vittima. Le donne oggi hanno bisogno di essere autonome e per arrivare a un livello di autonomia soddisfacente devono affrontare le loro paure. Un corso di autodifesa molte volte corrisponde a questa necessità”.

NON SOLO TECNICA –  “La prima cosa che insegno a una ragazza -riprende Bisaschi- è l’osservazione. La difesa personale è una parte di un grosso contenitore che è la sicurezza personale: il primo anello, infatti, è la previsione del rischio, cioè conoscere ciò che potrebbe accadere. Il secondo anello è la prevenzione del rischio, quindi tutte le strategie comportamentali che possiamo mettere in atto affinché diminuisca la percentuale di rischio. Il terzo consiste nella percezione del pericolo: è qualcosa di soggettivo, che dipende da fattori esperenziali, di vita, caratteriali e di temperamento. Bisogna imparare a controllare le proprie emozioni. E qui si arriva al quarto anello, proprio quello della gestione delle emozioni: con un corretto controllo si può affrontare il rischio. Solo allora si può passare a un discorso tecnico”. Un addestramento, dunque, che non è solo fisico, ma che coinvolge l’aspetto psicologico e diventa anche comportamentale.

“Le tecniche poi -continua Bisaschi- consistono principalmente in abilità motorie, come il corretto senso della distanza, l’equilibrio statico, quello dinamico e quello di contatto. Tutte le tecniche che riguardano l’evasione, lo svincolamento, il divincolamento e come fare a proteggersi da una persona che ci vuole fare del male”. La difesa personale si divide, infatti, in attiva e passiva: la prima consiste nelle tecniche di auto protezione più contrattacco; quella passiva nel tenere il controllo emozionale della situazione pressogena, cercando di non alterare l’atteggiamento dell’eventuale aggressore. “La vera difesa personale corretta -conclude Andrea Bisaschi- è mantenere la propria tranquillità, nei limiti del possibile, evitando di innescare una escalation di violenza da parte dell’aggressore”.

autodifesa 2UN PROBLEMA DI SICUREZZA, INFORMARSI PER PREVENIRE –  La domanda che sorge spontanea, visto il forte aumento delle iscrizioni ai corsi di autodifesa: c’è un problema di sicurezza a Parma? La dottoressa Laura Castaldini, psicologa e psicoterapeuta, risponde così al quesito: “Il problema di sicurezza c’è a Parma come in tutte le altre città. Ma io parlerei più del un problema di non riuscire a difendersi, cioè che le donne non sono ‘istruite’ e informate nel riuscire a difendersi  su determinate situazioni”. L’entità della malavita parmigiana non è certamente un mistero: troviamo baby gang, scippatori, spacciatori, pali in bicicletta, aggressori e chi più ne ha più ne metta. La presenza delle forze dell’ordine però non è l’unica soluzione: il miglior repellente, in questi casi, è l’informazione. Ed è proprio su questo aspetto che la dottoressa Castaldini vuole puntare. “Reagire e scappare: il nostro istinto ci porta, a volte, a fare la cosa più sbagliata” continua l’esperta, ritenendo che per evitare di fronteggiare queste situazioni in maniera sconsiderata è necessario “informare ed educare. Questo vuol dire prevenire il rischio. È per esempio importante saper riconoscere il tipo di aggressore che abbiamo di fronte: l’ obiettivo dei ragazzi di una baby gang -prosegue Castaldini- non è tanto farti del male. Il loro obiettivo è dimostrare ai propri coetanei di essere più forti. Quindi più li provochi, più aumenti l’aggressività dell’individuo e del branco: entra in gioco la psicologia del gruppo. L’ideale in queste situazioni è prima di tutto riuscire a vedere la via di fuga; la seconda è mantenere la calma e riuscire a parlare il meno possibile, per studiare anche un po’ la situazione”. 

I NUMERI PARLANO, LE PERSONE REAGISCONO – “Parma è stata colpita ultimamente in modo impressionante, ma le persone stanno reagendo -assicura la dottoressa Castaldini-. Va bene la polizia, i carabinieri, tutte le cose che si possono fare per riuscire a gestire il problema sicurezza, però il problema sicurezza va affrontato in ognuno di noi”. La soluzione sembra molto semplice, ma affrontare questi problemi autonomamente non è sempre una passeggiata. Laura Castaldini, assieme al maestro di Qwan Ki Do Cristian Pallamidesi, ha provveduto ad offrire un supporto professionale a tutte le donne che temono per la propria incolumità. “Sono cinque anni che collaboriamo con il Comune di Parma nel progetto ‘Donne tutto l’anno’. Sono corsi di difesa personale e psicologica per le donne di tutte le fasce di età. Il primo anno erano in 60, l’anno scorso 350. Abbiamo già le mail piene di richieste -aggiunge- e non sono ancora state aperte le iscrizioni”. Il supporto degli esperti è fondamentale durante questi percorsi, ma la dottoressa chiarisce: “Non è che la soluzione sono i corsi di difesa personale per le donne. La soluzione è che ognuno di noi si informi su come difendersi e quali sono le risorse che può utilizzare nella propria vita. Le persone non scelgono di essere vittime o di essere aggressori -prosegue Castaldini-, lo diventano perché non hanno i mezzi per capire dove stanno andando“.

Donne tutto l’anno è un progetto che sta dando i suoi frutti, permettendo a molte persone di vivere più serenamente la propria quotidianità. Gli incontri avranno luogo in via Bizzozzero il 3, l’8, il 10 e il 15 maggio, dalle 20.30 alle 22.30. Dato l’alto numero delle richieste vi sarà spazio per sole 100 persone, la prenotazione è necessaria. I corsi però non finiscono qui. La dottoressa Castaldini e il maestro Pallamidesi hanno in progetto altri incontri e per avere maggiori informazioni basterà contattare gli organizzatori: Laura Castaldini 3335772271 o l.castaldini@libero.itMaestro Cristian Pallamidesi 3388431167 o crstianqkd@virigilio.it.

 

 di Fabio Manis e Vicenza Di Lecce

Scrivi un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*