‘Mamma, ho preso l’aereo’: com’è davvero vivere da hostess

SELEZIONI, ROUTINE E I 'TRUCCHI' DEL MESTIERE (CHE ERA MEGLIO NON SAPERE)

HostessAlte e bellissime, le hostess nelle loro uniformi sembrano uscite da una copertina di Vogue. Una vita da sogno passata a viaggiare tra le nuvole, atterrando ogni giorno in un luogo diverso. Ma sarà tutto veramente così bello?

MY DREAM IS TO FLY OVER THE RAINBOW- Si comincia con degli open day. In queste giornate, i candidati si presentano muniti di curriculum con la prima scrematura che viene fatta proprio sulla base delle precedenti esperienze lavorative. Poi dei giochi in piccoli gruppi per vedere se e come si è capaci di lavorare con gli altri. Infine, un colloquio, di nuovo basato principalmente sulle precedenti esperienze lavorative. “I curriculum più interessanti sono quelli di chi ha avuto esperienze all’estero – racconta Veronica, hostess da 8 mesi – perché in questo mestiere devi saperti ambientare facilmente.” La vita di chi fa questo lavoro non conosce infatti routine, tant’è che prima di accedere al training si viene sottoposti a una serie di test psicoattitudinali: “Quando l’ho fatto io – racconta Giulio, steward da un anno – ti ripetevano le stesse domande più volte, variando piccoli particolari, per vedere se cambiassi risposta o meno”.
L’ultimo step è proprio il training, in cui oltre a spiegarti come comportarti in volo, ci si accerta (di nuovo) che tu sia assolutamente consapevole del fatto che la tua vita non avrà più una routine.
Ma anche la cura del percorso di selezione risente della crisi: le compagnie hanno di molto ridotto le assunzioni e iniziano a tagliare su tante piccole cose: “Adesso le persone vengono assunte tramite colloqui via Skype o video della durata di dieci minuti – dice Giulio- si taglia il tagliabile, anche nelle compagnie di lusso. La differenza si nota e spesso i clienti si lamentano.”

Importanti, comunque, i requisiti fisici: bisogna essere alti e di bella presenza. Negli ultimi tempi, però, anche sotto questo aspetto le compagnie hanno un po’ abbassato gli standard. “Sicuramente ora si dà la possibilità a molte più persone di fare questo lavoro – commenta Giovanna, 22 anni, hostess da 3 – conta la personalità e la capacità di mantenere certi standard nel tempo. Devi curare la tua persona in un certo modo e devi essere costante.” Lei, in tre anni, ha cambiato tre diverse compagnie e ha notato che quello che conta di più in questo lavoro è proprio avere una spiccata personalità che dia la capacità di essere sempre al meglio, “perché quando stai lavorando o sei in aeroporto ed indossi la divisa – racconta Giovanna-  stai rappresentando la tua compagnia. Quando hai l’uniforme addosso le persone ti trattano diversamente e mi rendo conto che molti rimangono affascinati. Alcune volte, però, avere addosso tanta attenzione è fastidioso”.assistenti di volo

‘VOGLIO UNA VITA COME QUELLE DEI FILM’ – Il perché del tanto insistere sull’assenza di routine nel percorso formativo è presto spiegato: in un mese una hostess può arrivare fino a 100 ore di volo avendo diritto a circa 8 giorni di riposo che possono diventare anche 15. Il problema è dove riposarsi: viaggiare da una parte all’altra del globo porta a dover dormire spesso in alberghi sempre diversi e per molti è difficile abituarsi: “Dopo un viaggio di 4 o 5 ore – continua Veronica- rimani un giorno nel luogo di destinazione. Non lavori e puoi riposarti.”
“A volte però – dice a tal proposito Giovanna – può essere dura perché vorresti stare con i tuoi familiari o il tuo ragazzo. Mi piace pensare che restare da sola sia come una coccola per me stessa”. ‘Think positive’, ma per Veronica, invece, è stato diverso: “Inizialmente è stato difficile abituarmi. Nel tempo libero per lo più dormo. Dopo un volo sono molto spossata, la pressione fa affluire il sangue soprattutto agli arti inferiori che quindi si gonfiano e si indolenziscono.”  Tuttavia c’è anche chi riesce ad avere una vita più regolare: “Io vivo a Malta- dice Carlotta, hostess da un mese e mezzo- per il momento riesco sempre a tornare a casa, quindi ho la possibilità di avere una vita abbastanza regolare. Posso coltivare i miei hobby, andare in palestra, uscire con gli amici.”

I ‘TRUCCHI DEL MESTIERE (CHE ERA MEGLIO NON SAPERE) – Le compagnie aeree consigliano ai propri dipendenti di curare molto l’alimentazione e di fare attività fisica
, non tanto per una questione estetica, quanto per la propria salute. La pressione infatti va ad influenzare il corretto funzionamento degli organi interni al punto che dopo tre anni un assistente di volo non può più essere un donatore di organi. In alcuni Paesi, dopo cinque anni di servizio, non possono più testimoniare nei tribunali perché ritenuti inattendibili.
E non sono gli unici inconvenienti… Hostess e steward sembrano sempre impeccabili e sorridenti, ma nascondono un segreto: “Quando voli ti si forma tantissimo gas nella pancia – racconta Veronica – quando seguivo il training, il trainer non faceva altro che dirci di emettere flautolenze, altrimenti ci saremmo sentiti male. Sosteneva che lui riuscisse a farsi tutto il corridoio dell’aereo ‘scoreggiando’!
Gas a parte, c’è chi si è trovato ad assistere a scene da film durante un volo transcontinentale: “Ad un certo punto ci rendiamo conto che una dei passeggeri è scomparsa – racconta Giulio – aveva bevuto un po’ e temevamo che si sentisse male. Dopo averla cercata, il supervisore

Assistenti di volodecide di sbloccare da fuori la porta del bagno, che era bloccata da un’oretta. Quando la porta si è aperta abbiamo trovato la ragazza e un altro passeggero che si davano da fare. E’ stato molto difficile non scoppiare a ridere!” Ma a volte può capitare di ritrovarsi ad avere a che fare con qualche passeggero un po’ turbolento, che magari ha alzato un po’ troppo il gomito. “Il signore era ubriaco ed ha iniziato a disturbare gli altri passeggeri – continua a raccontare Giulio – alla fine il supervisore interviene per farlo calmare. Lui si alza e gli dà una spinta. Noi abbiamo l’obbligo di non reagire, per cui alla fine il supervisore è andato altrove e sono rimasto io a sorvegliarlo. Dopo un po’ dalla modalità intrattenimento ha selezionato Whitney Huston e si è messo a cantare come se fosse un cantante gospel, in aereo ridevano tutti. Purtroppo però, quando siamo atterrati lo è venuto a prendere la security e, dato il posto in cui eravamo atterrati, probabilmente lo hanno portato in cella per qualche notte.”
I passeggeri sono la principale fonte di intrattenimento durante un volo. “Trovo divertente vedere come ognuno reagisca alla paura di volare- racconta Carlotta- alcuni iniziano a piangere, altri si arrabbiano col pilota ed iniziano ad inveire per via delle turbolenze, altri si alzano e vengono a parlare con noi, altri ancora si danno all’alcol.”

 

di Silvia Stentella

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