Da Roncole Verdi a Londra: i 10 anni “di qualità” del Birrificio del Ducato

30 VARIETA' ARTIGIANALI E UN SUCCESSO INTERNAZIONALE FESTEGGIATO AL WOPA

ducatoTra fiumi di birra, ospiti stranieri, cibo e tanto divertimento, il birrificio del Ducato lo scorso weekend ha spento le sue prime 10 candeline al WoPa Temporary di Parma.

PASSATO2007, Roncole Verdi, paese natale del maestro Giuseppe Verdi. Qui ha inizio la storia del birrificio del Ducato che nasce da un incontro casuale. “Ci siamo trovati circa 11/12 anni fa allo stand Unionbirrai, un’associazione che riunisce tutti gli appassionati di birra artigianale.” Così Giovanni Campari, mastro birraio laureato in Sta, spiega come lui e Manuel Piccoli, infallibile amministratore con una grande esperienza nella logistica, sono diventati i soci fondatori del birrificio. Da qui la strada è tutta in salita: vengono create le prime birre della linea classica e già dal 2008 inizia l’esportazione all’estero partendo da Stati Uniti e Svezia. E poi Spagna, Danimarca, Brasile, Giappone, Inghilterra e tanti altri. Il Ducato diventa un fenomeno del mercato ‘birrico’ mondiale, aggiudicandosi nel frattempo diversi prestigiosissimi premi ai concorsi europei e mondiali dedicati alla bevanda al malto. Intanto il birrificio si espande, viene acquisito l’impianto di Fiorenzuola, prima dedicato al birrificio Starbeer, e la capacità di produzione sale di oltre il 200%. “Circa un anno e mezzo fa purtroppo abbiamo deciso di chiudere la sede di Fiorenzuola per scomodità e ci siamo concentrati sul nuovo stabilimento a Soragna“, precisa Giovanni. Nuove assunzioni diventano quindi obbligatorie e dai due soci iniziali si passa pian piano al raggiungimento di uno staff di circa 20 membri solo nel personale del birrificio. La sede di Roncole Verdi viene adibita totalmente alla produzione acida, per la grande richiesta di birre sour dal mercato di esportazione, che conta ormai 23 Paesi. Nel frattempo il birrificio inaugura con successo una piattaforma online per l’e-commerce, altro canale privilegiato per le vendite.

17888236_10210681992480447_1384464181_nPRESENTE – Ad oggi il birrificio vanta diverse medaglie tra ori, argenti e bronzi, ognuna per ogni birra prodotta nei 10 anni di attività. Tra queste, significative risultano le due vinte consecutivamente come miglior birrificio italiano tra il 2010 e il 2011, l’unico in Italia ad aver ottenuto questo bis. “Sono stato uno dei primi a vendere la loro birra. – spiega Ferruccio Bottoni, titolare dell’Highlander pub di via Spezia – Ne ho riconosciute la qualità e la peculiarità ancor prima che vincessero dei premi”. E di qualità si parla quando si tratta di birre artigianali, qualità e ingredienti naturali. “Questi prodotti sono fatti qui, a chilometro zero, beviamo una birra che può essere stata prodotta una settimana fa e che può far bene alla salute. Non si tratta delle solite birre industriali, imbottite di prodotti chimici per accelerarne i processi, dietro c’è l’uomo con le sue esperienze, non la macchina”, continua Ferruccio. Una delle citazioni più celebri di Giovanni, che campeggia anche sul sito del birrificio, recita appunto: “Le birre mainstream si abbinano bene con il lavandino, con il pavimento“.
Dietro ogni ricetta ci sono sapori, viaggi, persone, musica e tanto altro, un prodotto non si crea solo mettendo insieme due o tre ingredienti”, spiega infatti lo stesso mastro creatore delle oltre 30 birre del Ducato. C’è tutto questo alla base della grande festa tenutasi al Workout Pasubio lo scorso 8 e 9 aprile. “Un enorme successo, – sottolinea Manuel – abbiamo fatto fatica a star dietro a casse e spillatrici, soprattutto sabato.” Parmigiani e non sono stati attirati dalla grande varietà di birra proposta, grazie anche alla presenza dei birrifici stranieri ospiti, e hanno potuto degustare diversi prodotti. Alcuni truck di street food e i concerti live hanno completato la ‘ricetta’, rendendo l’ambiente molto più colloquiale e appetibile. “Una birra di qualità come questa, musica, buon cibo e compagnia sono i veri ingredienti che ti fanno godere la serata”, afferma Ferruccio.

Italian-JobFUTURO – Ma la sfida non termina qui. Nuove prospettive per il birrificio del Ducato si sono aperte già nel 2015 con l’apertura del primo pub del loro franchise, ‘The italian job’. “Abbiamo deciso di non affidarci solo all’esportazione – spiega Manuel – volevamo qualcosa di più e a Londra abbiamo aperto il primo pub che vendesse solamente birre artigianali prodotte in Italia. E non solo le nostre, vendiamo anche birra di altri colleghi italiani, insieme a prodotti tipici del nostro territorio.” Far conoscere la nostra cultura e produzione all’estero, quindi, è uno degli obiettivi principali del Ducato che già conta due pub nella capitale inglese e un punto vendita. “Il prossimo passo è aprire un altro locale che funga anche da distributore al pubblico. Inoltre ci stiamo già operando per poter iniziare a produrre direttamente in Inghilterra. Un progetto che vuole contrastare fortemente la manovra Brexit e ovviamente eliminare i costi dell’esportazione, anche se la produzione e il mantenimento del nostro brand a Londra rimangono costosissimi”, racconta Manuel.
Non manca l’ambizione ai due soci che forse in futuro non si fermeranno solo a Londra. Intanto, però, pensano al nostro Paese cercando di aumentare sempre di più la distribuzione nazionale, che già oggi è presente su quasi tutto il territorio, “compresi il Centro e il Sud, difficili destinazioni per un birrificio con sede settentrionale“. E in tutto questo elaborano nuove ricette o varianti, sempre presenti ogni anno, tra le birre sour, le classiche e la linea speciale, tutte destinate a grandi riconoscimenti nazionali e mondiali. Tanti auguri al birrificio e cento di questi giorni dedicati alla birra, ma di qualità.

 

di Vittorio Signifredi

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