Social post mortem: e se fossero la nostra garanzia d’immortalità?

ACCOUNT COMMEMORATIVI, CONTATTI EREDI E APP PER RICORDARE I CARI ESTINTI: COME RIMARRA' DI NOI SUI SOCIAL

Social post mortemLa vita virtuale sui social network è ormai parte integrante della vita reale. Sono pochissime le persone che non hanno almeno un profilo social e anche l’età non è più un discrimine. Ma cosa succede agli account e alle migliaia di dati condivisi quando si passa a miglior vita? Tra profili commemorativi e testamenti digitali, c’è anche chi ha ideato social creati ad hoc come nuovi luoghi di commemorazione 2.0.

FACEBOOK – Il primo ad attivarsi in merito è stato il colosso Facebook offrendo due opzioni: rendere laccount commemorativo o eliminarlo. Nel primo caso, accanto al nome apparirà un ‘in memoria di’, i contenuti condivisi rimarranno visibili, secondo le impostazioni della privacy scelte, e parenti ed amici potranno continuare a condividere su questo profilo. Tuttavia, i profili commemorativi non vengono inseriti tra le persone che potresti conoscere o nelle inserzioni e non vengono più mandate le notifiche per il compleanno. Le pagine gestite dal defunto, se non hanno altri amministratori, verranno rimosse previa motivata richiesta. Tutto questo potrà esser fatto direttamente dal titolare dell’account prima di morire, oppure nominando un contatto erede. Esatto, Facebook consente di far ereditare il profilo ad un amico o a un parente, unica clausola è che sia maggiorenne. Cosa può fare un contatto erede? Non molto in realtà. Gli è consentito di inserire un post fissato in alto per condividere un messaggio finale sul diario del defunto o per informare di un evento commemorativo. Può accettare le nuove richieste di amicizia e modificare l’immagine di copertina e del profilo. Per quanto riguarda i contenuti postati in passato, gli amici già presenti o la privacy non sono ammesse modifiche. Ma può scaricare una copia di tutti i contenuti condivisi sul profilo dal titolare, quindi foto e video, post in bacheca, informazioni di contatto, azioni e lista degli amici sono a portata di click. C’è di più: Facebook dà la possibilità di accedere a messaggi, inserzioni, poke, informazioni su protezione e impostazioni e foto sincronizzate e mai postate ma solo dietro richiesta con allegato testamento valido o altro documento legale che specifichi chiaramente il consenso del titolare.
Nominare un contatto erede e comunicare a Facebook di voler rendere il proprio account commemorativo è molto semplice: basta andare sulle impostazioni del proprio profilo e dall’opzione ‘Gestisci profilo’ inserire il nome dell’amico, a cui arriverà una notifica.
Più semplice, invece, la cancellazione dell’account nel momento in cui si decide che l’identità social dovrà scomparire con noi. Seguendo la stessa procedura per nominare l’erede, si trova l’opzione per l’eliminazione. Basta un click e il team di Zuckerberg provvederà alla cancellazione del profilo, con relativi contenuti, appena riceverà la comunicazione del decesso.

INSTAGRAM – Il social network fotografico per eccellenza offre le stesse possibilità ma con alcune differenze. Innanzitutto, gli utenti possono segnalare l’account di una persona defunta per richiedere di renderlo commemorativo, ma devono presentare un documento che certifichi il decesso. Questo può anche essere un link ad un articolo che ne parli o un necrologio. Non esistono contatti eredi e Instagram non consente a nessuno di entrare nel profilo o di apportare modifiche, mentre chiunque può continuare a inviare foto e video in direct al defunto. L’account non verrà però mostrato nello spazio di ricerca. Per l’eliminazione, invece, devono intervenire i parenti, familiari stretti sottoposti a verifica tramite la presentazione del certificato di nascita del defunto, del suo certificato di morte o di un documento legale che certifichi di essere il rappresentante legale della persona scomparsa o suo erede.
Tuttavia, la policy di Instagram prevede che gli account inattivi da “troppo tempo” (senza ulteriori specifiche), vengano automaticamente rimossi.

TWITTER – Sulla piattaforma Twitter tramite il centro assistenza, è possibile mandare un ticket per segnalare l’account di una persona deceduta e chiederne la rimozione. Si inizia compilando un form con i dati relativi all’account del defunto (nome, nickname, ecc.). Gli amministratori collaboreranno solo con una “persona autorizzata” o parenti stretti. Non sarà possibile accedere all’account ma solo rimuoverlo e cancellare tutti i contenuti condivisi, compresi i retweet. Ma attenzione, Twitter potrebbe rifiutarsi di rimuovere alcuni ‘cinguettii’ se ritenuti di carattere informativo o di pubblico interesse.

GOOGLE – E’ vero, Google non è un social network, ma a voler esser precisi, nel momento in cui si crea un account automaticamente si è iscritti a Google+, a tutti gli effetti un social. Chiunque usi uno smartphone ha questo account che, volenti o nolenti, ci permette di tenere sincronizzati tutti i nostri dispositivi. Ebbene, non c’è una vera e propria policy post mortem. Si può impostare un termine entro il quale, se non si accede più, tutto quello che abbiamo salvato e connesso al nostro indirizzo Gmail verrà cancellato o usato da Google secondo le nostre indicazioni, come ad esempio condividerlo con un contatto fiduciario da noi scelto. Infatti, attraverso la gestione del proprio account si può fornire una lista di massimo dieci indirizzi email che, in caso di inattività, avranno possibilità di gestire il profilo Google, compreso quello YouTube. Infine, si deve impostare una risposta automatica che verrà inviata alla ricezione di ogni nuovo messaggio, così da avvertire che l’indirizzo email è inattivo.

LINKEDIN – La rete che mette in comunicazione i vari professionisti in giro per il mondo, permette a chiunque trovi il profilo di un conoscente che è morto di darne comunicazione per chiudere e cancellare l’account. Basta fornire il nome del membro, l’url del profilo, il rapporto o grado di parentela, l’indirizzo email del defunto, la data del decesso, il link al necrologio e il nome della compagnia per cui ha recentemente lavorato; il tutto avviene compilando un form.

ripcemetery

SOCIAL PER NON DIMENTICARE – ‘Per chi resta’ e vuole continuare a ricordare i suoi cari anche tramite i social, esistono due piattaforme create ad hoc. La prima è Rip Cemetery, un’app gratuita nata da sviluppatori italiani che permette con pochi semplici gesti di creare la propria tomba di famiglia, ‘costruita’ con lapidi, epitaffi ed aggiungendo foto dei defunti. In questo modo è possibile ‘andare a trovare’ i propri cari in ogni momento, da qualsiasi parte del mondo, e lasciare un fiore sulle lapidi. Non solo, Rip Cemetery offre una cronologia delle ultime visite ricevute dagli altri utenti, ma permette anche di condividere file digitali ed eliminare, così, i sensi di colpa legati al non poter andare a trovare i nostri cari estinti direttamente al cimitero.

Un’altra piattaforma social commemorativa è Life.VU, direttamente da Israele. Qui viene generato un profilo della persona scomparsa sulla base di notizie biografiche, mentre parenti e amici possono accedere con i loro profili e condividere foto, ricordi, video ed interagire tra loro. Non solo: è possibile anche accendere candele commemorative ed inviare corone di fiori. L’idea alla base è di rafforzare i legami tra i familiari del defunto e con il caro estinto. Un concetto che sta spopolando nelle agenzie funebri statunitensi, dove i pacchetti per i funerali comprendono già anche il profilo Life.vu. Lo slogan originale del sito recitava “Le persone stanno morendo per aggiungersi”: un po’ macabro, considerando in più che l’idea nasce da due studenti universitari mentre bevevano un caffè al bar. Ora gli ideatori hanno optato per un più sobrio: “Riconnettere i disconnessi“.

IMMORTALITA’ A PORTATA DI CLICK – Si chiama invece Eter9 il social che, attraverso l’intelligenza artificiale, consente di pubblicare quando si è offline e, volendo, per l’eternità. Nato in Portogallo dall’idea di un programmatore informatico, è in netta espansione nel mondo. Attraverso precisi algoritmi crea una profilazione dell’utente che, a sua volta, genera la controparte, ovvero un ‘io informatico’ che posta, scrive e commenta sul profilo quando la persona fisica è offline. Ciò permette di essere attivi h24 e potenzialmente, per l’eternità, come appunto richiama il nome scelto per il social. Più ci si muove sulla piattaforma più l’intelligenza raccoglie dati, li processa e capisce come siamo e come saremo. Gli utenti, nel frattempo, possono interagire tra di loro, per cui spesso può capitare che ci si tenga in contatto con account in realtà inattivi. In futuro c’è l’intenzione di arrivare ad accedere alle informazioni degli altri account social degli utenti iscritti al fine di migliorare i codici dietro la controparte.

Memento mori? Forse Tertulliano dovrebbe ricredersi.

 

di Silvia Stentella

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