I dieci soggetti che si incontrano su Facebook

INDIVIDUA, CONDIVIDI, TAGGA

scimmiette.amore.whatsapp.non.si.dice.piacere.bon.ton.buone.maniere.non.vedo.non.sento.non.parloSi dice che “il mondo è bello perché è vario”. Indubbiamente. Se fossimo tutti uguali, su questo pianeta non si accoppierebbe più nessuno (secondo il principio che “gli opposti si attraggono”). E sai che noia, poi. Meglio una vasta scelta di individui, ognuno particolare a modo suo. E divertente, anche. O avvilente, dipende dai casi.

Per capire quanta gente stravagante si aggira per il mondo (o, senza andare troppo lontano, attorno a noi) non è necessario compiere imprese epiche: basta dare un’occhiata su Facebook. Certo, ci sarà sempre colui che si distinguerà dalla massa (magari la famosa eccezione che conferma la regola) ma, a quanto ho potuto personalmente constatare, alcuni esemplari di bipede umano si sono riuniti in stereotipi standard, dalle caratteristiche ben precise e facilmente identificabili.

Dalla mia accurata analisi, ho ricavato dieci categorie di soggetti che gravitano, con la loro spiccata personalità, all’interno del social network. Nessuna differenza tra maschi e femmine, precisiamo. Ecco i risultati:

  1. L’intellettuale (inchinatevi di fronte al mio genio). È stato posizionato per primo perché, da mancato Einstein qual è, merita di certo il primo posto. Lui è bravo, intelligente, colto e sapientissimo. Ne sa di tutto, dalla riproduzione dei cetacei alla flora in Uzbekistan. I suoi post sono ricchi di citazioni, perché lui conosce tutti gli autori del mondo, anche quelli che non sono stati ancora scoperti e che non hanno ancora pubblicato il loro primo libro. La sua vita è fatta di mostre, teatri, visite guidate, escursioni alla ricerca dell’illuminazione e convegni sulla possibile estinzione dei koala. Un mito, signori. Un esempio da seguire e da imitare. Magari dopo aver bevuto sei Redbull e solo dietro ricompensa in denaro.
  1. La vittima (il mondo ce l’ha con me). La gente è cattiva, compie atti orribili e riversa il suo odio sempre sulle persone più buone. Questo è l’unico pensiero della vittima: colei che non fa mai niente di sbagliato, persegue un comportamento esemplare, accende le candeline in chiesa, aiuta i bisognosi, offre sempre agli amici una spalla su cui piangere. Ma – che ammasso di ingrati – NESSUNO, ripeto, NESSUNO è mai in grado di essere gentile. Tutti un pugno di scrocconi infami, che prima usano e spremono fino al midollo la povera vittima e poi la abbandonano lì, sul ciglio della strada, da sola e al freddo. Per questa categoria, io propongo una “colletta della solidarietà” per l’acquisto di un camion di fazzolettini, gelato e peluche. In omaggio ai partecipanti, tappi per le orecchie: non senti, annuisci e sorridi. Ti mostrerai gentile.
  1. L’innamorato (vedo farfalle che volano su prati in fiore). Eccolo là, il Tristano impavido, l’Orlando furioso del nuovo millennio, il “non dormo la notte, non mangio, non respiro, se il mio amore non c’è”. Le uniche cose che questo soggetto è in grado di scrivere si dividono in due categorie: frasi d’amore da far invidia ai Baci Perugina e cuori. Tanti cuori. Cuori ovunque. Leggere il post di un innamorato significa ricorrere all’insulina nel più breve tempo possibile, velocemente, prima che i neuroni soffochino per intasamento da zucchero. Per l’innamorato esiste solo la sua dolce metà, e con lei scambia tenere effusioni d’amore utilizzando le rispettive bacheche: mi manchi, anche tu. Ti amo, anche io. Sei la mia vita, me too. Un suggerimento: hanno inventato Whatsapp. Se avete un cellulare munito di connessione internet è fatta, non pagate neanche il costo del messaggio. Giuro, è così. Quindi, perché non lasciate sfogare i vostri sentimenti smielati in privato, evitando di urtare la sensibilità di chi è debole di cuore? No così, sempre se non è un disturbo.
  1. L’ostentatore (faccio cose paranormali e le faccio meglio di tutti). Questo è il mio preferito: ogni sacrosanta cosa che dice/fa/pensa deve necessariamente, assolutamente, indiscutibilmente comunicarla al mondo intero. E lo fa utilizzando dei toni apocalittici, perché l’ostentatore – forse non tutti lo sanno – è in grado di compiere fatti straordinari, cose fuori dal comune, allucinanti. Come ci riesce lui, non ci riesce nessuno. Se poi si tratta di un soggetto di bell’aspetto, magari anche intelligente, apriti cielo: vita aliena sul pianeta Terra, signori e signore. Bisogna complimentarsi, con l’ostentatore, e commentare tutti i resoconti delle sue straordinarie imprese con ammirazione, quasi devozione, perché è questo che il grande essere sovrumano cerca: approvazione. Io invece commenterei così: ma chi? O meglio, ma chi te l’aveva chiesto? Perché che sei bravo/bello/intelligente lo vedo, non sono cieca. Quindi smettila di ripeterlo, dopo un po’ annoia. A te no?
  1. Il figo (pretendenti messi in fila, che manco al supermercato). Beh, il soggetto denominato “figo” è quello più diffuso. Foto tratte da book fotografici, scattate in spiaggia alla Baywatch, con muscoli possenti e/o fisicacci asciutti da top model in primo piano, sguardo seducente e pose scultoree. Il figo sa di essere figo e ogni occasione è buona per ribadirlo. E lo fa non con le parole, ma con i fatti. Si, perché in genere il figo non scrive – forse non lo sa fare – ma preferisce usare Instagram e passa la parola al suo fisico, che parla per lui. Di norma, i “mi piace” alle foto sono inversamente proporzionali alla quantità di vestiti che indossa: meno roba hai addosso, più i “mi piace” aumentano. Grande, queste si che sono soddisfazioni! Essere apprezzati per ciò che si è, e non per ciò che si sembra, è gratificante!
  1. Il polemico (vivo in un universo di idioti). Finalmente, il più simpatico – in senso ironico, molto ironico. L’esemplare di polemico è colui che ha da ridire su tutto e tutti. La politica è un schifo, il mondo va a rotoli, la gente è pazza, la religione è l’oppio dei popoli, queste nuove generazioni ci porteranno al collasso. Non puoi permetterti, se hai tra gli amici un polemico, di esprimere la tua opinione: lui ti verrà contro, ti criticherà, ti insulterà per farti sentire un caprone ignorante che della vita non ha capito niente. Lui, invece, ha capito tutto. Tipo Sgarbi. Certo. Anche in questo caso, annuisci e sorridi. Funziona.
  1. Il marpione (commento tutti i post possibili, prima o poi…). Il soggetto che intanto ci prova, tanto qualcuno abboccherà. Aggiunge tra gli amici qualunque essere dotato di due gambe, due braccia e che, possibilmente, respiri. Chiunque potrebbe essere un’ottima preda. Sta lì, sempre in agguato, aspettando un nuovo post per poterlo commentare nella frazione di due nano secondi per attirare l’attenzione. E se non ci riesce, con la scusa più banale del mondo – in genere è “ma non ci siamo già visti da qualche parte?” – contatta la preda in chat per attaccare bottone. Ma se glielo chiedi, il marpione ha solo “amici”. Lui è amico di tutti. Ci prova con qualcuno? Macchè, la gente è visionaria, vede cose che non esistono. Oh, ragazzi, andiamo tutti insieme da un bravo oculista, perché non si può accusare ingiustamente qualcuno; la situazione ci sta sfuggendo di mano.
  1. Il saggio (il treno passa una volta sola). Socrate può mettersi da parte. Il soggetto saggio è imbattibile, ne sa una più del diavolo. Ha la frase giusta al momento giusto. È un pozzo di sapienza e buon senso. Un pozzo talmente colmo che non può trattenersi: deve esplodere. E lo fa invadendo la home di Facebook di cose come “carpe diem”, “chi si ferma è perduto”, “ogni lasciata è persa”, “vivi e lascia vivere”, “tira tira la corda si spezza”. Il saggio e l’aforismario camminano mano nella mano, amici inseparabili. La sua saggezza infonde di speranza i cuori di chi legge le sue perle, spingendolo a credere che una via d’uscita, in questa vita crudele, esista. “I soldi non fanno la felicità”, direbbe. Benissimo, caro il mio saggio, allora ti lascio il mio codice iban e mi passi i tuoi, di soldi, ok? Tanto resti felice lo stesso.
  1. Il cinico  – ironico (il bacio è un apostrofo rosa tra “ti” e “ammazzo”). Che persona dolce, il cinico! Il soggetto che trova sempre il modo di rovinare un momento romantico e di tirar fuori una battutaccia anche nei momenti di serietà assoluta. Antiromantico, anticonformista, antitutto, il cinico si ribella soprattutto nei confronti dell’innamorato: ti amo, anche tu, ma perché non centrate lo spigolo del muro con la fronte? Mi manchi, anche tu, a me veramente manca la lasagna di mia mamma. Sei la mia vita, me too, ok io opto per la vodka. È così, il cinico. Non riesco ad essere critica nei suoi confronti – sono di parte – perché saper riconoscere un cinico – ironico, nella maggior parte dei casi, diventa divertente. Però dai, caro cinico: e sciogliti. Prova a mettere anche tu un cuoricino in bacheca. Ti assicuro che le dita non si staccheranno dalla mano, il cuore continuerà a funzionare, i capelli non cadranno e la tastiera non esploderà. Forza e coraggio!
  1. Il bimbominchia (#friends #love #lol #tvb #solecuoreamore). Per concludere in bellezza, non potevo non nominare il soggetto dei soggetti. Il bimbominchia è colui che non può fare a meno di Facebook neanche quando si trova in bagno: fotografa anche quello. L’hashtag è il suo migliore amico, anche una congiunzione è preceduta dal tasto cancelletto, perché per lui tutto è diventato un grande #. Un continuo #. Una serie infinita di #. # ovunque. Con l’avvento del selfie, poi, non ne parliamo. La boccuccia sporgente, lo sguardo alla Belen, il sedere all’aria, l’indice e il medio in segno di “ok”, il cappellino da rapper, sono tutti atteggiamenti tipici dell’esemplare bimbominchia. Anche non volendo sapere dove sta, che fa, con chi è, non c’è scampo: lo devi sapere per forza, perché lui te lo dice, che tu lo voglia o no. Ed entri a conoscenza dei suoi spostamenti con cadenza regolare – ogni 3 minuti circa – perché davvero il bimbominchia scrive TUTTO quello che fa su Facebook. Io ho impiegato anni per non far sapere a nessuno, genitori compresi, dove e con chi fossi, conquistando la libertà col sudore della fronte, e poi arrivano i bimbiminchia che non ti fanno neanche porre la domanda. Zero gusto del brivido, ‘sti individui. Ma comprare un diario segreto dove riversare i vostri flussi di coscienza, completi di date, ore e minuti… no?

Ironia a parte, credo sul serio che chi leggerà si ritroverà almeno in una delle dieci descrizioni. In fondo, siamo tutti un po’ Facebook – dipendenti. Chi più, chi meno. E tutti abbiamo il nostro modo di gestire il rapporto tra il pubblico e il privato. Non siate permalosi, e rideteci su. Si dovrebbe ridere sempre dei propri difetti e ammetterlo è il primo passo verso lo stare bene con se stessi e con gli altri.

Per questo motivo, proviamo a fare un gioco: individuate un vostro amico tra le dieci categorie e, nel condividere il link, taggatelo con l’obbligo di ritaggare a sua volta. Chissà quante amicizie interrotte avrò sulla coscienza (#nonvedononsentononparlo)!

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