Dalla caccia ai Pokémon ai fuochi d’artificio: è la Ricerca, bellezza

ALL'UNIPR OLTRE 250 VOLONTARI PER LA NOTTE DEI RICERCATORI: UNA GIORNATA TRA GIOCHI, ESPERIMENTI E SCOPERTE

Notte dei RicercatoriLa scienza non è mai stata così affascinante e interattiva come durante la Notte Europea dei Ricercatori, l’evento che il 29 settembre, dal mattino fino a notte, ha portato la ricerca in vari punti di Parma grazie gli oltre 250 volontari in azione. A mettersi in gioco sono state le aree del Campus Universitario, del Dipartimento di Scienze Medico-Veterinarie di via del Taglio, dello Csac e del centro della città, la Pilotta in primis. Il progetto, ormai appuntamento annuale, prende vita dalla Commissione Europea e si sviluppa grazie alla collaborazione fra l’Università di Parma, il Comune, Frascati Scienza e Imem-Cnr; il tutto con l’obiettivo di divulgare la ricerca scientifica non solo a studenti e adulti, ma anche ai giovanissimi, grazie a una serie di iniziative, laboratori e ‘prove’ divertenti e stimolanti.

IMG_20170929_152846Un esempio? La caccia ai Pokémon organizzata nel Plesso di Bioscienze al Campus. Sì, proprio loro: gli iconici mostriciattoli giapponesi nati negli anni ’90. Quale modo migliore per far appassionare i bambini allo studio della natura, dal momento che i Pokémon si ispirano a piante e animali veri? Ad ogni concorrente è stato assegnato un “taccuino del naturalista” da compilare ogni volta che veniva “trovato” un Pokémon, rappresentato da un cartellone e identificato da un QR code. Per proseguire i piccoli concorrenti dovevano rispondere ad alcune domande riguardanti l’animale o la pianta reale a cui corrispondeva il Pokémon. Completato il taccuino, i giudici rilasciavano un attestato al partecipante con tanto di premi. Insomma, un’iniziativa vincente che ha attirato un gran numero di concorrenti di tutte le età, che hanno trascorso un pomeriggio piacevole e istruttivo.

IMG_20170929_163001Sempre presso Bioscienze si è tenuto l’evento ‘Università di Parma e Agenda 2030 ONU sullo Sviluppo Sostenibile’: un tema delicato quello dell’Agenda, un insieme di 17 obiettivi che hanno lo scopo di promuovere uno sviluppo non dannoso per il pianeta e per le persone. Si ritiene infatti che entro il 2030 la popolazione mondiale avrà raggiunto un numero superiore ai 9 miliardi, una cifra che richiederà sempre più l’utilizzo di norme finalizzate al benessere, alla pace e alla sconfitta di fame e povertà. Ma non solo: non si tratta di garantire a tutti semplicemente i beni primari, ma anche privilegi che al giorno d’oggi appartengono a un gruppo troppo ristretto di persone, come un’istruzione adeguata o un sistema di infrastrutture efficiente. Parola d’ordine dell’incontro è stata “multimedialità”: i temi, infatti, sono stati affrontati con la proiezione e la spiegazione di diversi video, resi accattivanti dalla presenza di personalità famose nel mondo dello spettacolo.

IMG_20170929_153550Il Plesso di Bioscienze è stato animato anche dalla presenza del progetto ‘Stanze della vita’, un insieme di 7 spazi dedicati alla scoperta di diversi ambiti della scienza e degli studi sugli elementi naturali. Ed ecco quindi decine di bambini riempire, per esempio, la stanza dei modelli, dedicata a una “sfilata” di organismi in vitro che andavano dal batterio alle cellule umane e da cui si poteva portare a casa, come ricordo, un seme o una piantina. Per i più coraggiosi ecco la stanza degli scheletri, in cui era possibile tentare di ricomporre uno scheletro umano cercando al contempo di capirne sesso e altezza. Si proseguiva poi verso la stanza dell’eredità in cui sono stati svelati i misteri del nostro codice, il Dna, e la sua storia. La stanza dell’Apprendista Ricercatore offriva la possibilità di mettersi in prima persona al servizio della scienza: chi voleva poteva infatti rispondere a una serie di questionari finalizzati a raccogliere dati su ricerche riguardanti, per esempio, l’avvelenamento dei condor della California. IMG_20170929_155812La stanza dei sensi e la stanza dei mattoni utilizzavano invece cartelloni, costruzioni fatte a mano e materiali di vario genere per introdurre i piccolissimi alla scoperta dei cinque sensi e delle cellule del corpo umano. Infine, la stanza degli stili di vita simulava un piccolo supermercato in cui i bambini, facendo una spesa immaginaria, potevano infine comprendere quanta acqua ci fosse negli alimenti che consumiamo quotidianamente.

IMG_20170929_165416Spostandosi nell’affollatissimo Plesso di Fisica in tanti hanno partecipato a ‘FLUOreSCiENZA’, un evento dimostrativo sul funzionamento della luce e della fluorescenza, elementi che fanno parte della nostra vita quotidiana ma che non sono di facile comprensione per tutti. Alcuni ricercatori hanno infatti mostrato come particelle di luce siano infatti presenti nella clorofilla e, conseguentemente, in molti degli alimenti che mangiamo, come per esempio il pesto alla genovese. E come non parlare del prosciutto di Parma? Anche quello nasconde un’inaspettata fluorescenza, così come la curcuma. Se eccitati anche oggetti come fogli bianchi, cucchiaini di plastica e banconote possono emettere luce. Infine, il pubblico è stato stupito con un esperimento che ha dimostrato come la fluorescenza si possa “accendere” e “spegnere” con l’utilizzo di una determinata molecola (la fluoresceina) immersa nell’acqua.

IMG_20170929_170935Ad attendere gli appassionati di cristalli e minerali al Plesso di Chimica, è stata l’esposizione con visita guidata ‘Dal silicio ai ricci di mare’ allestita al Museo di Cristallochimica. Il pubblico ha potuto ammirare una vasta gamma di minerali. Ma non solo: ad essere esposti ecco anche anche vino e cioccolato. Questo perché i cristalli sono presenti anche in molti degli alimenti che consumiamo di solito, come i polimorfi. Spazio poi agli esperimenti sulla cristallizzazione, per capire come questa viene utilizzata nella tecnologia.
E dai minerali alle rocce attraverso una breve passeggiata verso il Plesso Scienze della Terra per scoprire ‘La vita segreta delle rocce” attraverso un’esposizione guidata in cui bambini e grandi sono stati introdotti ai segreti dell’orogenesi, il processo di formazione dei rilievi, e si sono lasciati affascinare dall’immensa varietà dei materiali esposti.

IMG_20170929_182616_1Entrando e perdendosi nel Plesso di Architettura e Ingegneria il pubblico si è poi imbattuto nel Laboratorio di Internet delle Cose. Cosa? Sensori per il fitness, automobili, radio…e tanti altri dispositivi che possono essere connessi a Internet, ma soprattutto i droni, apparecchi volanti di dimensioni contenute che consentono a chi li comanda di riprendere il territorio circostante e di inviare in tempo reale il file attraverso una connessione Internet apposta. Chi ha sempre voluto far volare uno di questi droni ha potuto farlo grazie alla supervisione dei ricercatori presenti.

E, parlando di voli e guida, al Padiglione 27 del Trasferimento Tecnologico, i visitatori hanno potuto assistere alla presentazione della vettura nata all’interno dell’Università di Parma e progettata dagli studenti di Ingegneria, la Formula Sae: l’UniPR Racing Team ha infatti dato vita a un piccolo bolide a disposizione del pubblico per una prova di guida.

Leo Ortolani alla Notte dei RicercatoriSpostandosi tra le location, il Dipartimento di Veterinaria di via del Taglio ha proposto un viaggio all’interno di varie specie animali con varie attività ed esperimenti, la Casa del Suono ascolti delle opere verdiane registrate con la tecnica Ambisonic e mentre le sale museali della Pilotta sono state animate da un itinerario serale arricchito dalla ricostruzione tridimensionale di alcune sculture romane.
A chiudere la giornata è stato lo Science Party Eat&Drink but THINK! che al Campus ha unito i migliori Food Truck di specialità gastronomiche parmigiane ad ‘assaggi’ di cultura: durante l’aperitivo, infatti, gli ospiti hanno potuto discutere di scienza e attualità con alcuni ricercatori dell’Università di Parma. E non solo: gli appassionati di Rat-Man non si sono di certo persi l’intervento del celebre Leo Ortolani che, in occasione della Notte dei Ricercatori, ha presentato il suo ultimo fumetto ambientato nello spazio e pubblicato in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana e l’Agenzia Spaziale Europea.
Il saluto alla prossima edizione è stato affidato ai fuochi d’artificio che hanno illuminato l’intero Campus, un omaggio a quella che è la luce della scienza, del progresso e della passione per la ricerca.

 

di Chiara Micari 

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