Gherardo Colombo ai giovani: “La democrazia sarà nelle vostre scelte”
L'EX MEMBRO DEL POOL DI MANI PULITE E SCOPRITORE DELLA P2 A PARMA OSPITE DI BORGO LAB
Sono state due ore di domande a ruota libera per l’attento ex magistrato di Mani Pulite, Gherardo Colombo, invitato a presiedere il primo incontro del Laboratorio di Cittadinanza attiva Borgo Lab. Progetto di formazione civica che mira a costruire una comunità più attenta e informata rispetto ai problemi della collettività, l’iniziativa – giunta ormai alla sua quarta edizione – ha radunato gli studenti dei principali istituti superiori di Parma e ha offerto ai giovani partecipanti una nuova prospettiva per osservare la struttura della nostra società. “Sono dieci anni che giro le scuole e incontro i ragazzi, non mi piace parlare solo della mia esperienza personale come magistrato, preferisco illustrare le regole alla base del nostro ordinamento” – ha spiegato Colombo a margine dell’incontro. L’ex magistrato ‘scopritore’ delle liste P2 è più volte sceso dal palco, munito di microfono, per chiedere direttamente ai ragazzi il significato che conferiscono alla parola ‘regole‘, “è indispensabile capirlo perché – ribadisce Colombo – a scuola ci insegnano che attraverso le regole veniamo dominati, questo è il problema.” La giovane platea presente al Teatro Pezzani conferma la premessa dell’ex membro del pool di Milano, ma perché tutti noi abbiamo questa concezione distorta?
IL SENSO DELLA LIBERTÁ – “Le regole sono neutre, possono essere buone o cattive a seconda di cosa stabiliscono”: questo è il punto della questione che secondo il dottor Colombo non riusciamo a cogliere. Anche le leggi razziali, fa l’esempio, erano vincolanti verso tutti, ciò non toglie che era un abominio rispettarle ed è proprio nella nostra libertà di scelta che si gioca la partita fondamentale, “perché troppe volte le persone le rispettano senza chiedersi la finalità“. Il principale strumento che dovrebbe insegnarci a ponderare meglio le scelte che compiamo ogni giorno è proprio la scuola, “essa – dice l’ex magistrato – dovrebbe educarci ad essere liberi, serve a darci degli strumenti con cui difenderci, poiché delegare la scelta a qualcun altro è la cosa peggiore, non dobbiamo lasciare che la nostra scelta sia condizionata dall’ignoranza.” Scegliere con criterio dunque, essere consapevoli che ciò che decidiamo oggi condiziona il nostro domani. Possiamo fare la scelta giusta o oppure quella sbagliata, l’importante è decidere quello che riteniamo sia più corretto fare. “Kierkegaard lo aveva già detto nell’Ottocento, ogni giorno siamo al cospetto di un aut aut, però la cosa più sbagliata da fare è permettere che l’angoscia ci faccia preferire di delegare a qualcun altro di decidere al posto nostro.” Uno dei problemi consiste nel fatto che nonostante la nostra carta costituzionale sia molto orizzontale – quindi aperta alla partecipazione – abbiamo costruito una società verticale, dove vige la prevaricazione e la discriminazione; educare quindi le nuove generazioni alla democrazia diventa quindi un importante deterrente “ma – ribatte Colombo – serve del tempo, non possiamo credere che le cose cambino di colpo, però c’è ancora speranza.”
L’INTERROGAZIONE – Per concludere i ragazzi porgono delle domande su diversi temi di attualità, in particolar modo in merito al Referendum catalano e sulle conseguenze che potrebbe avere in Italia a causa delle campagne referendarie per l’autonomia del Veneto e della Lombardia. “Il tema è: può la volontà dei catalani sovrastare quella degli altri spagnoli? Sarà la storia a decidere – prosegue Colombo – ma questo è il senso della democrazia, cioè tenere assieme tante posizioni diverse. Per quanto riguarda i referendum lombardi e veneti è tutto molto vago; l’indipendenza e l’autonomia sono slegati: se vuoi più autonomia ti leghi maggiormente ad uno Stato, per esempio se chiedi una paghetta più alta ai tuoi genitori, ti senti davvero più indipendente?”
Ed è sul campo della democrazia che si gioca una parte importante della nostra scelta: “sono i cittadini a decidere se vogliono vivere in uno Stato libero o in una dittatura, però in Italia – sottolinea Colombo – abbiamo una concezione particolare dell’autoritarismo, lo viviamo come una sorte di mammismo, quando muore la mamma sentiamo il bisogno di un uomo forte.” Anche per questo sarebbe indispensabile insegnare alle nuove generazioni la storia italiana degli ultimi cinquant’anni, perché “la storia serve a sapere chi siamo. I giovani non conoscono la vicenda della P2, ed è drammatico poiché molti esponenti della loggia di Gelli depistarono le indagini dei magistrati sulle stragi degli anni Settanta e questo equivale ad un attentato alle basi della nostra democrazia.”
Quindi scegliere con consapevolezza e conoscere il passato diventa una nostra prerogativa fondamentale, nella vita privata e in quella da cittadini attivi nei processi decisionali. Dato ciò crediamo che dovremmo acquisire in toto la lucidissima analisi finale di Colombo: “Se decidiamo di andare a mangiare una pizza nel primo posto che ci capita, senza conoscere il luogo dove abbiamo deciso di pranzare, non possiamo lamentarci se poi la pizza fa schifo.”
di Mattia Fossati
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