L’Italia del fiocco rosa, l’Italia che fa prevenzione e guarisce

STORIE E CONSIGLI DI CHI HA VINTO IL TUMORE AL SENO

Banner-Ottobre-in-rosaOgni anno, in Italia, sono circa 50mila le nuove diagnosi di tumore al seno. Questa neoplasia, nemico numero uno delle donne, è una formazione di tessuto costituito da cellule che crescono in modo incontrollato e anomalo all’interno della ghiandola mammaria. E’ appurato, però, che, grazie alla diagnosi precoce, la sopravvivenza a cinque anni dei soggetti colpiti ha raggiunto l’85,5%. Ed ecco perché, anche quest’anno, l’Italia nel mese di ottobre si tinge di rosa. La campagna internazionale ‘Nastro Rosacontro il tumore al seno, giunta ormai alla sua 25esima edizione, fu ideata nel 1992 da Evelyn H. Lauder e si rinnova ogni anno grazie alla Lilt (Lega Italiana per la lotta contro i tumori). Quest’anno, per tutto il mese, in oltre 350 ambulatori le donne potranno sottoporsi a visite senologiche gratuite e controlli diagnostici clinico-strumentali. Non solo: la Regione Emilia Romagna, in collaborazione con l’Ausl, invita tutti gli anni le donne residenti a Parma e provincia, di età compresa tra i 45 e i 74 anni, a sottoporsi a mammografia gratuita.

VINCERE LA PAURA – “Quando si scopre di essere malate, ovviamente, si ha uno shock. L’importante è non lasciare che la paura vinca, bisogna affrontare la situazione a muso duro fin da subito” racconta Roberta, 36 anni, che da un anno a questa parte è ormai da considerarsi guarita: “Quando l’ho saputo ero da sola in ospedale. Ho chiamato mio marito, che ha cercato di tranquillizzarmi. Era fuori città e non poteva accorrere subito da me. Mi ha suggerito di uscire dall’ospedale e farmi un regalo. Sono andata a comprare un paio di scarpe che desideravo da tempo. Sembra una cosa stupida e assurda andare a fare shopping dopo aver ricevuto una notizia del genere. Ma ha funzionato, e mi sono calmata. Da quel momento, ogni volta che avevo una visita medica, o una seduta di chemio, mi facevo un regalo, anche piccolo. Mi sono viziata. Ho cercato di affrontare ogni sfida che mi si presentava davanti con positività. Prima della malattia sono sempre andata di corsa, pensavo continuamente al lavoro, al mutuo, agli impegni. La vita ha voluto che mi fermassi un attimo; penso che abbia voluto dirmi che ci sono un sacco di cose piccole – ma bellissime – a cui prestare attenzione.” Dopo una mastectomia e numerose sedute di chemioterapia, però, Roberta è guarita e, insieme al marito, che le è stato vicino durante tutto il percorso, ha deciso di farsi un altro regalo, il più bello di tutti: “Temevo che dopo tutte le cure a cui sono stata sottoposta non sarebbe mai accaduto e invece: sono incinta.”  

C’è poi Giovanna,  27 anni, a cui è stata diagnosticata la malattia appena dopo la laurea: “In un certo senso devo ringraziare quella brutta bestia. Mi ha fatto un regalo: prima era come se vivessi in un mondo tutto mio. Ero anche un po’ egoista, lo confesso. Non vedevo al di là del mio naso; non mi lasciavo coinvolgere eccessivamente nelle relazioni amorose, ma anche in quelle di amicizia. Quando ho scoperto di essere malata, però, ho aperto gli occhi: ero circondata da persone meravigliose. La mia famiglia, ovviamente. Ma anche tantissimi amici – molti dei quali, fino ad allora, avevo sottovalutato – si sono immediatamente resi disponibili ad aiutarmi e a sostenermi. La cosa che ho apprezzato di più è che non mi hanno mai guardata con ‘compassione’. Era uno dei miei maggiori timori. Al contrario, mi hanno sempre ‘ordinato’ di rimboccarmi le maniche, e così ho fatto. Nel mio percorso ho incontrato persone fantastiche anche nell’ambito ospedaliero: medici e infermieri che non smetterò mai di ringraziare. Adesso ho ricominciato a vivere: ma è una nuova esistenza la mia. Nuova e affascinante.”

“Ognuno di noi ha sentito parlare di tumori, chemioterapia, radioterapia; sono realtà ormai diffusissime – racconta Marina, 43 anni – eppure non pensiamo mai che possa toccare a noi. Quando ho saputo del tumore non ho provato niente, se non un senso di vuoto. Un vuoto enorme: era come se mi trovassi davanti a un dirupo. Per qualche giorno non ho raccontato niente a nessuno; appena mi sono resa conto che avrei dovuto parlare della mia condizione ai miei familiari, il vuoto ha fatto posto alla paura. Avevo una gran paura: più per loro che per me stessa. Ero terrorizzata dall’idea di come avrebbero potuto reagire i miei amici, i miei genitori”
Ma Marina ha fatto presto a ricredersi: “In realtà ho scoperto quanta forza fosse insita in quelle persone che ritenevo così fragili, e quanta forza avessi io. Ho, anzi, ‘abbiamo’ – non sono mai stata da sola – affrontato ogni ostacolo insieme. Sono trascorsi cinque anni, e ho finalmente ripreso in mano la mia vita“.

TUMORE-SENO-2017-3-640x425PREVENIRE, PREVENIRE, PREVENIRE – I principali fattori di rischio del tumore al seno sono legati, oltre che all’età (solitamente superiore ai 50), anche ad anamnesi familiare, obesità, terapie ormonali e abuso di alcol e fumo. Per questo motivo uno dei primi passi da fare per la prevenzione riguarda il miglioramento del proprio stile di vita: fondamentale seguire una dieta equilibrata e dedicarsi all’attività fisica regolarmente (almeno per 30 minuti al giorno). Importante, inoltre, l’autopalpazione: esame in apparenza semplice, svolge in realtà un ruolo di primaria importanza e dovrebbe essere eseguito, a partire dai 20 anni, almeno una volta al mese, tra il settimo e quattordicesimo giorno del mestruo. Occorre, a grandi linee, attenersi a questi tempi, perché la struttura del seno si modifica in base ai cambiamenti ormonali mensili. Generalmente, nelle fasi iniziali, non si avverte dolore. E’ necessario perciò imparare a conoscere il proprio corpo; cercare eventuali noduli palpabili, alterazioni del capezzolo o della forma del seno. Anche l’osservazione della pelle può essere utile: eventuali arrossamenti o ulcere potrebbero essere sintomi da approfondire. Per quanto riguarda i controlli dagli specialisti, per le donne tra i 20 e i 40 anni è sufficiente una visita annuale che approfondisca però l’analisi con un’ecografia, mentre per le over 50 è consigliata la mammografia. Tra le nuove tecniche diagnostiche, è stata inserita quella del cosiddetto ‘pap test del seno’, una risonanza magnetica con particolare mezzo di contrasto, che sembrerebbe permettere una diagnosi molto precoce individuando già le caratteristiche pre-tumorali.

parmarosaL’IMPORTANTE E’ CHE SE NE PARLI – Per accendere (letteralmente) i riflettori su questo tema, a partire dal primo ottobre alcuni tra i monumenti più importanti d’Italia sono stati illuminati di rosa, e lo resteranno fino alla fine della campagna. Inoltre, per avvicinarsi a un pubblico più giovane, nel 2015 è stata realizzata un’applicazione che consente di modificare e successivamente di caricare sui social network una propria foto con un banner riportante l’hashtag ‘fatelevedere’ all’altezza del seno. Avon, noto brand di cosmetica, ha invece condotto la campagna utilizzando la fotografia di una ragazza con le ascelle pelose, accompagnata dallo slogan ‘Non tutto ciò che cresce è visibile’. Pensateci.

di Stefania Piscitello e Fioralba Roscigno

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