Sul palco e a tu per tu: Ezio Mauro racconta 100 anni di Russia

RACCONTARE LA CRONACA: UN SECOLO DOPO, AL TEATRO DUE L'EVENTO CHE SCONVOLSE IL MONDO E NE INFLUENZO' IL DIVENIRE

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Due treni aprono e chiudono un secolo, intersecandosi a distanza di meno di un mese. Il primo riporta Lenin in patria dopo 17 anni di esilio, il secondo trasporta, a bordo del vagone imperiale, l’ultimo Zar Nicola II Romanov. Sono treni ricchi di persone, bolscevichi, seguito imperiale, medici e servitori, ma che di fatto trasportano entrambi un solo passeggero: lo spettatore.

Il 19 ottobre, al Teatro Due, si è tenuto lo spettacolo ‘I due treni, Lenin e lo zar. Cronache di una rivoluzione.’ A distanza di 100 anni, i grandi fatti che hanno segnato e determinato tutte le vicende e le dinamiche mondiali del XX secolo, a partire dalla Rivoluzione Russa trovano voce in Ezio Mauro. L’ex direttore della Stampa e de La Repubblica, rivela sul palco i  numerosi retroscena che si nascondono dietro questo evento storico ricco di conseguenze accompagnato da grandi immagini e riprese dell’epoca e dalla voce fuori campo di Ivano Marescotti. Pur affrontando un tema di solito relegato ai banchi di scuola, il pubblico è incantato.

72-ezio-mauro“Ho pensato solo al lavoro giornalistico, cercando di fare il cronista di un fatto che risale a 100 anni fa- spiega Ezio Mauro, parlando dello spettacolo e di attualità politica –ho voluto fare cronaca, dall’inizio alla fine, nutrendo i vari fatti di tutti i particolari che lo trasformano nel racconto di una vicenda, che fa parte anche di una grande narrazione popolare. Io penso che si possa ripercorrere una vicenda storica avendo rispetto per la verità, andando nei posti per vedere le tracce che restano, le testimonianze che si tramandano da generazione in generazione e facendo di tutto questo un racconto giornalistico.” Mauro ha raccontato anche della sua esperienza di corrispondente per La Repubblica in Unione Sovietica durante gli ultimi anni prima della sua definitiva dissoluzione, ricordando come fu molto affascinante vivere quel momento “perché tutti usavano la parola ‘rivoluzione’, anche se in senso non cruento, e si andava diffondendo un grande movimento sociale, culturale, e politico. La sensazione era che tutto ciò non fosse guidato, perché Gorbaciov, pur avendo rotto gli argini del sistema, non aveva chiara una rotta; era convinto di poter socchiudere la porta del sistema, pur tenendo la mano sulla maniglia. Ovviamente, la democrazia non la puoi controllare per gradi e a quel punto la popolazione ha dato un calcio alla porta e l’ha spalancata”.

“Mi ricordo di una volta – afferma Mauro, continuando a raccontare la sua esperienza – in cui andai in un teatro di periferia, dove vi era ospite il sindaco di Mosca con alcuni candidati del partito. La gente in sala si alzò in piedi e iniziò a chiedere: “Di quanti metri quadrati è casa tua?”. La popolazione cominciò a fare delle domande, che probabilmente si era sempre posta, ma che non aveva mai osato prima pronunciare in pubblico. Si stava iniziando ad andare nel cuore dei privilegi di queste persone, che in Russia veniva definita ‘la classe eterna’”.

060837507-00cbb35b-9f1e-45ba-9bbb-9df51ff158b2Come giornalista per La Repubblica, Mauro ha intervistato in prima persona Vladimir Putin, sicuramente uno dei politici più controversi: “Un prodotto sovietico, un uomo di transizione tra il sovietismo e il post-sovietismo, che è riuscito a dare espressione compiuta a quella formula che ha inventato Max Liniger-Goumaz della ‘democratura’, ovvero un regime che si pone a metà strada tra la democrazia e la dittatura. Ciò è evidente osservando come si comporta con i dissidenti all’interno del suo Paese. Ma anche i suoi più ferventi critici affermano che la Russia, negli anni immediatamente successivi al crollo dell’Unione Sovietica, veniva costantemente schernita sulla scena politica internazionale e che oggi questa umiliazione è stata superata grazie alla forte personalità del presidente. Quest’ultimo esercita un ruolo di grande potenza perché interpreta la vera anima imperiale della Russia”.
Nonostante tutte le incongruenze che si avvertono all’interno del Paese, ad ogni modo Mauro crede che “un ritorno al sistema sovietico non sia possibile, anche perché Putin teoricamente si professa addirittura liberale e, in tutti i casi, certamente non è comunista, pur essendo stato un uomo del KGB. La domanda da porsi è se vincerà l’apertura della società e se si riuscirà ad imporre un sistema democratico, con tutte le imperfezioni che anche questa forma di stato possiede, essendo un prodotto umano”.

Ma Ezio Mauro non solo è riuscito a incontrare il capo del Cremlino: “Sono stato con Navalny, il principale oppositore del presidente, a vedere gli altri focolai di opposizione. Questi vivono nelle stesse condizioni che possiamo trovare nella dissidenza di uno stato fortemente autoritario”. E parlando della scena politica internazionale Mauro spiega come “visti gli ultimi avvenimenti, relativi alla crisi tra Corea del Nord e Stati Uniti, e tenendo in considerazione i precedenti storici che hanno segnato negli anni ’50 la Guerra di Corea, non bisogna sottovalutare il ruolo che svolgerà la Russia. L’anima imperiale di questo Paese non è un prodotto del Sovietismo o dello Stalinismo, ma qualcosa di eterno, che c’era prima, che ha continuato ad esserci nell’involucro dell’Unione Sovietica, e che continua ad esserci”.

 

di Alice Gabbrielini e Ilaria Roccisano

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