‘Lettering da…’: cercatori di insegne storiche a naso in su per la città

ARRIVA A PARMA IL PROGETTO NATO PER CUSTODIRE GLI ANTICHI ALFABETI

22279865_324277551369765_7922783029512373689_nUn viaggio nella storia della città attraverso lo studio della tipografia urbana. Basta volgere gli occhi in su per scoprire un mondo ormai quasi dimenticato: quello delle vecchie insegne di negozi e locali. Luminosi, incisi sul legno o dai colori particolari, i caratteri delle insegne, dei numeri civici e delle targhe affisse sui muri possono aiutare a ‘scrivere’ e a preservare la memoria di una città. E’ da questo presupposto che nasce il progetto ‘Lettering da‘, un catalogo fotografico che punta, almeno in una prima fase, a raccogliere i caratteri più interessanti delle insegne sparse nei vari centri urbani italiani. In un mondo sempre più standardizzato, in questa città globale in cui il brand sta prendendo il sopravvento su ogni cosa, le insegne dei negozi, con i loro caratteri unici e irripetibili, stanno ormai trasformandosi in piccole perle da custodire.

IL PROGETTO – Silvia Virgilio, classe 1987, graphic designer di Torino, dal 2012 ha iniziato a incanalare la propria curiosità nei confronti del mondo in questo progetto, insieme a una folta schiera di collaboratori provenienti da varie città italiane. Quello che fanno questi viaggiatori nel tempo è ‘semplice’: raccolgono online le fotografie per poi analizzare quelle più interessanti. Le insegne che presentano caratteri tipografici inediti o caduti in disuso vengono quindi vettorializzate: dopo averle trasportate sullo schermo del computer, questi giovani esperti di type design le modificano, recuperano eventuali imperfezioni e le studiano. Lo scopo è quello di riuscire a creare, servendosi delle poche lettere che compongono le varie insegne, alfabeti completi. Silvia, ideatrice del progetto, è partita da Torino per poi espandere ‘Lettering da’ ad altre città grazie anche all’aiuto dei canali social. Su Facebook, infatti, esistono già diverse pagine dedicate a molte altre località italiane: create da Silvia, che fornisce il logo, sono poi 22282038_324275804703273_4273117138792205667_ngestite da collaboratori volontari provenienti da Torino, Milano, Genova, Matera, Venezia, Roma, Faenza, Jesi, Trieste, Modena e…Parma, ultima città aggiunta al progetto.
Cristina Guareschi è la curatrice della pagina Facebook ‘Lettering da Parma’. Da sempre appassionata dell’arte in ogni sua forma, dopo il liceo ha frequentato un corso di Graphic Design a Bologna. Col tempo ha poi sviluppato e approfondito il proprio interesse per il lettering design e la tipografia: ed è per questo che, ormai da agosto 2017, ha deciso di affiancare Silvia Virgilio nel progetto. ‘Lettering da Parma’ è presente, oltre che su Facebook, anche su Instagram. Sfogliando la galleria fotografica si potranno ripercorrere le vie più conosciute con un occhio diverso: le insegne dei negozi sono elementi ormai sottovalutati; si è così abituati alla loro presenza, da non accorgersi minimamente di quanto esse possano essere caratteristiche. Ed ecco che quindi si accennerà un sorriso nel vedere l’insegna della Pasticceria Cocconi’ di Piazza Repubblica, in cui si è andati a mangiare la famosa millefoglie un centinaio di volte, senza mai far troppo caso alla particolarissima scritta all’ingresso, o quella della ‘Panetteria Moderna’ in Strada Farini, rara e usurata dal tempo, ma ancora in grado di raccontare qualcosa.

Cristina, partiamo dall’inizio: come sei venuta a conoscenza di questo progetto e perchè hai deciso di aderire? 

“Io mi occupavo già prima di lettering e ho sempre avuto una grande passione per la tipografia, quindi ho saputo di questo progetto perchè sono già nell’ambiente. Mi ha affascinata da subito: mi ha colpita l’idea innovativa, la possibilità di raccogliere quelle che sono le storie di ogni città. Perchè le insegne, che non necessariamente devono essere quelle dei negozi, ma anche di ditte, costituiscono indubbiamente un grande patrimonio culturale. Io sono nata nella bassa parmense ma vivo a Parma e conosco benissimo questa città: qui ci sono insegne vecchie di tantissimi anni, alcune sono sbiadite ma hanno ancora un grande fascino, come quella della Panetteria di Strada Farini.”

Tutti i collaboratori di ‘Lettering da’ sono esperti di type design. Esattamente in cosa consiste quest’arte?

“In termini semplici, stiamo parlando dello studio e della scelta dei caratteri tipografici. Il lettering si differenzia dal type design perchè è più creativo. Certamente però deve avere anch’esso delle basi, perchè le lettere hanno una propria struttura, un proprio Dna.”

Cos’è che rende un’insegna ‘degna’ di essere fotografata? Quelle più moderne, ad esempio, sono ‘interessanti’ ai fini del progetto?

“Innanzitutto deve avere dei caratteri ‘strani’ che non si trovano al computer. Non devono essere facilmente riproducibili; devono avere qualche particolarità, ecco. Le insegne più moderne in genere non le includiamo nelle raccolte, proprio perchè, essendo create con caratteri che già si trovano nel computer, non rientrano tra gli obiettivi di questo progetto; se però sono molto particolari, allora, possiamo considerare di fotografarle. In generale, però, uno degli elementi fondamentali delle insegne che scegliamo è la ‘storicità’: devono avere qualcosa da raccontare. Ci interessano anche altre cose, come le targhe dei numeri civici. Altro requisito che devono avere le ‘scritte’ da noi prescelte è quello di trovarsi sulla strada: devono essere ben visibili a tutti, non andiamo a fotografare all’interno dei negozi, ad esempio. Io ho già scattato moltissime foto oltre a quelle pubblicate su Facebook e Instagram. Le caricherò online col tempo; è richiesta una pubblicazione a cadenza regolare. Tra i gruppi c’è chi posta fotografie ogni giorno, mentre io, sulla mia pagina, preferisco pubblicarle ogni martedì e giovedì.”

Come collaborare? E’ necessario essere esperti del settore?

“Per collaborare bisogna scrivere a Silvia Virgilio, l’ideatrice del progetto che si occupa anche di selezionare le persone. Occorre essere del settore, avere dimestichezza con lo studio dei caratteri e con gli strumenti grafici, anche perchè il progetto non si ferma alla galleria fotografica: la fase successiva è quella di vettorializzazione. Una volta al mese c’è il ‘type focus’: ogni curatore sceglie un’insegna della propria raccolta e ne approfondisce lo studio, per arrivare poi a creare un alfabeto completo. Questo lavoro è abbastanza impegnativo e richiede un po’ di tempo. Io non l’ho ancora fatto, perchè la pagina dedicata a Parma è nata da poco e aspetto di avere una galleria più ricca.”

Il progetto è già in qualche modo monetizzabile o per ora è solo un hobby?

“Per il momento si tratta solo di un hobby, poi in futuro chissà…”

# 15 - profumeriaA Parma c’è tanto da fotografare? C’è una zona più ricca di ‘materiale’ rispetto alle altre?

“Diciamo che rispetto a città più grandi come Torino il patrimonio delle insegne è numericamente più basso. Un tempo erano sicuramente di più, adesso molte sono andate perdute, o perchè le ha usurate il tempo o perchè sono state rimosse dai nuovi proprietari. Però si trovano cose molto interessanti. Sicuramente il centro storico è molto ricco, infatti una delle ‘regole’ del progetto è quella di non spostarsi troppo dal centro. Per ora quindi escludo di occuparmi della provincia, anche perchè ovviamente si farebbe più fatica a trovare cose interessanti.”

Qual è la tua insegna preferita a Parma? 

“La mia preferita, che si trova in via Farini, è un’insegna che recita ‘Profumeria’.  Gli attuali proprietari hanno deciso di conservare la vecchia insegna. Mi piace molto per lo stile Liberty: è una scritta dorata molto particolare, con delle spirali insolite ripetute nella ‘R’ e nella ‘P’, ed è fatta in vetro.”

Quando fotografi le insegne, ti capita mai che i passanti ti osservino, cercando di capire cosa ci sia di così interessante?

“Sì, è capitato. Di solito vado a scattare le foto molto presto, verso le sette del mattino, quindi c’è poca gente in giro. Ma qualche volta, mentre mi vedono fare le fotografie, mi guardano non riuscendo a capire cosa io stia facendo. Probabilmente pensano che stia fotografando loro, ma in realtà l’obiettivo della macchina è rivolto un po’ più in su.”

Fotografando e digitalizzando molte insegne realizzate a mano, unite, in certo senso, passato e presente. E il futuro?  

“Sì, conserviamo in un qualche modo una parte del patrimonio culturale delle città. Per il futuro non so, è ancora tutto da scrivere. A Torino, città da cui è partito il progetto, attualmente c’è molto fermento in campo creativo. Si stanno già organizzando mostre in cui si raccoglie il materiale e si presenta quello che è stato fatto finora. C’è anche l’idea di organizzare dei tour guidati delle città ripercorrendo le varie insegne e spiegando ai partecipanti la loro storia.”

Un insolito racconto dei centri urbani dell’Italia dunque, quello proposto dal ‘Lettering da’, ma non solo: si tratta anche di un invito a staccare gli occhi dai cellulari quando si cammina per le strade cittadine, per prestare maggiore attenzione ai dettagli più inaspettati che esse possono offrire. Un invito a ‘guardare un po’ più in su’.

di Stefania Piscitello

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