Differenziata e stagione di matricole, cosa c’è che non va
I DIFETTI DELLA RACCOLTA RIFIUTI TRA IGNORANZA E DISINFORMAZIONE
Parma, modello e baluardo nella raccolta differenziata. Prima città in Emilia Romagna e quarta in Italia (dopo Mantova, Trento e Bolzano), secondo il rapporto ‘Ecosistema Urbano 2017’ stilato da Legambiente. Risultati in netto miglioramento da quando, nel 2012 il capoluogo emiliano ha esteso in tutte le zone della città il servizio integrale di raccolta rifiuti ‘porta a porta’, arrivando nel 2017 a superare l’80% di rifiuti differenziati. Un sistema ferreo ma anche innovativo dove ogni materiale ha la sua esatta collocazione per poter essere correttamente smaltito ed entrare poi nella filiera del riciclo. Il meccanismo vede la distribuzione da parte di Iren Ambiente (società del Gruppo Iren addetta allo smaltimento dei rifiuti per il Comune di Parma) di uno specifico kit per ogni abitazione per la corretta diversificazione dei rifiuti, con l’introduzione di orari e tempistiche precise per il ritiro ‘sotto casa’ della spazzatura.
Un impianto decisamente funzionante, visti i risultati, tranne per alcune eccezioni. Tra queste, quelle che si riscontrano in zone come l’Oltretorrente o limitrofe ai poli universitari: zone abitate maggiormente da studenti e dove il problema della giusta differenziata tende a ripetersi ogni anno. Soprattutto con l’arrivo di matricole fuori sede che abitano a Parma per la prima volta e che non sanno qual è il giusto funzionamento della raccolta differenziata. Tra la ricerca di alloggio e tutte le beghe di un trasferimento, i rifiuti non sono certo il primo pensiero. Ecco allora che, in concomitanza con l’arrivo di nuovi inquilini fuori sede, nei condomini spesso capiti che vengano esposti i rifiuti dell’indifferenziata in sacchetti non conformi e fuori dagli appositi bidoni. “Iren li ritira comunque – spiega Andrea, residente in borgo Parente – ma perché io devo rispettare il numero di vuotature usando il bidone e pagare di più se sgarro, quando invece ci sono tutte queste persone che fanno come gli pare e non rispettano il sistema?” . Negligenza, disinformazione o incuranza? E da parte di chi?
PARLANO LE MATRICOLE – L’arrivo in una nuova casa significa, nella maggior parte dei casi, l’intestazione delle utenze: acqua, luce, gas e la famigerata tassa sui rifiuti. È proprio durante queste attivazioni che viene spiegato il corretto funzionamento della differenziata, con la consegna del materiale informativo, del calendario di esposizione e del kit per la raccolta. “Io e mia sorella siamo le intestatarie di casa, quindi siamo state noi a doverci informare e gestire la questione spazzatura: qui in centro la raccolta è gestita bene, funziona, è puntuale e lascia pulita la città” spiega Giulia, 21 anni. “L’unica pecca è che i sacchetti sono da ritirare alla sede dell’Iren, che è lontana e quindi c’è da organizzarsi e avere tempo”, continua facendo riferimento alla mancata consegna annuale a domicilio. Nel mese di settembre, infatti, un incaricato Iren, si reca nelle varie abitazioni per lasciare una fornitura annuale di sacchi per la differenziazione di plastica e organico. Nel caso in cui nessuno degli inquilini sia presente in casa, accertando per due volte la loro assenza in diversi orari, il kit deve necessariamente essere ritirato dagli utenti direttamente nelle sede centrale di Iren Ambiente, in strada Santa Margherita. “Non potrebbero istituire uno sportello più vicino al centro città per ritirare i sacchetti? Magari anche provvisorio, ma più raggiungibile per chi non è automunito”, propone Erika, che da settembre vive in via Bixio. Ma le criticità maggiori emergono soprattutto in quei casi dove la bolletta resta intestata al proprietario di casa o, nei casi peggiori, ad ex affittuari senza che nessuno si curi di fornire informazioni ai nuovi inquilini sulla gestione della differenziata. “Non ho ricevuto alcun tipo di informazione dai proprietari, se non un foglio con scritti gli orari – spiega Eden -. Mi sono dovuta arrangiare con le mie coinquiline perché o sai già come funziona oppure devi vedertela da te”. Gianluca spiega come addirittura la sua “tassa dei rifiuti è intestata a un ex-coinquilino che non vive più qui, solo che per comodità teniamo lui” e che ad istruirlo sono stati gli affittuari precedenti che, a loro tempo hanno preso i bidoni necessari. Giorgia, invece, ha cercato le informazioni autonomamente perché “è una cosa che mi sta a cuore e per questo cerco di fare la differenziata al meglio” appoggiando la tesi sostenuta da Cinzia e Giulia: “Credo che informarsi sia un dovere principalmente del singolo: non deve dipendere né da associazioni né da società esterne, tantomeno che dall’università”. Le possibili soluzioni arrivano da Valentina e Giulia che propongono, rispettivamente la creazione di eventi, incontri dedicati all’Università e banchetti informativi posti strategicamente all’interno delle sedi universitarie, oltre che l’introduzione nel contratto d’affitto dell’informativa sui vari metodi di differenziata.
COME FARE LA DIFFERENZIATA – Differenziare i rifiuti in maniera impeccabile non è sempre facile; a volte però basta usare alcuni accorgimenti e tenere a mente un piccolo promemoria:
- Rifiuti più comuni come fazzoletti e tovaglioli sporchi vanno nell’umido, il tetrapack va nella plastica mentre i cartoni da pizza sporchi vanno gettati nel residuo. Ogni tipo di “carta” ha bisogno di uno smaltimento specifico.
- Cosa va nella plastica lo decide la società che gestisce la raccolta dei rifiuti, che cambia da città a città. In caso di dubbi, confrontare sempre il ‘rifiutologo’ rilasciato da Iren, oppure consultare l’app.
- Rispettare sempre gli orari di esposizione per evitare che la spazzatura rimanga in strada creando l’effetto ‘discarica a cielo aperto’ che nessuno vorrebbe sotto casa.
- Controllare, al momento di attivazione dell’utenza, il numero annuale di vuotature (di secco residuo) che cambiano a seconda di quante persone vivono nel nucleo abitativo e della grandezza dell’abitazione e di conseguenza del bidoncino rilasciato, presente nel formato da 40 o 120 litri. Ogni vuotatura in più rispetto a quelle previste, verrà addebitata all’utenza tramite il codice a barre di intestazione: è la cosiddetta ‘tariffazione puntuale’.
- Se l’utenza è intestata al proprietario, quest’ultimo è tenuto ad informare l’affittuario del numero di vuotature previste; in caso di mancata notifica, l’affittuario è tenuto a chiederlo. Una vuotatura minima prima di tutto rimane un risparmio economico, oltre che una buona pratica di vivere civile.
- Personalizzare il bidoncino del secco residuo è una buona pratica: nessuno vuole pagare inavvertitamente i rifiuti del proprio vicino.
- Mobili, televisioni e altri oggetti ingombranti o elettronici vanno smaltiti separatamente e portati nei centri di raccolta. In alcuni comuni del territorio gestito da Iren, come nel caso di Parma, è attivo anche il servizio di ritiro domiciliare.
- In caso di eventi meteorologici forti e/o sciopero, il servizio di raccolta porta a porta salterà un turno e ricomincerà dal turno successivo indicato dal calendario.
- Non lasciare l’indifferenziata accanto ai cestini rossi posti per strada: 1,40 euro a vuotatura è un prezzo irrisorio; appena un caffè al ginseng in meno.
- Differenziare sempre il più possibile, evitando di buttare nell’ indifferenziata qualcosa solo per fretta o poca voglia di controllare il bidone giusto. Una minore spazzatura significa meno emissioni ed un’aria più pulita. Per tutti.
di Elena Brozzetti, Gloria Falorni, Laura Storchi
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