Dieci tavoli e un ‘Libro bianco’ per scrivere il futuro di Parma
PROGETTO DI PARMA URBAN CENTER E PARMA CITTA' FUTURA: OLTRE 70 PROPOSTE PER SPORT, CULTURA, SOCIALITA', SOSTENIBILITA'
Pensate ad una serie di proposte per Parma messa a punto da docenti universitari esperti in vari settori, ma anche dai principali protagonisti istituzionali, economici e sociali del territorio; immaginate poi un libro bianco che promuova una città dal volto nuovo, una città futura. Unite i due fattori ed otterrete il tema dell’incontro svoltosi mercoledì 15 novembre nel Palazzo centrale dell’Universitá di Parma per presentare, appunto, il ‘Libro bianco per la città di Parma’. A dare il via all’appuntamento, accolto da un numero discreto di pubblico, Dario Costi, docente dell’Ateneo cittadino e presidente di Parma Urban Center, che insieme a Parma Città Futura ha promosso il progetto. Accanto a lui, durante l’incontro, Alessandro Carboni, presidente del Consiglio comunale di Parma, Filippo Fritelli, presidente della Provincia di Parma e Alessandro Cardinali, consigliere della Regione Emilia Romagna.
Al libro hanno partecipato ben 51 autori, raggruppati per tematiche articolate in dieci tavoli, presenti all’incontro. Ma da dove nasce questa idea? “Il libro bianco – afferma Costi – nasce dal progetto complessivo di Parma Cittá Futura, che era inizialmente un lavoro didattico fatto nei corsi di Architettura per ripensare la cittadina parmigiana come una città verde, accessibile e accogliente“. Da qui il progetto, è cresciuto: “Si sono attivati spontaneamente dieci tavoli tematici, prosegue Costi – che hanno prodotto proposte concrete: i docenti (universitari e non solo), infatti, hanno preso in carico l’obbiettivo di discutere sui temi strategici di Parma (cultura, musica, tecnologie rinnovabili e ricerca)”. Il presidente di Urban Center sottolinea fiero: “Oggi presentiamo queste 80/70 proposte all’amministrazione pubblica e le discutiamo con gli attori della città che su questi temi hanno esperienza, come Andrea Chiesi o Simone Verde. È un’occasione di discussione, di dibattito di visone di città futura”.
Nel dettaglio, il progetto urbano di Parma Città futura ruota attorno al concetto di Cittá Verde, dove il sistema delle mura riconnette il centro storico e la periferia: lo scopo è infatti creare una sorta di cintura verde, riqualificando e riutilizzando gli spazi esterni della città. Ciò che hanno sottolineato i membri del progetto è che la città si trasforma: non è, infatti, un ente fisso; si evolve. Concorde anche Fritelli, che aggiunge: “Si deve ripensare e reinventarsi costantemente, la riqualificazione deve avvenire a blocchi. Le città si trasformano perché si trasformano le persone che vivono dentro”. “Se la comunità stessa chiede questa visione, e non solo l’amministrazione – ribadisce dopo di lui Tassi Carboni – allora questo progetto potrà avere successo e riuscire.”
LE PROPOSTE DAI TAVOLI – I dieci tavoli tematici presentati promuovono idee e proposte riguardo a musei, tempo libero e sport, cittadinanza attiva, scienza, musica, economia del territorio, mobilità sostenibile e tecnologie innovative, risparmio energetico e ambito sociale, salute e benessere e strategie di intervento. Al tavolo 2, relativo a tempo libero e sport, il docente universitario Davide Montaresi evidenza il fatto che per aumentare i livelli di attività fisica dei cittadini, bisogna considerare le condizioni favorevoli date da strutture e contesti sicuri e piacevoli. Gli spazi pubblici aperti sono considerati, nell’ottica cittadina, pericolosi; prevalgono, infatti, gli spazi chiusi e l’attenta sorveglianza dei genitori, quasi morbosa, verso i bambini mentre questi giocano all’aperto. “Una città dove i bambini stanno bene è una città sicura – dice, aggiungendo che è fondamentale riappropriarsi della cittá – Utilizziamo i parchi e società sportive insieme“, è l’invito finale.
Affine il discorso sulla per il tema del tavolo 3: la cittadinanza attiva. Il professore Giacomo Degli Antoni sottolinea che gli spazi pubblici possano rappresentare un grande elemento per favorire coesione sociale e beni relazionali. Il rischio di tutto questo? Se i gruppi sociali hanno obbiettivi diversi per utilizzo di questi spazi, come potrebbe essere una piazza, si possono creare fonti di conflittualità: gli spazi comuni sono soggetti alla rivalità di consumo. Il docente conclude sottolineando come sia “necessario utilizzare le proposte che provengono dal basso, sono più efficaci perché sono promosse direttamente dal pubblico”. E aggiunge: “Bisogna consultarlo nel momento in cui si vanno a decidere le funzioni di questi spazi pubblici, favorendo il processo di democrazia e di gestione di spazi comuni.”
Dal tavolo 4, relativo alla scienza, giunge invece la proposta di “passare dall’evento (come può essere la Notte dei Ricercatori) a qualcosa di permanente” rendendo “la ricerca scientifica un cromosoma del dna della città”.
Al tavolo 8 un focus sull’importanza e sull’impatto della tecnologia all’interno delle case parmigiane. “Ottimizzare l’uso energetico dentro le case, rendendole interconnesse e portare al loro interno servizi attivi” è la proposta avanzata.
Dal tavolo 10, infine, provocatoriamente intitolato ‘Strumenti impossibili e strategie di intervento’ e coordinato da Riccardo Marini, emerge come il progetto sia possibile perché avviene su aree pubbliche. “La proposta è semplice, ma le esperienze precedenti sono state fallimentari perché il pubblico agiva da privato. Ma se fosse il privato a fare il pubblico?”
A chiudere l’incontro è stata una tavola rotonda a cui hanno preso parte Giuseppe Giulio Luciani, presidente del circolo Il Borgo, Andrea Chiesi, direttore R&D Portfolio Management di Chiesi Farmaceutici e presidente del Conservatorio di Parma, Chiara Allegri, presidente dei Giovani Imprenditori Cna Emilia Romagna, Enzo Malanca, presidente della Scuola internazionale di cucina italiana Alma e già direttore di Ascom, e Simone Verde, direttore del Complesso monumentale della Pilotta.
Tra gli argomenti trattati, il ruolo dei musei, secondo il modello che vede ogni museo concepito come un laboratorio, e dei Musei in rete: Singapore e Barcellona sono già esempi di esperienze simili, ma nel caso di Parma é opportuno che “prima la città valorizzi il suo ruolo di città museo e patrimonio culturale”. Solo così si potrà parlare di una città nuova e futura.
E in un contesto che guarda al futuro, non è mancato un appello sull’importanza delle ‘giovani’ aziende start up. “Ogni città, ogni provincia deve essere attrattiva per le giovani imprese – ha esortato Chiara Allegri -. Bisogna ridare fermento, occupare spazi che non sono occupati per far crescere e valorizzare i giovani imprenditori”.
di Valentina Perroni
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