Nelle origini della Parma romana il segreto della sua longevità
ALLA SCOPERTA DELLE POCHE MA FONDAMENTALI TRACCE DELLA PRIMA CITTA'
C’è un pezzo della storia di Parma che più facilmente si conosce. Comincia dal ducato dei Farnese, l’eredità che hanno lasciato tra Palazzo della Pilotta e Teatro Farnese, e continua in un passato più recente, l’Ottocento di Maria Luisa d’Austria, moglie di Napoleone e duchessa di Parma, legata da profondo affetto alla città e da essa ricambiata. A lei si devono l’apertura del Teatro Regio e del Conservatorio Arrigo Boito, per fermarsi solo a due. Ma la storia di Parma incomincia ben più indietro. Fondata dai romani nel 183 a.C., porta ormai sulle spalle 2200 anni. L’Università di Parma ha deciso di contribuire alle celebrazioni promosse dalla Festa Internazionale della Storia, organizzando ‘Cinque lezioni su Parma romana’.
L’imponente circuito di mura romane, il foro, le caotiche vie del centro percorse da bighe, soldati a cavallo e contadini. Un passato lontano e mitico, di cui si conservano poche tracce, che sembra non appartenerci, ma da cui abbiamo ereditato cultura e ideali civici, come spiegano le parole del professore Domenico Vera in occasione della prima delle cinque lezioni: “La città è sopravvissuta lungo tutti questi anni per precise ragioni storiche, legate alla sua posizione geografica, nel cuore della pianura padana. Qui, gli spazi erano molto ampi, quindi le città come Parma venivano dotate di ampissimi territori che corrispondevano grossomodo alle attuali province. Nel corso del tempo, anche se finito l’impero romano subentrano altri fenomeni, queste città rimangono comunque dotate di territori molto consistenti: questo spiega la loro longevità.” Seppur con poche tracce: “Quasi nulla del patrimonio materiale si è conservato, ma osservando dall’alto il centro storico della città è possibile rintracciare nella divisione squadrata delle strade le antiche vie romane, nonché il foro in corrispondenza di Piazza Garibaldi”, ha fatto presente il Professore, spiegando come la città prese vita a partire da un nucleo di 8 mila abitanti che “come i pionieri del Far West” si allontanavano dalla madre patria e si ricostituivano in centri autonomi, minacciati dai continui pericoli delle incursioni barbariche. La fondazione di Parma era legata infatti ad esigenze strategiche di difesa, alla distribuzione di terre da bonificare a chi aveva combattuto in precedenza e all’impoverimento contadino dal quale conseguiva un impoverimento del bacino di reclutamento militare.
A garantire agli studiosi che le origini della città risalgano proprio all’anno 183 a.C. è un passo dello storico romano Tito Livio, un vero ‘atto di nascita’: “Nel medesimo anno (183 a.C.), vennero dedotte le colonie di cittadini romani di Modena e Parma, costituite ognuna da 2000 uomini, ognuno dei quali ricevette a Parma 8 iugeri di terra e a Modena 5 del territorio che da ultimo era stato dei Boi e in precedenza era stato occupato dagli Etruschi. Le dedussero i triumviri Marco Emilio Lepido, Tito Ebuzio Paro e Lucio Quinzio Crispino.”
E proprio attorno a questo frammento si è concentrata l’intera lezione: Vera ha sottolineato la necessità per la repubblica romana di non avere, nelle colonie di diritto romano com’era Parma, uomini troppo ricchi, che potessero rischiare col loro potere di rovesciare il governo oligarchico. Otto iugeri erano un quantitativo di terre insufficiente a sostentare una famiglia di quattro persone. Si provvedeva dunque a concederne altre in uso, delle quali la famiglia poteva beneficiare ma che non rientravano nelle proprietà del pater familias. Diversa era la situazione per le colonie di diritto latino. Gli abitanti di queste colonie perdevano la cittadinanza romana, dunque un loro arricchimento non avrebbe inciso sugli equilibri politici della repubblica. Potevano ricevere anche diverse decine di iugeri di terra.
Il professore si è poi focalizzato sul ruolo del triumvirato e in particolare di Marco Emilio Lepido, che grazie alla sua ‘auctoritas‘ si fece promotore e padre della via Emilia, nonché principale fautore della conquista dei territori dei Galli nel Nord Italia.
Il primo appuntamento del 23 novembre, al Palazzo del Governatore, ha aperto la strada ad una serie di incontri dedicati al 2200esimo compleanno della città: venerdì 24 novembre si è svolta la seconda lezione, attorno al tema ‘Vita pubblica e vita privata in Parma romana’. Mercoledì 29 novembre, lunedì 4 dicembre e martedì 5 dicembre, sempre al Palazzo del Governatore, si ripercorrerà la storia dal principato fino a ‘Parma romana e romanità fascista’. Le lezioni, sì divulgative e impartite da docenti universitari, non richiedono particolari conoscenze pregresse per essere seguite e apprezzate.
di Martina Alfieri e Ilaria Roccisano
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