Erasmus: ecco come trovare il tuo ‘appartamento spagnolo’!

I CONSIGLI DEGLI STUDENTI PER TROVARE CASA IN ERASMUS

Erasmus casaCi sono esperienze che cambiano la vita. Tra queste, l’Erasmus conserva un posto speciale. Un modo per vivere un’avventura. Un modo per confrontarsi con se stessi. Un modo per sentirsi un po’ Cristoforo Colombo e un po’ Bluto Blutarsky di Animal House.

Non sempre però le cose vanno come da programma. Molte volte i problemi iniziano ancor prima di partire; la domanda, che attanaglia molti studenti prossimi al decollo, è sempre la stessa: come trovo una casa economica e situata in un quartiere che non sia tipo il Bronx? Le regole da seguire, però, cambiano da Paese a Paese; addirittura da città a città.

La Germania è un esempio. Francesca, una ragazza che si è trasferita per ben tre volte nella terra di Wagner, racconta di aver vissuto un’ottima esperienza a Dusseldorf poiché in quel caso era stata direttamente l’università a fornirle una lista di camere cosicché la giovane si è limitata a scegliere quella che preferiva. Tutt’altra avventura ha vissuto a Berlino. La città dei cento villaggi, ambitissima dai giovani di tutto il mondo, ha un mercato immobiliare pressoché saturo a causa dell’altissima richiesta. “Le principali difficoltà – racconta la giovane studentessa – sono trovare una stanza economica, centrale e soprattutto in breve tempo. Se si è già sul posto è più fattibile perché i tedeschi prima di darti la stanza ti vogliono conoscere”. Proprio per questo negli appartamenti sfitti si organizzano delle vere e proprie visite di gruppo, circa venti-trenta persone per volta. Praticamente come una visita guidata al Museo di Pergamo. “I proprietari di casa preferiscono chi parla tedesco, chi ha un buon stipendio e chi vuole trasferirsi per un periodo minimo di un anno.”

Anche in Olanda ottenere un appartamento non è così semplice, come racconta Alessia, studentessa Erasmus a Breda qualche anno fa: epelenberg-5L‘università ospitante mi disse che trovare autonomamente un appartamento in Olanda per pochi mesi, senza lavoro e senza referenze era quasi impossibile, oltre che molto costoso“. Ad aiutarla fu l’università stessa, dal momento che offriva delle sistemazioni – situate in vari condomini e varie zone della città – che potevano essere scelte e visionate su un sito apposito, con un prezzo medio che si aggirava attorno ai 350 euro al mese (tutto incluso). Un ulteriore vantaggio era “la vicinanza fra questi palazzi, in modo da favorire l’interazione tra noi Erasmus”. Ma come si poteva ottenere una di queste camere? “C’era un giorno preciso in cui, sul sito, i ragazzi interessati potevano prenotare e pagare la camera desiderata. Il dito più veloce poteva scegliere per primo la camera più bella oppure quella meno costosa“. Insomma, vinca la connessione Internet più rapida. Alessia, infine, ricorda la precisione, la puntualità e la chiarezza eccellenti da parte dell’università, nonché il rispetto per le preferenze dello studente.

Anche dall’altro lato della Manica le peripezie in cui si imbattono gli studenti sono molte. Londra è una delle città dove evadere per eccellenza; l’alto costo della vita, però, rappresenta un problema per moltissimi ‘ragazzi erasmus’. Cecilia, una studentessa che ha trascorso nella capitale inglese l’ultimo anno di università, testimonia che rispetto a molte altre città europee, i carissimi affitti della City sono lo scoglio più grande per il popolo degli studenti. Due soluzioni vengono maggiormente percorse dai ragazzi: affidarsi in toto alle agenzie immobiliari, che però propongo alcune clausole contrattuali abbastanza truffaldine, oppure confidare nella lista di appartamenti a prezzi maggiorati messi a disposizione dalle università. La migliore alternativa, come al solito, è conoscere qualcuno che vive in quella città. In moltissime nazioni, il problema dell’alto costo della vita per gli studenti impatta con i limiti delle  borse di studio riservate agli Erasmus poiché, secondo la maggior parte degli studenti interpellati, quest’ultime non sarebbero sempre calibrate rispetto agli affitti degli appartamenti. “Devo dare un giudizio complessivo? – si domanda Cecilia – a Londra ricevevo una borsa di studio di 300 euro al mese, però non era sufficiente a coprire le spese neanche per il cibo. Purtroppo in determinate città è indispensabile avere la famiglia che ti da un supporto, altrimenti non riesci ad andare avanti.”

chambre-student-room-tour-eiffel-paris-15-6c4579046725560463234e3c61d0abc4“Se Bologna è in piena emergenza abitativa – suggerisce l’ex visiting student della Sorbona Augusto – a Parigi è una catastrofe”. Cadere in truffe o in perditempo è molto semplice anche perché la maggior parte dei ragazzi cerca gli annunci di case in affitto attraverso internet. Il governo dell’Eliseo offre un contributo economico per aiutare gli stranieri a trovare una sistemazione però l’iter burocratico, essendo molto lungo e contorto, scoraggia tutti coloro che vogliono battere quella strada. Rispetto alla Germania, in base alla testimonianza di Augusto, i proprietari di casa hanno meno sfiducia nei confronti dei nuovi inquilini, anche se si preferisce cedere gli appartamenti ad amici di amici. Una delle maggiori pecche di Parigi riguarda la mancanza di incentivi economici da parte delle università nei confronti dei ragazzi Erasmus anche perché il costo degli affitti per le stanze varia dai 450-600 euro.”Se posso dare un consiglio ai ragazzi Erasmus – afferma l’ex studente della Sorbona – muovetevi in tempo, cercate sempre di poter vedere l’alloggio, magari via Skype. Se vi dicono l’indirizzo e avete delle foto, controllate su google maps. La cosa più brutta è cascare in truffe solo perché siamo lontani e abbiamo disperato bisogno di trovare un tetto.”

Ovviamente i rischi esistono anche spostandosi verso Sud, nella calda Spagna, come racconta il futuro studente Erasmus Carmelo: “Per cercare una camera (che di solito viene a costare sui 200-250 euro al mese) ho fatto affidamento a privati e agli annunci sui gruppi Facebook, tra studenti Erasmus. C’è chi torna a casa e chi arriva, è tutto molto più facile, rapido e indolore”. Carmelo ha infatti preferito cercare una sistemazione autonomamente per velocizzare i tempi burocratici – l’università ospitante offre un servizio per poter ottenere una stanza, l’ ‘alojamiento’, ma in ordine di prenotazione -, tuttavia non tutti gli utenti offrono serietà e correttezza: dopo mesi, infatti, la camera che aveva prenotato è stata dichiarata non più disponibile. La ricerca è dovuta quindi ripartire dall’inizio, con l’augurio di poter convivere con studenti spagnoli.

Per gli studenti interessati ad intraprendere un periodo di studio in estremo Oriente è ottimo il consiglio di Elena, una studentessa del Ca Foscari di Venezia che ha trascorso un anno in Cina, la quale suggerisce a tutti di partecipare ai concorsi per ottenere borse di studio, poiché in caso di vincita le università cinesi offrono non solo un valido contributo per ammortare le spese ma garantiscono anche un posto nei dormitori dei campus. Come prendere due piccioni con una fava.

Chi invece deve ancora affrontare un lungo viaggio verso Est è Gaia, una studentessa dell’Università di Parma che, grazie al bando RIMG0678Overworld, è diretta a Nishinomiya, suggestiva città nel Sud del Giappone. Interagire con una cultura così diversa da quella italiana non è un’impresa da prendere con leggerezza: ecco perché, per gli studenti che non padroneggiano la lingua giapponese, è sconsigliata la possibilità di farsi accogliere da una famiglia durante il soggiorno. “Possono crearsi delle incomprensioni anche per delle stupidaggini – racconta Gaia – e l’esperienza può diventare problematica per tutti. Se a cena, per esempio, mi viene offerta la zuppa di miso e dico che non mi piace, c’è il caso che la famiglia ospitante si offenda molto“. Un’altra scelta è quella di cercarsi casa autonomamente, ma anche questa strada viene molto spesso scartata. “Per poter avere un affitto devi occupare la casa per un tot di tempo, almeno un anno, e comunque devi avere un garante in Giappone a cui fare riferimento”. Per questo la maggior parte dei ragazzi opta per una terza possibilità, ovvero soggiornare in un dormitorio in cui condividere gli spazi comuni, avendo però una stanza singola privata. A Nishinomiya le case per studenti sono due: una in centro, ad uso esclusivo dei giapponesi, e una in periferia, a cui possono accedere anche gli studenti internazionali. Con un po’ di dimestichezza e di pazienza ci si può guadagnare una stanza in breve tempo, fornendo una lettera di presentazione con le proprie preferenze “e altre cose strane, tipo quante volte ti fai la doccia al giorno“, oltre a certificati medici sul proprio stato di salute. C’è un però: il dormitorio, ad agosto, chiude. Per tutti, giapponesi e non. Si è quindi forzati a trovare un’altra sistemazione o a tornare a casa, volenti o nolenti. O ad andare in vacanza a Okinawa.

 

di Mattia Fossati e Chiara Micari

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