Parma Nano Day: tecnologie più piccole di 100 miliardesimi di metro

PER LA PRIMA VOLTA, GIOVANI RICERCATORI A CONFRONTO

NANOTECNOLOGIE.2Cosa accomuna le biciclette in carbonio, i motori common rail, le padelle antiaderenti e gli occhiali antiriflesso? Sono tutti oggetti che senza le nanotecnologie non sarebbero potuti mai esistere. Parma ha deciso di puntare sul settore e a testimoniarlo è stato un importante workshop che ha combinato ricerca scientifica, innovazione e lavoro: il´1st Parma Nano-Dayall’Auditorium Polifunzionale del Campus lo scorso venerdì 28 novembre.

Ideatori della giornata sono il professor Nelson Marmiroli, direttore del Dipartimento di Bioscienze dell’Università di Parma, e il professor Salvatore Iannotta, direttore dell’Imem (Istituto dei Materiali per l’Elettronica e il Magnetismo). “Il Nano Day è una importante giornata dedicata interamente ai giovani, soprattutto a coloro che non sono strutturati all’interno dell’Università e che, lavorando con scarsi mezzi e a condizioni spesso disagiate, producono risultati di grande livello” commenta Nelson Marmiroli, mentre il prof. Iannotta precisa che “qualche anno fa non vi era collaborazione tra i Dipartimenti e gli scienziati che studiavano aIMG_6527spetti diversi di uno stesso tema, mentre la caratteristica delle nanotecnologie è proprio l’interdisciplinarità”.

Il rettore Loris Borghi, nel suo saluto iniziale, fa notare che “nell’iniziativa è stata coinvolta più della metà dell’intera Università di Parma”, e ha poi rimarcato la necessità di puntare sull’economia della conoscenza, sulla ricerca e sui giovani, per poter vedere la speranza oltre la crisi, “ma sembra che a livello nazionale questo non sia stato capito”.
Il dottor Andrea Chiesi, della Chiesi Farmaceutici Spa – che assieme ad ARPA e all’Unione Parmense degli Industriali ha supportato l’iniziativa – ne sottolinea l’importanza: “Le nanotecnologie, paradossalmente, sono enormi nelle loro potenzialità”.

 

MA COSA SONO LE NANOTECNOLOGIE?- Si definisce nanotecnologia la manipolazione delle materia al fine di formare strutture con dimensioni inferiori ai 100 miliardesimi di metro (100 nanometri). Per essere chiari, prendete il diametro di un capello, dividetelo in 500 parti e otterrete la più grande delle nanotecnologie.
Il prof. Marmiroli spiega l’idea che sta alla base della ricerca: “Il concetto delle nanotecnologie è quello di utilizzare la minor quantità possibile di materia per ottenere i risultati desiderati; non si tratta semplicemente di miniaturizzare delle tecnologie già esistenti, come spesso si crede; la sfida è quella di creare nuovi materiali che possano dare luogo a diverse interazioni con la materia”. Per fare un esempio, si pensi alla possibilità di inserire minuscole quantità di materia che possa surriscaldarsi secondo necessità a fianco di cellule cancerogene, eliminandole così senza l’utilizzo di radiazioni su parti estese del corpo, oppure alla possibilità di creare minuscole fibre ottiche dentro alle quali possa passare un laser la cui estrema precisione sarebbe molto utile in medicina, o ancora la possibilità di creare supporti molto efficienti per la registrazione di dati.

IMG_6526Le applicazioni possibili sono tante ma per renderle possibili è necessario un lavoro di squadra multidisciplinare; per questo il Nano Day si è articolato in 4 sessioni (chimico-fisico-ingegneristica, medico-veterinario-farmaceutica, biologico-biotecnologica e agricolo-alimentare) per un totale di 24 interventi di giovani ricercatori che hanno presentato ai colleghi ed alle aziende i risultati dei loro progetti. A detta dei giovani partecipanti, la prima edizione è un “esperimento” ben riuscito che ha molto entusiasmato: “Non capita spesso di confrontare il nostro lavoro con quello di altri colleghi provenienti da altri ambiti di studio”, dice uno dei tanti ricercatori del Dip. Di Fisica e Scienze della Terra dell’Università di Parma. Visto il successo dell’iniziativa, se si attende la seconda edizione.

 

di Adriano Arganini, Silvia Granziero, Debora Vella

 

 

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