Federica Lisi Bovolenta: Lo Sport, uno stile di vita per non mollare mai

LA MOGLIE DEL PALLAVOLISTA SCOMPARSO SI RACCONTA, TRA FAMIGLIA E UNA PASSIONE DIVENUTA LAVORO E MOLTO DI PIU’

I veri appassionati di sport non possono non ricordare la vicenda di Vigor Bovolenta, il pallavolista del Softer Forlì e della nazionale che il 24 marzo 2012 morì a Macerata durante una partita, stroncato da un malore sul campo. Lasciava quattro figli e un quinto in arrivo. Quindici giorni dopo, infatti, sua moglie, Federica Lisi Bovolenta, scopre di essere incinta del piccolo Andrea, che nascerà a ottobre dello stesso anno. Da allora Federica non si è fermata un attimo. Oggi continua, tramite l’associazione ‘Noi non ci lasceremo mai‘, a promuovere eventi in ricordo di Vigor, incontri nelle scuole e iniziative volte soprattutto a educare i giovani alla cultura dello sport e a sensibilizzare all’importanza della cardioprotezione sul campo da gioco. Ha anche scritto un libro dove racconta della storia d’amore con suo marito e di come lui continui a vivere nella sua vita e in quella dei loro figli.
Insieme alla cantautrice Pia Tuccitto è protagonista dello spettacolo ‘Bovotour Io & Lei‘, dove musica e brani del libro si alternano per “proseguire il cammino e non mollare mai”. Da maggio 2012 Federica lavora per la Federvolley, che ha deciso di assumerla a tempo indeterminato in segno di vicinanza nel momento del dolore e per garantire un sostegno economico alla famiglia. Vive a Ravenna, per cui l’abbiamo raggiunta tramite Skype. La sua forza e la sua energia, però, bucano il monitor e l’impressione è quella di trovarsi a casa sua per un caffè.

Ci saluta con un sorriso entusiasta e subito sembra quasi di parlare con un’amica di vecchia data. Ci chiede dove ci troviamo, dato che vede dallo schermo un “edificio fighissimo”: per l’occasione la redazione di ParmAteneo si è infatti spostata all’Officina delle Arti Audiovisive, lo spazio collaborativo all’interno del Distretto del Cinema del Comune di Parma, che ringraziamo per l’ospitalità.

Le chiediamo subito, dato che il format d’intervista si chiamerebbe ‘A pranzo con’, come si svolge il pranzo a casa sua, con cinque figli alcuni ancora piccoli. “Dal lunedì al venerdì è uno scialare, i bimbi sono a scuola – esordisce Federica -. Il sabato e la domenica ci si organizza. Non sono una cuoca e a loro piacciono delle cose semplici, tanto che a volte lascio cucinare loro, soprattutto i più grandi”. Ad accomunarli hanno tutti nomi che cominciano con la lettera A: una peculiarità partita per caso con i primi due, Alessandro e Arianna, poi le gemelle Angelica e Aurora hanno seguito a ruota e a quel punto “il quinto inevitabile che non potevo chiamarlo Emanuele”, scherza Federica. Ecco allora il piccolo di casa, Andrea.

Vigor BovolentaCome suo marito, anche Federica ha un passato nella pallavolo  che vanta nove stagioni disputate tra serie A1 e serie A2. Un percorso che ha iniziato da giovanissima e un po’ per caso, nonostante provenisse già da una famiglia di sportivi. “A 8 anni ti appassioni a ginnastica artistica, ma sei la più piccola e anche la più alta”. Decide quindi di provare la pallavolo, influenzata, ricorda, dal cartone animato ‘Mila e Shiro’. “Da là è subentrata una grande passione che è diventata il mio lavoro e poi uno stile di vita. E’ la mentalità sportiva a essere forte, ti fa seguire delle regole per rispetto a te stesso e per gli altri. La pallavolo – sostiene – è uno sport di squadra ma è l’unico in cui in un piccolo spazio si è in tanti. Ti devi fidare del compagno, se no non vinci. Se non c’è la squadra non si vince. Per me questo è importante anche nella vita”.
Ma negli anni come è cambiato il mondo dello sport? Secondo Federica, il cuore e la passione che caratterizzavano la ‘Generazione di fenomeni‘ (come viene chiamata la nazionale di pallavolo allenata da Julio Velasco) ora vengono un po’ a mancare. “La gente andava in palestra con tanto cuore. In questo momento, purtroppo, nella società ce n’è poco, pochi rapporti e contatti umani, pochi abbracci e strette di mano.” Anche i tifosi sono diversi: “Si è sempre pronti a urlare e mai a incitare. Se sposi una squadra la sposi nel buono e nel cattivo.”
E per non tradire quella passione autentica degli inizi, a soli 26 anni Federica – che oggi ne ha 40 – ha capito che la carriera del professionismo non era più la sua strada. Per due motivi, entrambi dettati dal cuore e dal criterio che, ci racconta, è lo stesso di tutte le sue scelte di vita: “Io mi devo divertire in ogni cosa che faccio.” “Vivevo un momento in cui la borsa e la palestra mi mettevano ansia e, l’ho sempre detto: smetto quando per me non è più passione”. Così ha lasciato la nazionale femminile di pallavolo per costruire con ‘Bovo’, come lo chiama lei, una famiglia. “E cinque pargoli non sono pochi”, sottolinea.

Deve lasciarci prima del previsto per via degli impegni senza sosta di una mamma e lavoratrice a tempo pieno. Le facciamo i migliori auguri, sperando di rivederla presto, magari a Parma per uno dei vari eventi che organizza, con la voglia e l’entusiasmo di chi sa sorridere alla vita, anche quando questa pone sul cammino partite difficili da vincere.

 

di Emma Bardiani, Ilaria Roccisano e Fabio Manis

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