U.S. Reggio Emilia contro il vincolo sportivo giovanile
LA SOCIETÀ SPORTIVA DILETTANTISCA RIBADISCE LA SUA PRESA DI POSIZIONE E IL NEO PRESIDENTE GIOVANNI BELTRAMI SPIEGA IL PERCHÈ DI QUESTA DECISIONE.
Cos’è il vincolo sportivo?
Il vincolo sportivo è quel vincolo che lega l’atleta alla Società in cui gioca. Beltrami spiega: “Per capire cosa significhi parlare di vincolo sportivo nella pallacanestro, è necessario leggere l’art.5 dello statuto FIP. Tutto inizia con la categoria Under 13, quando l’atleta per poter giocare deve legarsi alla FIP attraverso il tesseramento in una società sportiva. L’atleta, o i suoi genitori se minorenne, firma un vincolo che lo lega alla Società di appartenenza fino ai 21 anni nel caso di un giocatore di sesso maschile o fino ai 26 anni nel caso di una giocatrice di sesso femminile”.
Paradossalmente una Società potrebbe tesserare un ragazzo di 12 anni e non farlo giocare neanche un minuto fino ai 21 anni, nonostante ciò l’atleta non avrebbe alcun diritto di andare in un’altra società senza il permesso della società che lo ha tesserato.
Il vincolo nasce teoricamente per ‘tutelare’ le società più piccole che hanno investito soldi e tempo per formare gli atleti e in questo modo non possono vedersi portato via un giocatore dalle società maggiori senza una compensazione economica. Di fatto il vincolo finisce per essere terreno di scontro tra le varie Società che faticano a trovare un accordo a discapito degli atleti.
Perché questa presa di posizione?
“Sin dalla nascita della Società, nel 1967, i soci fondatori hanno inserito nello statuto l’articolo 42 nel quale si afferma: unico proprietario del cartellino è il giocatore (o la sua famiglia se minorenne) che ha la libertà di scegliere la Società a cui trasferirsi. Sempre con questo articolo la Società dichiara di non commercializzare i giocatori con altre Società né in arrivo né in partenza.”
L’U.S. Reggio Emilia a stagione conclusa lascia liberi i tesserati di scegliere del proprio futuro sportivo.
Ci sono stati casi di giocatori che non hanno potuto giocare perché vincolati ad altre Società?
“La Società si è sempre adoperata per dare la possibilità a tutti quelli che lo hanno richiesto di giocare, sempre però rispettando la regola statuaria del divieto di doppio tesseramento o tesseramento in prestito. In particolare quest’anno sono venuti a giocare da noi quatto ragazzi provenienti da un’altra Società reggiana che su nostra richiesta di svincolarli, per permettergli di poter giocare con noi, ha subito manifestato un netto rifiuto e si è detta disponibile ad un trasferimento solamente in prestito. In seguito fortunatamente su pressione delle famiglie dei giocatori e in seguito alla nostra perseveranza nel chiedere un trasferimento definitivo li ha svincolati e abbiamo potuto tesserarli per la nostra Società”.
I genitori cosa pensano di tutto ciò?
“Purtroppo – continua a raccontare il presidente- i genitori non sempre ne sono a conoscenza. Nella nostra Società all’atto dell’iscrizione viene fatta firmare una lettera dove tra le altre cose si dice esplicitamente che ogni giocatore al termine della stagione è libero di scegliere se continuare a giocare da noi o se cambiare Società. Questa scelta è molto apprezzata dai genitori e dai ragazzi stessi”.
L’U.S. Reggio Emilia è una delle poche Società in territorio reggiano che adotta questa politica: sia per giocatori in entrata che in uscita. Negli anni infatti atleti di talento sono andati a giocare ad esempio alla Pallacanestro Reggiana con un trasferimento definitivo confermato dalla Società.
Il vincolo sportivo giovanile è un problema che affligge non solo la pallacanestro, ma anche altri sport come il calcio o la pallavolo. Di fatto questa pratica è finita per diventare una fonte di guadagno e di ricatto verso i giocatori, a prescindere dallo sport che si voglia prendere in considerazione questa pratica dovrebbe essere condannata da tutti, in primo luogo dalle Società sportive che dovrebbero far di tutto per promuovere lo sport tra i ragazzi invece che ostacolarlo.
di Ilaria Cantoni
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