Manipolazione mediatica: da Orwell ai giorni nostri.

COME PIFFERO NON E' SCOMPARSO DALLE NOSTRE VITE

Animal Farm2Credendo fermamente nella libertà di espressione George Orwell, autore profondamente sensibile nei confronti della democrazia, nel 1947 si apprestava a pubblicare “La fattoria degli animali”. L’opera, oltre ad una piccata critica al totalitarismo, evidenzia come la manipolazione propagandistica possa essere un efficace strumento per raggiungere il potere assoluto.

Il romanzo racconta le vicende di una fattoria dove gli animali, stanchi del continuo sfruttamento e dei soprusi, si ribellano alla mano del padrone. Con alla base l’odio per l’uomo e gli ideali di uguaglianza, gli animali si preparano a dare vita ad un nuovo utopistico mondo. Ben presto però i maiali, più astuti e crudeli rispetto agli altri, prendono in mano le redini della fattoria. Un maiale su tutti, Napoleone, con stratagemmi, macchinazioni e diversi assi nella manica, tra cui il suo fidato amico Piffero, sale al potere scalzando anche chi era stato al suo fianco nella grande ribellione contro l’uomo. Pian piano il potere del Compagno Napoleone si trasforma in una dittatura totalitaria e gli ideali di uguaglianza e democrazia vengono presto dimenticati. Con la massa di animali stanca e stremata dal lavoro, i maiali si godono la vita finendo per assomigliare ai tanto odiati esseri umani.

Ma che ruolo ha avuto la figura di Piffero (o Clarinetto secondo altre versioni di traduzione) nell’ascesa al potere di Napoleone? Indispensabile senza alcun dubbio. La figura di Piffero non si delinea immediatamente, ma inizia ad acquisire forma nel momento in cui Napoleone inizia le sue macchinazioni. Il comandante inizia presto a servirsi della sua lingua di fata per controllare la massa. Piffero deve manipolare e distorcere la realtà, per fare in modo che gli altri animali non si accorgano di quello che realmente sta succedendo: il passaggio da democrazia a dittatura. Il suo canto di sirena infatti acquieta gli animi e impedisce che idee scomode ai maiali mettano radici nella mente degli animali, fungendo da balsamo per le rivolte. Ogni pensiero contrastante viene subito messo a tacere.

“Piffero parlava in un modo così convincente e i cani che passavano di lì per caso erano talmente feroci, che nessun animale osava obiettare.”

Ma il suo ruolo non si limita a questo; con un sapiente lavoro di propaganda e una buona dose di menzogne e mezze verità Piffero convince il popolo degli animali che Napoleone sta agendo esclusivamente nel loro interesse. Lunghi discorsi, poesie, inni ed elogi vengono tessuti dall’astuto maiale in onore del Compagno Napoleone; la dove la fatica del lavoro ha confuso i ricordi degli animali provvede lui stesso a dissipare la nebbia, plasmando il passato a suo piacimento. Le leggi degli animali (i Sette Comandamenti, inno all’uguaglianza e allo sprezzo per tutto ciò che è umano) vengono manomesse da Piffero in persona, per far si che i comportamenti di Napoleone si conformino sempre alla legge.

È ormai evidente che nella satira di Orwell, Piffero è il propagandista di Napoleone e rappresenta la vasta macchina mediatica che presentava la versione governativa dei fatti in URSS. Vi è ora da chiedersi quanto la figura di questo personaggio possa considerarsi attuale. La realtà raccontata da Orwell rappresentava quello che credeva essere lo specchio della sua società, che assisteva allo svolgersi di un potente regime totalitario quale quello presente in URSS.

La società moderna è decisamente cambiata e differente rispetto a quella dello scrittore, ma possiamo veramente sostenere di non essere più condizionati da nessun Piffero? A ben guardare la sua ombra si può individuare tranquillamente nella figura moderna dei mass media. Certo Piffero è diventato più scaltro e celato, ma è sicuramente ben radicato nella nostra società, dove i mezzi di comunicazione di massa diffondono informazioni e conoscenza. Lo scopo della comunicazione, e di conseguenza dei mezzi di comunicazione di massa, è proprio quello di trasmettere un messaggio. Essi sono diventati una figura centrale delle nostre vite e sono arrivati a influenzare i nostri pensieri, il nostro stile di vita e le nostre abitudini. Grazie alla loro facile fruizione da parte delle masse, i mezzi di comunicazione sono via via diventati fondamentali in ambito politico. I politici sperano di informare, ma soprattutto influenzare, i fruitori dei mass media cercando di trasformarli in elettori. Esattamente come Piffero, differenti media diffondono discorsi, slogan e immagini a favore della campagna da perpetuare. Spesso i mass media, in accordo con il governo, danno priorità ad un’informazione o ad un evento piuttosto che un altro in funzione dell’obbiettivo da realizzare.

La differenza con la fattoria degli animali raccontata da Orwell? Oggi siamo decisamente più consapevoli dell’impatto che i mass media esercitano, sebbene gran parte di noi sia restia ad ammetterlo. L’ombra del condizionamento e della manipolazione è sempre presente, ma sta a noi scovare la macchinazione mediatica e allontanarla, facendo libero uso del nostro pensiero. La satira di Orwell ormai non causa sconcerto come all’epoca della pubblicazione ma, oggi come allora, rimane un’innegabile fonte di riflessione sull’importanza della macchina mediatica e sulla necessità di un’ampia e democratica pluralità di voci.

di Francesca Canti

Scrivi un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*