“Investire in conoscenza non dipenda da scadenze elettorali”: Fedeli a Unipr

RETTORE: "DIRITTO ALLO STUDIO NON SLOGAN MA MISSIONE". CORTEO DEI MAESTRI IN PROTESTA

Ministra FedeliSabato 3 febbraio le note del ‘Va, pensiero’, eseguite dal Coro Universitario ‘Ildebrando Pizzetti’ e dall’Orchestra dell’Unipr, hanno ufficialmente dato inizio alla cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2017-18 dell’Università di Parma. Ospiti d’eccezione la ministra dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli e l’assessore al coordinamento delle politiche europee allo sviluppo, scuola, formazione professionale, ricerca e lavoro della Regione Emilia-Romagna Pietro Bianchi.

Nel suo intervento la ministra ha sottolineato l’impegno dell’Ateneo di Parma sul fronte della terza missione e in settori caratterizzanti come quello del food. Si è poi soffermata sull’investimento nella filiera della conoscenza: “Questo è il tema che rende davvero fruibile il diritto individuale soggettivo all’istruzione e alla formazione. Dopo tanti anni di tagli, noi dobbiamo sapere che non è un tema al centro del dibattito pubblico” e con fervore racconta “negli altri paesi europei questo non è un tema di parti politiche, ma guarda esattamente alle fondamenta di un Paese. L’investimento sulla filiera della conoscenza è una base fondamentale che non deve dipendere dalle scadenze elettorali“.

La cerimonia è stata introdotta dall’intervento del rettore Paolo Andrei che da subito ha ribadito l’importanza del sistema universitario sì come risorsa nazionale, ma soprattutto come contributo dell’Ateneo, in quanto struttura pubblica, alla società e a coloro che ne rappresentano il futuro. “Sono sicuro che la vostra presenza non esprima un adempimento formale, ma un segno di condivisione per la comune avventura che ci attende”, ha detto rivolgendosi alla platea in Aula Magna, aggiungendo “l’essere qui oggi ci lega anche a chi verrà dopo di noi, nella consapevolezza che il nostro impegno non è fine a se stesso ma segna un tratto di un’istituzione millenaria com’è la nostra”.

Rettore Andrei

LEGISLAZIONE E EDILIZIA – Rivolgendosi alla ministra, il rettore ha affrontato anche il problema della legislazione universitaria: “Credo che sia arrivato il momento di costruire un testo unico. Oggi abbiamo una legislazione complessa che a volte rischia di frenare anche le migliori intenzioni di sviluppo. L’università ha bisogno di questo per poter spiccare il volo”. Andrei inoltre parla anche di edilizia: “Da troppi anni non è stata finanziata. Gli atenei hanno fatto il massimo per utilizzare risorse proprie, ma qui c’è un problema grosso di adeguatezza delle strutture che abbiamo a disposizione. Patrimoni rilevantissimi tramandati dal passato ma che necessitano oggi di una vera iniezione di nuova qualità, perché siano adeguati ai tempi e alla sicurezza”.

STUDENTI AL CENTRO E DIRITTO ALLO STUDIO – Tra i temi toccati, dai risultati della ricerca firmata Unipr all’internazionalizzazione, anche il diritto allo studio con l’idea di una forte centralità dello studente. “Molto spesso si parla di centralità degli studenti senza rendersi conto delle difficoltà nell’affrontare il percorso universitario – afferma Andrei -. Mettere loro al centro del nostro agire non significa utilizzare uno slogan ma appropriarci pienamente della nostra missione“. “Per fare questo – chiarisce il rettore – bisogna tener conto di vari aspetti che devono essere sviluppati. In primo luogo una didattica di qualità e un’adeguatezza sostanziale dell’offerta formativa”.

Sul tema è intervenuto anche il presidente del Consiglio degli Studenti Guglielmo Agolino, toccando la questione dei cosiddetti ‘idonei non beneficiari’, coloro che rientrano tra gli assegnatari della borsa di studio ma che, per posizione in graduatoria, non possono accedere ai finanziamenti. “Sappiamo che i nostri atenei da anni vessano in uno stato di sotto-finanziamento, soprattutto in relazione agli investimenti dei nostri colleghi europei. Inoltre, con la continua riduzione dell’Ffo – il fondo di finanziamento ordinario che costituisce tra i maggiori introiti per le università – i bilanci delle università si sono sempre più stretti attingendo dalla contribuzione studentesca. Dal 2005 al 2015 le tasse universitarie sono aumentate del 90% al sud, del 56% al centro-Italia e del 43% al nord”. Agolino ha portato all’attenzione anche l‘aumento dei prezzi della ristorazione universitaria. “I risultati dell’ultima gara d’appalto non ci soddisfano – afferma infatti il portavoce degli studenti – non solo perché gli studenti non sono stati consultati, ma anche perché con le nuove tariffe si è assistito ad un aumento del doppio del costo di un pasto rispetto al precedente sistema: un peso che graverà sullo studente dal reddito medio”. Ma oltre ad alcune criticità ci sono anche segnali di fiducia. “Qualche passo avanti è stato fatto: la Student Card, il potenziamento dell’internazionalizzazione e del servizio di tutorato. Passi avanti per cui occorre riconoscere anche l’importante contributo offerto dalle associazioni studentesche”, ricorda.

Anche l’assessore Patrizio Bianchi, durante il suo intervento, ha voluto evidenziare l’importanza di garantire un contributo economico agli studenti che necessitano di supporto. “Quest’anno abbiamo affrontato un problema pesantissimo: ci siamo trovati in difficoltà nel garantire il 100% agli idonei”. E aggiunge con fermezza “i beneficiari devono coincidere con gli idonei, non ci può essere differenza ed è sui beneficiari che bisogna fare i conti”. Parlando poi dello sviluppo del sistema universitario regionale e dei nuovi percorsi interateneo, l’assessore afferma: “Gli studenti di queste nostre università sono aumentati di 20.000 unità, questo perché abbiamo dato un senso di sistema ben integrato”.

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IL PERSONALE TECNICO-AMMINISTRATIVO – All’interno dell’università però non ci sono solo studenti, come ricorda Vanni Villa, presidente del Consiglio del Personale Tecnico Amministrativo. Nonostante i complimenti alla ministra Fedeli per il nuovo piano di fondi per la ricerca, Villa aggiunge: “Non nascondiamo la preoccupazione per un contratto di lavoro che, nonostante tutte le dichiarazioni promesse, appare non vicino e complesso. Specie dopo la riduzione dei comparti di contrattazione e l’insufficienza della risorse finanziarie al momento assegnate”. Il presidente, riferendosi al passato, evidenzia la regressione delle condizioni del personale pubblico avvenuta negli ultimi dieci anni. Ma non parla solo di stipendi e contrattazione: “Confesso di ricordare con nostalgia come si svolgeva in passato il lavoro in questo ateneo” e spiega “adesso le condizioni lavorative e il rapporto tra le persone sono peggiorate. Le leggi varate dal 2009, e tuttora in vigore, pur corrette nella loro sostanza, hanno indotto a rafforzare quella visione strumentale del dipendente pubblico assenteista e poco produttivo. Hanno spento gli entusiasmi lavorativi e le legittime aspirazioni del personale, introducendo onerosi titoli di studio per i passaggi di carriera, svalorizzando l’esperienza professionale e l’esperienza accumulata”. Il rapporto tra dipendenti infatti pare peggiorato, creando “disagio e malessere tra i dipendenti in una competizione insensata e poco costruttiva”.

UN RICORDO PER REGENI – Proprio in occasione della ricorrenza dei due anni dal ritrovamento del corpo senza vita di Giulio Regeni, a Il Cairo il 3 febbraio 2016, il presidente del Consiglio degli Studenti ha ricordato il tragico caso del giovane italiano assassinato, al quale la comunità studentesca chiederà di dedicare un’aula universitaria. “Ancora oggi quanto accaduto rappresenta per noi tutti una ferita profonda, che ci obbliga al dovere e all’impegno di chiedere spiegazioni”. Parole importanti arrivano anche da Fedeli: “Noi non possiamo non andare fino in fondo. Non esiste realpolitik su questo”.

LA PROTESTA IN CITTÀ – L’arrivo in città della ministra all’Istruzione ha riacceso i malumori degli insegnanti con diploma magistrale, in protesta contro l’ultima sentenza del Consiglio di Stato che ha portato a una revisione delle graduatorie ad esaurimento e degli accessi alle cattedre di ruolo. Colpite da questa decisione sono perlopiù insegnanti di scuole materne primarie. Così circa 300 maestri, parmigiani e non, hanno organizzato un corteo di protesta che ha percorso le vie del centro accompagnato da slogan e cori. La manifestazione non ha portato a scontri, ma le forze dell’ordine hanno comunque dovuto bloccare l’accesso a via Università.

di Fabio Manis

 

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