Un classico senza tempo: “Assassinio sull’ Orient Express”.

LA CHIAVE DEL SUCCESSO DI UN ROMANZO DI QUASI UN SECOLO FA.

Nel 1933, nella stanza 441 del “Pera Palas Hotel” a Istanbul, la penna di Agatha Christie, una delle scrittrici più influenti del XX secolo, dava vita a “Assassinio sull’Orient-Express”.

Assassionio.sull.Orient.Express.2Universalmente apprezzato, il romanzo ha per sempre segnato la letteratura thriller, un mix perfetto di mistero e azione che a distanza di 84 anni è ancora attuale. A prova di ciò, il 5 novembre 2017, è uscita la quarta pellicola cinematografica ispirata al capolavoro della Christie. Il film, diretto da Kenneth Branagh, vanta un cast di tutto rispetto: Willem Dafoe, Judi Dench, Josh Gad, Michelle Pfeiffer, Penélope Cruz, Johnny Depp e tanti altri. Box Office Mojo, un sito statunitense di Amazon che raccoglie i dati riguardanti gli incassi cinematografici, fornisce un primo bilancio: al 5 gennaio 2018 il film ha incassato un totale di 330 188 723 dollari in tutto il mondo. Un traguardo decisamente notevole, ma che cosa ha di speciale l’opera di Agatha Christie per essere ancora così apprezzata?

Hercule Poirot

Hercule Poirot

“Assassinio sull’Orient-Express” racconta l’avventura vissuta dell’enigmatico investigatore belga Hercule Poirot appena arrivato a Istanbul. Richiamato a Londra con urgenza, è costretto a prendere l’unico mezzo di trasporto disponibile: l’ “Orient Express”. Per una sfortunata e alquanto insolita coincidenza di eventi il treno si rivela essere al completo; ma grazie al fortunato incontro con il suo amico Monsier Bouc la situazione si risolve in fretta. Poirot inizia così il suo viaggio e si prepara a conoscere gli altri passeggeri.

“Persone di diverse classi sociali, diverse nazionalità e diversa condizione, che per tre giorni, estranee fra loro, devono stare raggruppate insieme. Mangiare e dormire sotto lo stesso tetto, per così dire, senza potersi allontanare troppo l’una dall’altra. E dopo tre giorni si separeranno, ognuno andrà per la sua strada e non si rivedranno più, probabilmente.”

Durante la notte a Belgrado, una fitta nevicata costringe il treno ad interrompere la sua marcia, ed è proprio allora che si consuma la tragedia: uno dei passeggeri, Rachett, viene assassinato. Dodici coltellate, ognuna della quali sembra inflitta da una mano diversa: forte, debole, mancina, destrorsa, femminile, maschile. L’investigatore belga si rimbocca subito le mani e inizia a raccogliere indizi e testimonianze per risolvere quello che sembra un rebus impossibile. Ma Poirot, con le sue abili e instancabili “celluline grigie”, riesce piano piano a sciogliere il bandolo della matassa, portando alla luce sconcertanti rivelazioni. La vittima, Rachett, altri non era che uno spietato rapitore di bambini, Cassetti, responsabile della morte della piccola Daisy Armstrong. Ma chi sul treno era talmente tanto legato alla piccina da decidere di consumare la sua vendetta?

La scrittura dell’autrice è sobria e priva di fronzoli caratterizzata da scene essenziali e allo stesso tempo dinamiche che non annoiano mai il lettore. La sua penna inoltre non da mai vita a scenari raccapriccianti che possono disturbare chi legge e in questo si distacca decisamente dalla modernità, che sembra avere una sempre più morbosa attaccatura verso il macabro. Un grande sollievo ci viene fornito dalla totale assenza delle tecnologie; solo la logica e l’intelletto possono risolvere questo delitto. La Christie ha dato vita ad una storia complessa e magistralmente elaborata; storie, vissuti e particolari si intrecciano in maniera perfetta in un puzzle che aspetta solo di essere ricomposto pezzo per pezzo. Presto si viene assaliti dall’incontenibile voglia di svelare il mistero e individuare l’assassino. Piano piano nella mente di chi legge prendono forma scenari possibili, ma ecco che la storia torna a sorprenderci e stravolge completamente i fatti. Difficile, se non impossibile, è per il lettore immedesimarsi in Hercule Poirot che, con decisione e meticolosità, si appresta a individuare il possibile e l’impossibile della vicenda. Lo specchio del lettore lo ritroviamo nel signor Bouc: autore di supposizioni precipitose e improbabili e alquanto impaziente di scoprire al più presto il colpevole. L’ingenuità delle soluzioni proposte da Bouc per risolvere il delitto si scontra con l’acume di Poirot, che con logica e fermezza ribatte alle sue “macchinazioni”.

La chiave del successo? Una storia magistralmente intrecciata in grado di stupire, emozionare e tenere con il fiato sospeso sia lettori che spettatori fino a quando anche l’ultimo tassello del puzzle non è andato al suo posto.

Francesca Canti

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