Manuale di sopravvivenza al coinquilino di m…a

I FUORISEDE APRONO LE PORTE ALLE LORO PEGGIORI ESPERIENZE DI CONVIVENZA

Per alcuni è il paradiso. Per altri una dannazione. Ammettiamolo, vivere assieme ad altre persone non è sempre facile: gli orari diversi, le differenti abitudini, la vita mondana, lo studio eccetera. Molti ne farebbero volentieri a meno. Purtroppo per gli studenti fuorisede o per i giovani lavoratori, condividere una casa con qualcuno è l’unico modo per rendere sostenibili i costi di un trasferimento in un’altra città, soprattutto quando i soldi scarseggiano.

Quali sono le peggiori esperienze di “convivenza forzata” in cui si può imbattere durante questi anni?
Tra disagi, casi umani e disavventure di ogni tipo, i fuorisede rivelano tutto ciò che finora hanno preferito non raccontare.

“Condividevo una stanza singola con un altro ragazzo – racconta con il sorriso sulle labbra Jacopo – era molto simpatico però corrispondeva all’esatto opposto dell’igiene. Soprassiedo sui preservativi usati trovati sul pavimento. Una mattina sono entrato in bagno e ho trovato un torsolo di una mela vecchia di settimane nel contenitore dello scopettone del bagno! Non mi sono mai state fornite spiegazioni convincenti a riguardo.”

Oltre alle classiche disavventure dovute a idee diverse (o proprio assenti) di pulizia, ordine, varie ed eventuali, la convivenza può diventare una vera e propria battaglia quotidiana a colpi di scherzi senza esclusione di colpi, rappresaglie di ogni genere e vendette personali. È il caso di Mattia: “Abitavamo in un piccolo appartamento ed eravamo in tre. Tra noi purtroppo non c’è mai stato un grande feeling fin dai primi giorni: ci dicevamo solo buongiorno e buonanotte”. Uno dei due non rispettava i turni delle pulizie, così per far imparare la lezione al coinquilino, Mattia decide di utilizzare armi ‘non convenzionali’. “Dopo l’ennesima volta che lui saltava il turno, ho messo tutta l’immondizia arretrata in camera sua. E dato che non collaborava nemmeno a comprare le cose per la casa, come il sapone per i piatti, ho usato il suo sapone per le mani per lavarli.” Come in guerra: non si fanno prigionieri.

Per tutti quelli convinti che siano solo i ragazzi a dare problemi nella convivenza, c’è la testimonianza di Roberto, un ragazzo universitario che per sei mesi ha vissuto con due ragazze Erasmus: “Mi ricordo tutto come fosse ieri. Ero appena tornato a casa dopo il concerto dei Red Hot Chili Peppers a Bologna. Ero veramente al settimo cielo. Prima di andare in branda avevo detto alle mie coinquiline di cercare di tenere la casa pulita perché l’indomani sarebbe arrivata mia madre”. Al mattino però una sorpresa attende il nostro sfortunato amico. “I fornelli, il lavabo e il pavimento sembravano una scena del crimine di Csi dato che le due ragazze avevano provato a cucinare la pasta al sugo sporcando tutto quello che si poteva sporcare in cucina. Per non bastare, in bagno ho trovato anche la ciliegina sulla torta: una distesa di vomito dal water alla porta. Evidentemente la pasta non era così buona.”

Una terrificante coinquilina ha convissuto anche con Giovanni. “Credo fosse la persona più sbadata che abbia mai conosciuto in vita mia. Faceva la spesa solo di cose biologiche spendendo 40-50 euro e poi lasciava che tutto scadesse perché magari tornava a casa per una settimana. Avevamo una porta blindata di ultima generazione ma lei aveva avuto molte difficoltà ad imparare ad aprirla”. Una sera di un pigro venerdì sera succede il fattaccio. “Era tornata a casa così piena di alcool che se si fosse accesa una sigaretta, sarebbe esplosa – commenta Giovanni -. Al mattino – prosegue – non riuscivo ad aprire la porta. Il mio compagno di stanza, che per fortuna era in casa, mi ha aperto mostrandomi un pezzo di una chiave tranciata di netto. La nostra coinquilina era riuscita nell’impresa di spaccare la chiave nella serratura di una porta blindata, senza nemmeno rendersene conto”. Parcella di oltre 300 euro per il fabbro più altri 100 per il doppione della chiave.

Diverse abitudini e un approccio non esattamente sereno alla convivenza, possono sfociare talcolta in vere e proprie vendette, come è stato per Marco, ventenne che studia a Milano. “Per oltre un anno ho avuto in casa una coinquilina vegana malata di pulizie. Non potevo lasciare una macchietta sui fornelli che lei mi faceva una scenata in stile ‘maniaci del pulito’. Un giorno, dopo l’ennesima litigata, ho deciso di vendicarmi in modo esemplare: facendo finta di fare pace, le ho cucinato un piatto di pasta. Non si è accorta che avevo usato la pasta all’uovo.” Infine il colpo di grazia: “per fare la ‘scarpetta’, le avevo comprato apposta un filoncino di pane con lo strutto. Non ne è rimasta neanche una briciola.”

L’insieme delle esperienze ‘sotto le armi’ dei fuorisede hanno spinto la community di Facebook a dar vita alla cliccatissima pagina ‘Il coinquilino di m…a‘ che racchiude una sorta di vangelo delle terrificanti abitudini dei componenti della ‘casa’, oltre alle tre regole fondamentali da tenere bene in mente quando si deve scegliere un appartamento da condividere con altre persone:

Primo comandamento: c’è un coinquilino di merda in ogni casa.
Secondo comandamento: il coinquilino di merda porta a fare cose da coinquilino di merda
Terzo e ultimo comandamento. Il coinquilino di merda: se non c’è l’hai … sei tu!

 

di Mattia Fossati

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