Elezioni d’estate, finalmente voterebbero i fuorisede! Ma con quali esiti?

ALLARME ASTENSIONISMO PER LUGLIO: LE FERIE CONTANO PIU' DEL VOTO

Quante se ne sono dette in questi giorni, in questi mesi: tra promesse già non mantenute, pillole di politica sui social, proposte di governi tecnici e neutrali, ‘inciuci’ e critiche, sembra che il povero Mattarella non abbia poi altra scelta. Se, come sembra, il Movimento cinque stelle e la Lega andranno a braccetto verso il loro primo governo, la strada che porta a nuove elezioni politiche al 22 luglio sembra allontanarsi.
Con un bel sospiro di sollievo da parte delle già allarmate agenzie del turismo, preoccupate che la chiamata alle urne potesse influire sulle partenze e sulle prenotazioni degli italiani.

Siamo il popolo del ‘tutti i politici sono uguali’ e dell’astensionismo: ci spiace già dover rinunciare al nostro giretto al centro commerciale in una domenica qualunque, figuriamoci se diciamo no alla nostra sudata settimana di ferie per andare a votare che ‘tanto non cambia niente’. Tanta gente in meno, certo, ma anche molti soggetti nuovi avrebbero potuto recarsi alle urne tra quelli che non hanno potuto farlo a marzo: i fuorisede. Quelli che, mentre si gridava all’astensione per chi non voleva perdere un giorno di ferie, normalmente per votare devono perdere giornate lavorative o di studio senza che nessuno si strappi i capelli.
Ma come sarebbe cambiato il risultato elettorale con i voti dei vacanzieri in meno e dei fuorisede in più?

Sebbene i dati Istat affermino che la maggior parte della popolazione italiana – circa il 53% – si sposterà solo in agosto, c’è una percentuale sostanziosa degli italiani -il 38% – che andrà in vacanza in luglio. E chi? Probabilmente i neodiciottenni e neodiplomati all’insegna del viaggio di maturità, per fare un primo esempio.
I dati delle scorse elezioni presentati dall’agenzia statistica IPSOS Public Affairs mostrano che i ragazzi al primo voto hanno premiato il 26% M5S, l’11% il PD, il 10% la Lega e il 35% si sono astenuti. Oltre a perdere questi voti, un’altra grande componente che potrebbe essere assente alle elezioni estive è la classe formata da impiegati e operai che alle scorse elezioni ha votato rispettivamente 36,1% M5S, 18,9% PD, 14,5% la Lega e 37% M5S, 23,8% Lega, 12,5 Forza Italia e 11,3% PD.

Si spera, invece, che adempiano di nuovo al proprio dovere di cittadino le persone impiegate in professioni stabili che lasciano maggiore libertà nella scelta delle vacanze. Potrebbero tornare al voto la classe degli insegnanti – 36,1% M5S, 18,9% PD, 14,5% Lega alle scorse elezioni -, quella dei ceti alti come imprenditori e dirigenti -31,2% M5S, 22,5% Pd, 13,4% Forza Italia, 12,9% Lega -, quella dei lavoratori autonomi come commercianti e artigiani – 31,8% M5S, 23,6% Lega, 17,6% Forza Italia e 11,3% Pd -, i disoccupati -37,2% M5S, 20,4% Forza Italia, 18,2% Lega e 10,3% Pd -, le casalinghe – 36,1% M5S, 19,8% Lega, 15,7% Forza Italia e 15,4% Pd- e, infine, i pensionati – 27,6% Pd, 26,4% M5S, 16,1% Forza Italia e 14,6% Lega-.

Ma tra i ‘nuovi’ presenti alle elezioni ci potranno essere i più di 400 mila studenti ‘fuori-sede’ che, in una data come il 22 luglio, avranno finito gli esami e potranno tornare a casa. La maggior parte di loro non ha voluto – o meglio, potuto – votare il 4 marzo perchè tornare a casa in un weekend, in periodo di esami, con magari una trafila di otto ore da fare per arrivare a casa e senza neanche avere l’opportunità di usufruire di sconti adeguati era decisamente un ‘suicidio’. Non che il centro sinistra possa gioire di questa cosa. Se infatti il loro vanto era di essere votati dai laureati e dagli studiosi, quindi da una popolazione acculturata che realmente capiva la vita politica del Paese, le statistiche sembrano dimostrare una tendenza diversa. Le analisi post-voto dimostrano infatti che il 29,3% dei laureati e il 32,3% degli studenti diplomati ha votato il M5S – contro il corrispettivo 21,8% e 17,1% del PD – e queste statistiche potrebbero essere vere anche per gli altri studenti italiani.

Insomma, a meno che ci siano grandi pentiti – il che è difficile dato che i partiti vincenti non hanno avuto modo di governare -, con dati alla mano, considerando i nuovi partecipati e i possibili astenuti al voto e ricordando il fatto che il Rosatellum permette la creazione di più maggioranze, la situazione non cambierebbe in modo sensibile da quella che abbiamo visto a marzo, e la ‘fumata bianca’ arriverebbe comunque per il Movimento Cinque Stelle e la coalizione (intera o parziale) di centrodestra. E via, di nuovo, con i soliti tweet.

di Laura Storchi

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