Dialogo col vero protagonista di… Macerie Prime: Sei mesi dopo

INTERVISTE IMPOSSIBILI: CONFESSIONI DI UNA RECENSIONE

700 mila copie. Tanto ha venduto, secondo gli ultimi dati disponibili ad aprile 2017, Zerocalcare, pseudonimo di Michele Rech. 700 mila copie dal 2012 a oggi, dopo nove libri (tutti pubblicati da Bao Publishing), presentazioni, riconoscimenti, candidature ai premi più prestigiosi (tra cui spicca lo Strega), traduzioni all’estero e una costante ascesa che lo hanno trasformato in un autentico fenomeno di costume, oltre che uno dei fumettisti italiani più noti. In occasione dell’uscita della sua ultima fatica, Macerie Prime: Sei mesi dopo, noi di ParmAteneo abbiamo intervistato il suo vero protagonista…

Salve, vuole presentarsi?
Ammazza, le presentazioni, che abitudine borghese! In caso ci sia bisogno di sottolinearlo, sia chiaro che io sono per il proletariato. Co ‘ ste cose del presentarsi i tempi moderni sono diventati un’epoca buia piena di nefandezze, dove i fricchettoni vanno in giro in giacca e cravatta e si pigliano i caffè da Starbucks. In fondo, che necessità c’è di dover per forza auto-affermare il proprio io alla gente che non conosci con un bel pippone esistenziale?

Se vuole, faccio io…
No, no, per carità!Non si dica mai che noi di Rebibbia non ci adattiamo alle consuetudini straniere. Ogni tanto fa bene uscire fuori dal raccordo e conoscere altre culture. Anche se, mi preme ricordarlo, ‘sto fatto delle presentazione me pare ‘na cosa morbosa. Comunque io sono Armadillo, anche noto come l’Amico Armadillo, cacacazzi imperiale di Zerocalcare da ‘na vita e coprotagonista di quasi tutti i suoi disegnetti.

É un piacere averla con noi. Forse questa è la sua prima apparizione in solitaria da quando ha fatto il suo debutto ufficiale nella Profezia dell’Armadillo. É emozionato?
Naaa… Routine. Ormai sono abituato alla popolarità. Ho paura per lui, che appena lo lascio solo un po’ finisce per impicciarsi in qualche casino o accolli vari. Quel cojone è perso senza di me. 

E, se non sbaglio, è esattamente quello che succede in Macerie Prime: Sei mesi dopo…
Porcoddue non fa’ spoiler, perlamordelcielo!Quello c’ha paura che la gente smetta di comprare i suoi libri e se salta fuori la trama siamo fregati. Già ha fatto ‘sta scemenza del fumetto in due parti con la seconda da leggere sei mesi dopo la prima. É un miracolo che non l’hanno scannato.

D’accordo, allora lasciamo perdere la storia e cerchiamo di concentrarci su altri aspetti. Come ha detto lei, il libro uscito a maggio di quest’anno è la conclusione di quello pubblicato a novembre del 2017. Da dove nasce questa idea?
Vabbè, questo te lo posso dì senza rischi. Ma devo premettere che, anche se sono il suo Grillo Parlante per antonomasia e per artemisia, non so sempre cosa gli passa per la capoccia. All’inizio gli era venuto tipo un mattone di 400 e passa pagine e ha deciso di dividerlo in due minimattoni da 200 pagine l’uno col benestare di Michele Foschini (direttore editoriale di Bao, ndr).

Questa, però, non è l’unica novità che ci ha riservato Zerocalcare. Infatti, stavolta nel suo lavoro parla di temi per lui prima inediti, come il malessere giovanile, la perdita dei valori, il senso di smarrimento dei trentenni e dei quarantenni…
Aò, c’hai proprio voglia di spoilerare le cose agli altri tu, eh?Maledetti giornalisti… Sempre ad impicciarvi in cose che sarebbe meglio lasciar stare… Comunque, sì. Dopo aver passato anni a lucrare sui miti degli anni 80′ e con caricature dubbie dei cartoni animati del periodo, Calcare ha deciso di darsi la zappa definitiva sui piedi e criticare la stessa generazione che compra i suoi fumetti. Una decisione geniale, non c’è dubbio.

Eppure, questa svolta sembra la naturale evoluzione. In fondo, lui ha sempre parlato di queste cose, di se stesso e dei suoi contemporanei. Ha solo cambiato la prospettiva, decidendo di muovere una critica e di riflettere su tutte la promesse tradite e le attese disilluse.
In effetti, in sto libro mancano meno battutine e citazioni alla serie tv, ai film e a tutte le sacralità del mondo nerd a cui io e lui apparteniamo, però non me pare che si sia allontanato troppo dai suoi fumetti precedenti. Ecco, diciamo che se dovessi parlare di Macerie Prime lo definirei una sorta di Impero Colpisce Ancora di Calcare… Le cose si fanno più cupe, tant’è che il rischio noia è dietro l’angolo, ma sempre Star Wars rimane.

In ogni caso, ormai Michele ha raggiunto un peso e una maturità autoriale che gli permette di parlare di qualsiasi cosa… Anche di raccontare cose più profonde e complesse come la solitudine, la difficoltà del crescere, la depressione…
‘Nsomma. Lui c’ha sempre il terrore di tornare per strada, quindi non so quanto possa essere “autoriale” come dici te. Di sicuro, non è la prima volta che prova a disegnare cose serie. L’aveva già fatto in Dimentica il mio nome e il risultato era stato passabile. Poi è ovvio che non può continuare per tutta la vita a riproporre la stessa solfa. Già è arrivato a nove libri parlando delle sue paranoie mentre ragione con una proiezione del suo subconscio a forma di animale (il sottoscritto), scrivendo in romanesco stretto e sfottendo i fan che lo offendo su Facebook. C’è un limite ontologico a questa sequela di semplici banalità quotidiane da cui può attingere e non gli fa male provare a raccontare cose diverse. Basta che non mi riporti fuori da Rebibbia come in Kobane Calling, e poi per quanto mi riguarda mi consolo in un perentorio sticazzi.

A proposito di Kobane Calling, alla sua uscita si è piazzato in cima alla classifica dei libri più venduti, primo risultato del genere per un fumetto. Secondo te quali sono le ragioni di un simile successo?
Boh, mistero. Probabile che molti speravano di vederlo schiattare laggiù sul confine turco-siriano. Io invece penso a chiccazzomelaffattofa’ d’averlo seguito pure in guerra. A volte è dura essere l’unico col cervello tra i due… Comunque, forse ai suoi lettori è piaciuto così tanto perché parlava di cose serie, molto serie, rimanendo se stesso, in maniera spicciola, cioè in una forma divertente e godibile. In fondo, è per questo che è diventato famoso e riesce a farlo solo quando queste cose, per quanto brutte, le vive direttamente, come in Dimentica il mio nome.

Se non sbaglio proprio in Dimentica il mio nome viene finalmente raccontato come vi siete conosciuti. Avrebbe mai detto, allora, che Zero sarebbe stato capace di raggiungere un tale successo?
Assolutamente no e infatti un po’ rosico per sto’ fatto. Quando ci siamo incontrati, aveva due anni ed era appena sopravvissuto ad uno strozzamento da prosciutto. Ero convinto che se non si dava una bella svejata non arrivava manco a tre anni. Figurarsi se poteva arrivare a vendere settecentomilafastilioni di copie facendo disegnetti.
Mi ricordo ancora quando cronometrava le uscite agli aeroporti, traduceva i documentari di caccia e pesca e faceva ripetizioni per campa’… O quando cercava su Internet fumettisti stranieri sconosciuti in Italia da ricopiare. Mi mancano quei tempi. Mangiavano plumcake a tutte le ore. Anzi, quelli li magnamo ancora ma mo’ che è uno status symbol non è più la stessa cosa…

In effetti, ormai Zero è un personaggio celebre in tutta Italia e anche fuori dai confini nazionali, tant’è che lo chiamano a presenziare ad ogni evento possibile e lo tempestano con le richieste più assurde…
Nonmeneparla’, porcoggiuda!Macerie Prime parte proprio da questo fatto deprecabile… E infatti tutto comincia con lui che, da bravo cojone, non sa mai dire di no ed è al limite di un esaurimento nervoso… Porcoddue, ho spoilerato!

Di Elia Munao’

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