Amnesia dissociativa, quel buco nella memoria per coscienza e difesa

GENITORI CHE DIMENTICANO I FIGLI E NON SOLO: PAROLA ALLO PSICHIATRA MIGONE

Amnesia dissociativa: così viene definito il vuoto di memoria temporaneo di chi dimentica avvenimenti o ‘pezzi’ della propria vita perdendo le nozioni del tempo e del ricordo. Cose riguardanti la propria quotidianità o identità ma con ripercussioni a volte gravi, come i casi sulle cronache nazionali di genitori che dimenticano i propri figli piccoli in macchina con conseguenze spesso tragiche. Eventi si direbbe impensabili ma che accadono e pongono interrogativi. Ci si può dimenticare un appuntamento o di andare dal medico, ma come dimenticarsi di un figlio? Al manifestarsi di questi casi, gli esperti a volte parlano appunto di “amnesia dissociativa”, un buco della memoria che può essere dovuto a un forte stato di tensione cui è sottoposto l’individuo. In realtà, scavando più a fondo, occorre fare chiarezza su eventuali cause inconsce. Su questo aspetto interviene Paolo Migone, psichiatra, psicoanalista, direttore responsabile della rivista Psicoterapia e Scienze Umane.

“Vi sono definizioni diverse di amnesia dissociativa, anche se quella classica implica che si tratti di un disturbo della coscienza che consiste nel non ricordare una parte della propria vita anche solo per alcune ore“. Nei manuali di diagnostica psichiatrica questa patologia rientra nel capitolo dei disturbi dissociativi, dove ritroviamo vari tipi di amnesia. Un esempio tra questi è la “fuga” dissociativa, ad oggi molto rara mentre in passato più frequente. “Si tratta, per esempio, di andare in un posto e non sapere perché ci si è andati – continua Migone. L’autore più noto che si occupò della dissociazione era Pierre Janet, risalente ai tempi di Freud”.
Facendo riferimento ai casi di genitori che dimenticano i figli, “questo riguarda la eziologia cioè la causa di questo disturbo – sottolinea l’esperto. In termini di psicodinamica, si può ricorrere al concetto di difesa. Un’altra difesa, diversa ma collegata alla dissociazione, è la “rimozione”, di cui parlò Freud, dove, a causa di conflitti inconsci ad esempio con la moglie, con il bambino o in generale dovuti al matrimonio, possono avvenire delle dimenticanze, come se volessimo inconsciamente dimenticare certe cose. Certo è che se un genitore arriva al punto di dimenticarsi del proprio bambino, occorre indagare attentamente per capire di che disturbo si tratta, e se è un caso di “amnesia dissociativa”, in teoria questo genitore dovrebbe aver manifestato questo disturbo anche altre volte e in altri ambiti, perché si tratta di un disturbo grave che è raro che compaia solo una volta”.

Prima che si iniziasse ad utilizzare il termine “disturbi dissociativi” si parlava di “isteria”, ai tempi di Freud molto diffusa, che si manifestava anche con fughe e altri disturbi della memoria. “Un classico esempio freudiano è quando una persona subisce una violenza sessuale oppure un trauma imponente: può succedere che non lo ricordi perché si difende per l’emozione dolorosa. Un esempio estremo è rappresentato da una madre che ha perso un figlio e lo nega”, spiega Migone.
Tornando a oggi, il termine dissociazione “in psicoanalisi e in psichiatria è una parola estremamente importante, e in genere viene considerata una reazione di difesa massiccia da un trauma per proteggere il proprio equilibrio mentale. Avviene quando la persona non vuole vedere il trauma, per cui si dissocia e il dolore non esiste più”.
Tra i segnali di allarme ve ne sono alcuni più evidenti, ad esempio “nel parlare le persone fanno pause, oppure hanno problemi di disattenzione, a volte sembra che stiano pensando ad altro”. Chi soffre di questi disturbi in prima persona può non riuscire a rendersene conto, “non ne sono consapevoli, molti soffrono e non sanno il perché”.
L’unica cura esistente per l’amnesia dissociativa è la psicoterapia, che può aiutare a tornare padroni di se stessi. “Non ci sono farmaci efficaci, in questi casi”, sottolinea lo psichiatra. Nel percorso di guarigione tramite la psicoterapia, molto dipende dalla gravità del singolo paziente, ma “in tutte psicoterapie, così come forse in gran parte della medicina, dobbiamo ammettere che spesso non si riesce a ottenere una guarigione del tutto completa – aggiunge Migone. È il paziente che piano piano impara a star bene con il proprio terapeuta, a fidarsi di lui e a ricordare le cose dolorose che aveva dissociato”.
Migone, a proposito delle amnesie traumatiche conclude citando una definizione dello psichiatra americano Frank W. Putnam: “La dissociazione é la fuga quando non c’è via di fuga“.

 

di Rim Bouayad

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