Certosa, Torrione Visconteo e Vescovado dischiusi grazie al Fai
GIOVANI VOLONTARI A LAVORO E TANTI VISITATORI IN OCCASIONE DELLE GIORNATE FAI D'AUTUNNO
Ben 660 capolavori, d’arte e non solo, solitamente inaccessibili a portata del pubblico di appassionati e curiosi. Merito delle Giornate Fai d’Autunno che il 13 e il 14 ottobre hanno visto schiudersi in tutta Italia luoghi, monumenti e palazzi, con 33 aperture straordinarie in Emilia Romagna, di cui tre a Parma. L’iniziativa del Fondo Ambiente Italiano, appuntamento ormai di rito, ha messo a disposizione dei cittadini meravigliosi luoghi di arte e natura con l’intento di colmare la distanza tra ambiente e cittadini. “Nel nostro piccolo, cerchiamo di intensificare il legame empatico con il territorio, rafforzandone la consapevolezza”: così Luca Ghidoni, referente della Delegazione Fai Giovani di Parma, descrive l’obiettivo che da sempre l’associazione persegue. “La scelta dei luoghi è ispirata da un principio fondamentale: cercare di rendere accessibile l’inaccessibile, o il poco noto”, aggiunge.
LE APERTURE STRAORDINARIE – Parma e la sua provincia sono ricche di autentici tesori nascosti, spesso sconosciuti a una buona parte dei suoi abitanti perchè non visitabili; per questo le giornate d’Autunno hanno offerto la possibilità di scoprire le bellezze della Certosa, del Palazzo Vescovile e del Torrione Visconteo.
La Certosa, imponente complesso che sorge oggi nel quartiere San Lazzaro, fu sede di un Monastero di Certosini fino alla metà del 1500, quando, distrutto, venne ricostruito e diede vita all’attuale chiesa barocca, arricchita da ben due chiostri e una sagrestia. Nel 1789 il monastero fu soppresso per accogliere prima la ‘Fabbrica Ducale dei Tabacchi’, poi, nel 1900, l’unico Riformatorio dell’Emilia Romagna. Dal 1975 è sede della scuola di Formazione e Aggiornamento della Polizia Penitenziaria che conta oltre 200 corsisti. Il monumento, conosciuto dai più grazie all’opera di Stendhal, ma poco visitato, ospita, inoltre, quadri di grandi esponenti del barocco italiano come Francesco Pescaroli, Gian Battista Natali e Ilario Spolverini. La Certosa, nelle giornate del 13 e del 14 ottobre ha aperto le sue porte, lasciandosi attraversare e scrutare da visitatori delle più svariate fasce d’età. Massiccia la partecipazione registrata in questo week end di ottobre: anziani, bambini e adulti tutti riuniti attorno a volontari e sapienti guide pronti ad arricchire il patrimonio conoscitivo degli ascoltatori.
Non poche le bellezze da ammirare anche all’interno del millenario Palazzo Vescovile, edificio dalla struttura romanica, situato nel cuore della città, in Piazza Duomo, dove spesso viene oscurato dall’imponenza della Cattedrale e del Battistero. Sede della Diocesi della città e del Museo Diocesano, il Vescovado ospita, infatti, importanti reperti archeologici e opere d’arte. Il Palazzo accolse due papi, due antipapi ed un eretico poi bruciato in Piazza Ghiaia. Lo sapevate? Pietro ed Elisa, due giovani studenti nei panni di apprendisti “ciceroni”, hanno raccontato queste ed altre curiosità, incantando la folla di partecipanti pronta a cibarsi di storia, memoria e tradizioni.
Per finire il tour delle Giornate Fai si è approdato in Via dei Farnese, dove maestoso si erge, di fronte al Palazzo della Pilotta, il Torrione Visconteo, torre medievale costruita da Bernabò Visconti nel XIV secolo per fortificare l’estremità del ponte allora esistente.
L’EVENTO – “L’entusiasmo e la partecipazione non sono mai mancati. Gli abitanti di Parma e del Parmense hanno dimostrato una viva curiosità e un forte interesse durante le giornate Fai già nei precedenti anni”, ci tiene a sottolineare Luca. E aggiunge: “La prova più luminosa l’abbiamo avuta proprio durante le giornate di Primavera: fra i beni coinvolti dall’iniziativa, la Chiesa di San Francesco del Prato è stato il sito più visitato in Italia.”
L’evento è stato realizzato a sostegno della campagna di raccolta fondi ‘Ricordati di salvare l’Italia’, attiva fino al 31 ottobre e a cui si potrà partecipare, oltre che con il contributo offerto all’ingresso nelle recenti giornate d’Autunno, anche tramite sms o iscrizione online al Fai. “Il denaro raccolto da ogni Delegazione è versato periodicamente al Fai nazionale, che lo impiega per recuperare, mantenere e aprire al pubblico i beni artistici affidati alle sue cure, spesso ricevuti in condizioni davvero precarie. Queste attività di recupero pretendono uno sforzo economico intenso e le delegazioni contribuiscono, nel loro piccolo, a proseguire in questa direzione, cercando di ampliare le possibilità di intervento del Fai“.
L’ISTITUZIONE – Sebbene la notorietà della fondazione dal 1975 sia molto cresciuta, siamo ancora lontani rispetto ai traguardi raggiunti, ad esempio, dal National Trust inglese, che rappresenta, dice Ghidoni, “un punto di riferimento per tutta l’organizzazione.” Nonostante ciò, la collaborazione, l’entusiasmo e la passione di volontari e dei membri della Delegazione non manca. Per questo, pur non ricevendo nessun compenso, continuano a lavorare nel campo della sensibilizzazione riguardo a temi ambientali e paesaggistici (quest’anno la tutela dell’acqua).
“Per me essere volontario Fai significa fare ed essere concreti. La mia ricompensa è la soddisfazione di rendere le persone più consapevoli e sensibili. Cosa possiamo salvare se non la bellezza?”. Così Lorenzo, volontario presente come guida nelle Giornate d’Autunno, racconta la sua adesione all’iniziativa. Le giornate Fai sono l’evento più noto, ma l’organizzazione lavora tutto l’anno sfornando appuntamenti che hanno una cadenza almeno mensile. “Al di là dei momenti istituzionali, nel quotidiano si fanno incontri e si discute di attività future”, spiega ancora Lorenzo. “Si contribuisce, insieme agli altri volontari all’organizzazione di visite a mostre e monumenti”, aggiunge Eleonora, chiarendo che le attività portate avanti dagli amanti dell’arte sono disparate e molteplici. Ed è stato proprio questo amore per l’arte e, in particolare, per l’architettura che ha portato giovani come Eleonora e Lorenzo ad avvicinarsi al Fai. “Ho scelto di collaborare col Fai principalmente perché da sempre ho a cuore i temi dell’arte, dell’architettura e dell’ambiente“, racconta Lorenzo, architetto di professione. Come lui anche Eleonora è architetto e storica dell’arte e lo dice chiaramente: la sua scelta di collaborare deriva dalla sua formazione, nonché “dalla volontà di contribuire a far conoscere l’immenso patrimonio storico-artistico dell’Italia”.
“La repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio storico e artistico della Nazione”. Recita così l’articolo 9 della nostra costituzione, motivo ispiratore della delegazione Fai. I beni culturali costellano, da nord a sud, il nostro bel Paese ed avvolgono il quotidiano di ognuno di noi con arte materiale ed immateriale. Con sguardo curioso ed avido desiderio di gustare le nostrane memorie, centinaia e centinaia di persone hanno aderito entusiasti alle giornate Fai, passeggiando tra piccole e grandi ricchezze da riscoprire. Un tour che getta luce sul passato, per preservalo anche per il futuro.
di Giovanna Giordano, Eva Skabar, Federica Gernone
Dopo 2 ore di fila alla Certosa ed altrettante da aspettare sono andato via. L’inaccessibile purtroppo è rimasto inaccessibile.