Capitale Cultura, a che punto siamo? Le guide turistiche dicono che…

COSA PIACE E COSA NO DA CHI GUARDA LA CITTA' CON GLI OCCHI DEI TURISTI

“L’arte” dicono i tedeschi, “il Teatro Farnese” rispondono gli italiani, “il parmigiano e il prosciutto crudo” concordano americani, russi e portoghesi. Cosa può colpire di una città ricca come Parma se non quasi tutto? A dimostrare questa tesi sembrano i dati sul turismo di Istat e dell’Osservatorio turistico regionale di Unioncamere elaborati da Trademark Italia che, non solo rilevano il positivo andamento del turismo regionale nei primi sette mesi del 2018 (+4,3% di presenze e un +5,9% degli arrivi rispetto al 2017), ma illustrano quanto Parma, dopo la nomina a Capitale della cultura per il 2020, segni un +10,3% sulle presenze e un +4,6% sugli arrivi. Tendenze che, si crede, andranno a crescere con l’avvicinarsi a Parma2020.
Se è vero che l’ondata di turismo porterà a Parma gloria e riconoscimenti, è anche vero che questa rappresenta una sfida per la città che, per quanto affascinante, non è certo perfetta. Con il 2018 quasi giunto al termine, rimangono un anno di progettazione e lavori  – favoriti anche dallo stanziamento, da parte della Regione, di 1,5 milioni di euro per progetti strutturali e iniziative pubbliche – e una domanda: Parma saprà superare al meglio la sfida?

“UNA BELLA SCOPERTA” – Parma, nell’ideale dei turisti, è raramente una meta da più giorni. Gli stranieri la conoscono soprattutto perchè inserita nei tour dell’Emilia Romagna, o come tappa intermedia per dirigersi poi in Toscana. Gli italiani la considerano una gita domenicale e, spesso, non sanno neanche bene cosa aspettarsi: “La stragrande maggioranza dei gruppi di italiani con cui lavoro e che vengono in visita a Parma – sostiene Stefania, guida turistica attiva soprattutto con italiani e scolaresche – non hanno la minima idea di cosa possa offrire la nostra città a livello museale-monumentale. Noto un inaspettato stupore nell’entrare a Teatro Farnese o in Cattedrale, in 25 anni di servizio ne sono sempre usciti un po’ ‘innamorati’. Parma è una bella scoperta.”
Le visite più richieste sono, di solito, Parma città  al mattino – con il complesso della Pilotta, Cattedrale, Battistero – e al pomeriggio la visita di un castello, Torrechiara e Fontanellato i più gettonati. In crescita anche la richiesta di visita a prosciuttifici e caseifici così come i luoghi verdiani e della musica. “Abbiamo avuto in questo periodo il Festival Verdi. Ha avuto una rilevanza internazionale: turisti dalla Russia, dal Giappone e dell’Australia sono venuti fino a qui per i luoghi di Giuseppe Verdi e la cultura musicale e, intanto, hanno assaporato tutto quello che la città poteva offrire” afferma un’altra guida, che chiede di rimanere anonima, facendo riferimento soprattutto ai tour enogastronomici di cui “vi è una enorme offerta, tutte le tasche possono goderne.”

“Indipendentemente dal luogo che si vuole visitare, la richiesta è sempre quella di fare in modo che i partecipanti alla visita abbiano modo di acquistare i prodotti tipici locali, soprattutto il formaggio,” dichiara Stefania.
Oltre alla vista, al gusto e all’udito, è il contesto che affascina i viaggiatori che arrivano in città: “La vivacità turistica rispetto alle città vicine è di facile percezione” sostiene Eliana, guida che si occupa prevalentemente di turisti italiani, che afferma anche come a questi piaccia molto sedersi al bar per godersi “un’atmosfera accogliente e colta”. Questa percezione è condivisa anche da Stefania: “Quello che piace molto di Parma è il clima da pétite capitale che si respira passeggiando per la città, le tante persone in bicicletta e il centro storico a misura d’uomo e non soffocato dalle auto“.

BELLA PERÒ… – Se, da un lato, Parma è una rivelazione degna di nota, dall’altro la città ha dei difetti che tendono a sfavorire due tipi di turismo. Il primo è quello a basso costo, dei turisti che si recano a visitare il posto in giornata e che non hanno la possibilità di fermarsi in hotel o nei ristoranti prestigiosi che la città vanta. Di conseguenza si apre spesso un altro aspetto cruciale: la mancanza di bagni pubblici, un problema concreto e più volte riscontrato. “Pochi giorni fa dovevano arrivare tre pullman in città, il mio di polacchi e altri due di giapponesi. Io li faccio fermare sempre in autogrill per soddisfare i loro bisogni fisiologici prima della visita. Ma quando sono arrivati i giapponesi in Viale Toschi, unico punto di carico e scarico, c’era un solo bagno per due pullman” afferma la guida. Il difetto è anche confermato da Stefania: “Le lamentele peggiori si hanno la domenica mattina quando il bar e i bagni pubblici di Viale Toschi rimangono chiusi. Il tour che io propongo inizia dal Parco Ducale e segue con la visita del Palazzo della Pilotta e quindi, per poter accedere ad una toilette o prendere un caffè, si deve arrivare in via Cavour o in piazza Garibaldi. Lì ci sono un paio di bar dove i titolari hanno più volte ‘aggredito’ verbalmente i miei gruppi perché non gradivano che si usufruisse della toilette a fronte della consumazione di un caffè. Le toilette della Ghiaia sono spesso fuori uso – di cinque bagni disponibili, spesso ne funziona uno, massimo due – e con gruppi di cinquanta persone la sosta diventa infinita”, conclude.
Un altro turismo sfavorito è quello della singola gita domenicale: “Alcuni posti hanno gli orari ridotti o sono chiusi per la mancanza del personale. La Galleria Nazionale, invece, ha introdotto il biglietto unico obbligatorio di 10 euro per tutti i musei del palazzo della Pilotta togliendo la possibilità ai gruppi che hanno poco tempo di visitare unicamente il teatro Farnese” afferma Ioulia, guida che accoglie molti turisti russi.
Altri problemi riscontrati che sembrano togliere fascino alla città sono l’incompiutezza e il cantiere perenne presenta alla Pilotta, la mancanza di scritti e didascalie in lingua inglese nei monumenti – ad esempio la statua al partigiano – che rendono difficoltoso ai turisti stranieri capire ciò che si sta guardando se non accompagnati da una guida. Criticata è anche la mancanza di una rampa per l’accesso dei disabili nel Battistero, di pertinenza della Curia.

Tutto ciò fa dubitare le guide sulla prontezza di Parma ad essere capitale della cultura: “Non la vedo molto pronta. Quando vi fu la mostra su Parmigianino e Correggio a Parma c’era veramente una vasta offerta e la città appariva al meglio, anche come pulizia e accessibilità. Da allora ho visto un calo nel senso di qualità, mancano le cose base per accogliere al meglio un turista” afferma Patrizia, guida che riceve turisti americani, tedeschi, spagnoli e portoghesi. “Non basta offrire del salame e del prosciutto, sono i servizi offerti che rendono davvero accogliente una città” conclude.

LA PAROLA ALL’ASSESSORE – Cosa ne pensa l’assessore del turismo Cristiano Casa? “Bisogna migliorare il sistema di accoglienza che farà diventare Parma una vera città turistica. Tutto ciò sarà possibile con la collaborazione che stiamo mettendo in atto tra associazioni di commercio, degli albergatori e delle guide turistiche“. E per quanto riguarda i bagni pubblici? “Qualcosa verrà fatto per migliorare i bagni pubblici esistenti e per aggiungerne di nuovi. Ma non dimentichiamo che si possono utilizzare i bagni di esercizi pubblici secondo il regolamento“. La legge sostiene che il consumatore in un pubblico esercizio possa rivendicare il diritto ad avere dei servizi funzionanti e ad utilizzarli gratuitamente, pena per l’esercente che rifiuta senza un legittimo motivo – o che faccia trovare il bagno fuori servizio – i controlli delle autorità e una sanzione.
L’assessore rimarca poi i punti di forza di Parma quale terra di cultura del cibo – città guida della Food valley e città creativa UNESCO per la gastronomia-, terra di cultura musicale – di Verdi e di importantissimi teatri – ma anche di cultura vera e propria con i suoi monumenti: “Una novità è la considerazione anche del territorio extraprovinciale che comprende Reggio Emilia e Piacenza, con il progetto ‘Destinazione Emilia’, ma anche il territorio interprovinciale, dall’Appennino alla Bassa, che rafforza il turismo dal punto di vista della natura e del paesaggio.”

di Laura Storchi

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