Parma Film Festival, dai grandi del Novecento ai Pink Floyd

SUCCESSO PER LA 17ESIMA EDIZIONE, IL DIRETTORE ARTISTICO GIROLDINI: POCHE RISORSE DAL COMUNE

Parma Film FestivalSu uno schermo in bianco e nero passa una prima automobile da corsa, un vecchio modello. Poi ne passa una seconda, mentre dopo qualche istante si affaccia di fronte alla telecamera uno strano tipo, vestito in abito. Si avvicina allo schermo con andatura ondeggiante, un bastone da passeggio, una bombetta e baffetti. Non passa certo inosservato. È Charlot in ‘Kid Auto Races at Venice’, cortometraggio diretto da Henry Lehrman e proiettato per la prima volta nel 1914, che vede il debutto del personaggio cinematografico creato dal regista ed attore Charlie Chaplin. Non è un caso che sia proprio questo film ad aprire la prima serata della diciassettesima edizione del Parma Film Festival, poiché il 2014 è l’anno in cui Charlot compie cento anni. Ma non solo, come spiega Roberto Campari, docente di Storia e critica del cinema all’Università di Parma, “il 2014 è un anno particolarmente significativo per l’anniversario della scomparsa di due personaggi fondamentali del cinema, del teatro e della cultura italiana: Vittorio De Sica ed Eduardo De Filippo”. Se poi si aggiunge la Prima Guerra Mondiale, il festival fa l’en plein.

“È un evento prezioso -continua il professor Campari- perché mostra al pubblico qualcosa di raro, qualcosa che non si vede oggigiorno in televisione o nelle sale cinematografiche ed è proprio questo che rende l’iniziativa utile“. 

 

DA BERTOLUCCI AI PINK  FLOYD – Il festival ha preso il via il primo dicembre alla Casa della Musica, ma è stato organizzato un incontro anche al Cinema Astra, per un totale di 83 proiezioni. L’evento è organizzato dal circolo del cinema Stanley Kubrick e dal direttore artistico Primo Giroldini, con la collaborazione della Casa della Musica, del Comune e dell’Università di Parma. Partecipano invece, a sostegno economico, la Fondazione Monte Parma, Banca Monte Parma, Chiesi Farmaceutici, la Camera di Commercio e la Regione Emilia Romagna. A riempire le giornate del festival sono nomi importanti del cinema nazionale ed internazionale: si parte con l’ ‘Italia in corto’ con le firme di Vittorio De Sica, Roberto Rossellini, Federico Fellini e Bernardo Bertolucci, al quale è stata riservata la sezione speciale ‘Omaggio a Bernardo Bertolucci’.Come spiega Michele Guerra, docente di Cinema, fotografia e televisione all’Università di Parma, “il festival ha proposto una mostra dei manifesti originali di tutti i film del regista parmigiano. Mostra che si è giovata dell’archivio Baroni, il più importante in Italia da questo punto di vista”.

Tra gli autori parmigiani si ricorda anche Francesco Barilli, che l’11 dicembre presenterà ‘Poltrone rosse’, “un documentario su Parma portato persino al Festival di Venezia – spiega il professor Guerra  – all’interno del quale la stessa Università ha giocato un ruolo fondamentale in quanto a consulenza storica e in cui ha collaborato anche Roberto Campari”. Non manca un salto nel passato con ‘Il cinema e la prima guerra mondiale’, in cui troviamo nuovamente Charles Chaplin con ‘Charlot soldato’ (1918), Pietro Germi con ‘Guerra 1915-1918’, Francesco Rosi con ‘Uomini contro’ (1970) e ‘Orizzonti di gloria’ di Stanley Kubrick. A rendere ancora più toccante e coinvolgente la serata di apertura, ‘The immigrant’ (1917) di Chaplin è stato accompagnato dalla musica dal vivo di Daniele Furlati, nato a Bologna nel 1973, diplomato in composizione, pianoforte e composizione e con alle spalle già diverse esperienze, nonostante la giovane età. Stesso espediente per la serata conclusiva, quella del 12 dicembre: questa volta il film muto con accompagnamento musicale è ‘Berlino sinfonia di una grande città’ (1927), di Walter Ruttman, e la musica è quella del Maestro Antonio Coppola, specialista dal 1975 nella creazione, realizzazione ed improvvisazione di colonne sonore per il cinema muto.  Il festival, infine, si apre anche  agli spot pubblicitari, ai documentari e persino ai Pink Floyd, con ‘Pink Floyd live at Pompei’ di Adrian Maben e ‘The Wall’ di Alan Parker. Un’iniziativa dunque per accontentare i gusti di tutti, per tornare a ridere con Totò o per emozionarsi al fianco di Sophia Loren; per perdersi nello sguardo delle pellicole di Kubrick o nel  fascino senza tempo di Vittorio Gassman.

 

L’IDEA DEL FESTIVAL – Il direttore artistico Primo Giroldini sostiene che “inizialmente doveva trattarsi di una manifestazione nazionale per film-maker  e cortometraggi”, ma nel corso degli anni vi è stata una trasformazione del progetto, che ha portato al festival come lo conosciamo oggi. “Dal 2006 si è poi deciso di inserire una serie di eventi collaterali – continua il direttore- che hanno visto, tra gli altri, la partecipazione di Giorgio Diritti, regista, sceneggiatore e montatore, e di Morando Morandini, critico cinematografico e attore. Quest’anno abbiamo deciso di inserire gli spot anche per l’importanza che il sistema visivo e il mondo delle immagini rivestono al giorno d’oggi. Inoltre, spesso gli spot pubblicitari sono girati da grandi registi, come ad esempio Federico Fellini”.

 

NON SOLO PARMA – Al festival non si trovano solo registi dell’Emilia-Romagna, ma si denota un forte riferimento al Mezzogiorno e al Sud Italia. Il 2 dicembre, infatti, è stato ospite del festival il regista napoletano Gianfranco Pannone, che ha presentato al Cinema Astra alle 20.30 il documentario ‘Trid c’me la bula’ (‘Triti come la segatura’), in cui si racconta l’avvenimento storico delle Barricate del ’22 di Parma, una resistenza armata alle squadre fasciste della città, che risultò vincitrice dopo cinque giorni di scontri. In seguito la proiezione del suo ultimo documentario ‘Sul Vulcano’, presentato già alla 67ma edizione del Festival del Film di Locarno, in cui il Vesuvio sembra indicare il punto di partenza per una riflessione attenta ai mali del territorio, come l’edilizia abusiva ed il degrado ambientale; tutto questo attraverso i racconti dei tre protagonisti, Maria Matteo e Yole, grazie alle interpretazioni di attori come Toni Servillo e Iaia Forte.

Il 3 dicembre è la volta di Cecilia Mangini, regista e fotografa nata il 31 luglio 1927 a Mola di Bari, celebre per essere la prima documentarista italiana del dopoguerra e per le sue collaborazioni cinematografiche con Pierpaolo Pasolini. Alle ore 21 alla Casa della Musica la regista ha presentato insieme al docente Michele Guerra il suo ultimo road movie ‘In viaggio con Cecilia’, girato insieme alla regista Mariangela Barbanente nell’estate del 2012, quando si confermò l’inquinamento prodotto dall’acciaieria Ilva di Taranto e venne arrestato il proprietario Emilio Riva. Una sfida per la Mangini, che nonostante i suoi 87 anni, ha deciso di scavare ancora una volta nelle vicende della sua terra, mostrando una gran voglia di far sentire la sua voce. Tra gli ospiti importanti da citare troviamo ancora Vilma Labate, regista italiana; Paolo Benvenuti, regista, sceneggiatore e produttore cinematografico; Pietro Marcello, regista italiano ed Adriano Aprà, critico cinematografico. Senza dimenticare Vittorio De Seta, Luigi Di Gianni, Antonietta De Lillo e Franco Piavoli.

La manifestazione, tra le altre cose, ha da sempre offerto ai suoi partecipanti una certa visibilità. “Simone Massi, oggi illustratore ed autore di film di animazione -spiega Giroldini -è stato vincitore nella sezione ‘Concorso’ per ben due volte, ed è un esempio su tanti. Si tratta di un’occasione per imparare – continua- e questo vale anche per me, per scoprire e riscoprire continuamente cose nuove”.

 

PUBBLICO E AMMINISTRAZIONE – Anche se ci si augurava una maggiore affluenza di pubblico giovanile,non ci possiamo comunque lamentare dei numeri ottenuti in queste giornate, considerando anche il grande successo di martedì 2 dicembre”, sottolinea Giroldini. Per il direttore artistico, invece, un po’ più di amarezza è legata alla questione dei budget resi disponibili dall’amministrazione comunale per questo Festival: “Con maggiori possibilità economiche avremmo potuto comprare maggiori spazi pubblicitari, è certo. Purtroppo – continua Giroldini – questo non ci ha permesso di avviare la sezione competitiva”. Nonostante ciò, il programma resta senz’altro ambizioso ed accattivante e, dietro le quinte, sono già al lavoro per la prossima edizione.

 

IMPARARE, SCOPRIRE, MOSTRARE – Sembrano essere queste le parole chiavi fondamentali da tenere ben presenti in mente prima di entrare alla Casa della Musica o al Cinema Astra. Tutto questo alla luce di uno sguardo critico da tenere sempre a portata di mano, per indossarlo ogni qualvolta ne abbiamo l’occasione.

“Quando si pensa nella mente ad un progetto -spiega Giroldini- si delineano certi percorsi. Addentrandosi in tale progetto però, spesso inconsapevolmente se ne creano degli altri, e questo è senza ombra di dubbio un bene”. È la passione che, facendosi guida, ci pone sulla strada giusta.

 

di Francesca Matta, Erica Salidu, Silvia Palmieri, Alice Caro

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