Parma Film Festival, spazio ai giovani per “ricostruire un nuovo pubblico”

INIZIATIVE FORMATIVE, WORKSHOP E CONCORSI PER UNA CULTURA DEL CINEMA CONSAPEVOLE

Il festival del cinema parmigiano giunge quest’anno alla sua ventunesima edizione e con una veste del tutto nuova. ‘Invenzioni dal vero – Parma Film Festival’, in corso dal 12 al 17 novembre, come ogni anno si conferma un grande evento che si impegna a rendere partecipi i cittadini organizzando diverse iniziative in vari luoghi della città grazie a una rete organizzativa che vede insieme il Comune di Parma, il Circolo Stanley Kubrick, l’Università di Parma, la Fondazione Solares delle Arti, le Officine Arti Audiovisive e il Liceo Artistico Statale Paolo Toschi. Dalle sale cinematografiche alla libreria Feltrinelli di Via Farini, dalle aule universitarie a diversi spazi di cultura a Parma, il festival offre un virtuoso cambio di impostazione che riesce ad abbracciare un pubblico sempre più ampio con l’obbiettivo di avvicinare soprattutto i più giovani al mondo del cinema.

INVENZIONI DAL VERO – Già a partire dal nome scelto, l’edizione di quest’anno contiene un messaggio particolare: ‘Invenzioni dal vero’ non è una semplice citazione di Attilio Bertolucci ma rappresenta la volontà di fare un passo oltre al concetto statico di genere: “Abbiamo deciso di riprendere l’espressione del grande regista, legata alla poesia ma quanto mai attinente con ciò che succede oggi. In particolare con le tecnologie digitali girare le scene è diventato più semplice, la macchina diventa quasi una protesi. Ibridare le formule di narrazione, mescolando realtà e finzione, i generi. Contaminare i linguaggi e differenti media è diventata una prassi. ‘Invenzioni dal vero’ è espressione perfetta per descrivere le trasformazioni del mondo del cinema”, spiega Milo Adami, responsabile organizzativo di Officine Arti Audiovisive e co-organizzatore del Parma Film Festival.

GIOVANI AL CENTRO – Altra novità del festival è il programma sempre più variegato, che potenzia la sua offerta formativa, rendendo la città, nella settimana della rassegna, culla formativa per chiunque volesse approfondire le proprie conoscenze in materia di cinema. Esempio sono i numerosi workshop e le masterclass, le mostre, i laboratori e gli altri eventi per indagare nel migliore dei modi l’universo del cinema d’autore, documentaristico e di ricerca. Novità esclusiva di questa edizione è il concorso per progetti audiovisivi, spazio dedicato della produzione di nicchia e rivolto agli studenti dei corsi di cinema e comunicazione multimediale. Il concorso offre un palinsesto di ventitré film che spazia dal cinema documentaristico a quello di finzione, spesso ricco anche di pellicole totalmente sperimentali. Altra novità sono le varie iniziative che danno spazio alla fantasia degli studenti liceali, permettendogli di approcciarsi al mondo del social media management, del video-making e della scrittura giornalistica.

Come racconta Milo Adami: “L’idea di coinvolgere i ragazzi del mondo studentesco giovanile e universitario è legata a varie necessità. La prima è quella di riportare i giovani in sala. Sappiamo che il cinema è in crisi e stiamo maturando l’abitudine di vedere i film da soli, sul web o altre piattaforme. La sala è qualcosa di diverso. Riuscire a raccontare questo ai ragazzi e fargli capire l’importanza della sala, un luogo biblico di partecipazione collettiva dove c’è un momento di ascolto verso se stessi e verso qualcun altro che ha lavorato su un racconto, che mette a disposizione il suo immaginario, la sua narrazione, la sua visione della realtà per gli altri; questo penso sia un valore molto forte da comunicare. Il cinema che noi proponiamo alle scuole è un cinema d’autore, film premiati a Venezia e Cannes e che hanno come protagonista il mondo adolescenziale e sono film che ti si attaccano addosso. Ripartire dalle nuove generazioni significa ricostruire il pubblico“.

Altro obbiettivo degli organizzatori del festival è quello di creare una coscienza nei giovani spettatori, ormai molto esposti ai contenuti multimediali, ma che non sempre riescono a comprenderne il significato più profondo: “Secondo me i ragazzi si nutrono costantemente di immagini, ma non è detto che l’accumulo ti aiuti a comprendere cosa queste ti stanno raccontando. La cosa che nessun tutorial di YouTube ti dice è come leggere le immagini, come descrivere e interpretare la tua vita grazie alle immagini. Il cinema ha questo potere, quello di darmi una guida e farmi crescere, maturare uno sguardo non solo sul cinema ma su come questo racconti il mio tempo. Quando sono al pc e guardo un film, non ho la possibilità di condividere le mie esperienze”, aggiunge ancora Adami.

L’esperienza sul campo è sicuramente il modo migliore per comprendere il mondo del cinema. Per questo, come racconta Gianpaolo Bigoli  anche lui responsabile organizzativo di Officine Arti Audiovisive e co-organizzatore del Parma Fil Festival – si é dato molto valore ai progetti di gruppo come i vari workshop, tra i quali quelli con Lorenzo Hendel, responsabile editoriale Rai. “Un uomo che ha rinnovato la comunicazione e i vari format della rete – spiega Bigoli – e che offre una lunga esperienza nel cinema documentario. Così abbiamo creato l’occasione per far incontrare Hendel con coloro che volevano approfondire la materia del cinema documentario”.
Queste esperienze non sono, però, un semplice incontro tra esperti e novizi, l’equipe del festival si pone infatti lo scopo di far capire l’importanza del documentario come strumento di narrazione. “Vorrei che le persone che fanno documentario per scherzo, passatempo o per gioco, capiscano quanto sia importante girare i documentari. Voglio che passi da essere un passatempo a un vero obbiettivo dei giovani. Credo che queste collaborazioni siano utili a creare tale passione, coinvolgendo anche lo spettatore nell’importanza della narrazione”.

 

di Fabio Manis e Tommaso Fonnesu

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