Parma: 81% di raccolta differenziata, ma è tutto efficiente?
VIAGGIO ANCHE IN QUELLO CHE I DATI NON DICONO
“Quando l’asticella è alta non puoi fare altro che superarla e questo è il nostro grande problema“, queste le parole dell’assessore Tiziana Benassi riguardo la raccolta differenziata a Parma. I dati sono sicuramente molto positivi, ma la situazione non è rosea come sembra. Nonostante gli sforzi del Comune e di Iren, non è raro vedere rifiuti esposti prima dell’orario stabilito o abbandonati dove capita. Rimane da capire il motivo di questi problemi: scarsa informazione o poca disponibilità ad adeguarsi alle regole?
Sicuramente un discorso a parte va riservato agli studenti fuori sede, che arrivano a Parma per la prima volta e si trovano a dover entrare in un meccanismo di raccolta dei rifiuti non così immediato da comprendere. Per cercare di fare chiarezza sul modo corretto di smaltimento dei rifiuti e sulle iniziative comunali, ci siamo rivolti sia ad Iren che al Comune, alla ricerca di spiegazioni.
PROBLEMI ECOLOGICI – I problemi ecologici e la difesa dell’ambiente rendono sempre più arduo individuare aree adatte per discariche nelle quali immettere materiali di qualsiasi genere, inclusi quelli inquinati – come batterie e medicinali – o anche utili come fonte di materie prime – come plastica, acciaio, alluminio, carta e vetro. Il riciclaggio dei rifiuti è quindi determinante non solo per risolvere il problema delle discariche da dismettere, ma anche per il risparmio sia di energia che di materie prime. La raccolta differenziata, quindi, è un gesto sostenibile e che non comporta poi così grossa fatica. Scopo delle norme nazionali e regionali in materia di rifiuti è ridurre il più possibile la quantità di residuo non riciclabile da portare in discarica o da trattare con inceneritori o termovalorizzatori, e, contemporaneamente, recuperare, mediante il riciclaggio dei rifiuti, tutte le materie prime riutilizzabili, che divengono così fonte di ricchezza e non più di inquinamento.
LE MISURE ADOTTATE DALL’AMMINISTRAZIONE – Per fare il punto su come si sia mossa l’amministrazione comunale negli ultimi anni, è stata interpellata Tiziana Benassi, assessore alle politiche di sostenibilità ambientale del Comune di Parma. Una delle cose che ci tiene a sottolineare maggiormente sono i dati riguardanti la raccolta differenziata, che mostrano come la città abbia raggiunto livelli molto elevati. “Quest’anno siamo all’81% di raccolta differenziata, abbiamo una raccolta indifferenziata che è diminuita pro capite rispetto al 2012 del 65% e anche come termini di bacino parmense, i risultati sono davvero ottimi in regione”. Risultati che derivano dal sistema di raccolta, duramente criticato durante la campagna elettorale del 2017, ma fortemente sostenuto perchè “seppure ci siano dei contro, come in tutte le scelte che si fanno, è un metodo che ha il pro di essere fortemente dalla parte dell’ambiente perché solo in questo modo si riesce davvero ad ottenere dei risultati d’eccellenza come quelli che ha ottenuto Parma”. Uno dei punti deboli riguarda sicuramente il decoro urbano, dovuto però, secondo l’assessore, al cittadino che, “se non è perfettamente zelante al metodo, per esempio con l’esposizione anticipata dei rifiuti o purtroppo con casi di abbandono, porta al dover aumentare la pulizia e lo spazzamento della città. Proprio in questi giorni abbiamo introdotto lo spazzino di quartiere, che è un progetto su cui io ho investito moltissimo negli ultimi mesi perché sono convinta che ritornare attraverso il passato e la tradizione a questa figura, che è una figura di riferimento per il cittadino del quartiere, può incrementare e integrare lo spazzamento dei mezzi, perché, per esempio, vede quei rifiuti che un mezzo non può raccogliere”.
L’ABBANDONO RIFIUTI NON CALA? – L’abbandono dei rifiuti residenziali è uno dei punti critici da risolvere, perchè anche se “c’è una percentuale di persone che non accettano questo sistema, che forse è intrinseca all’essere umano, con cui purtroppo dovremo sempre fare i conti”, questo non vuol dire che l’amministrazione possa arrendersi, si deve anzi “impegnare due volte per cercare di limitarla il più possibile”. Ma come? “Io credo che uno degli interventi che si possono fare sia ridurre il più possibile le occasioni di abbandono, che spesso corrispondono alla presenza di contenitori“. Forse uno dei sistemi più efficaci per ridurre questo fenomeno sarebbe installare delle telecamere di videosorveglianza, che però “servono laddove c’è un abbandono fatto con la macchina perché tramite la targa si può risalire alla persona. Se l’abbandono è fatto a piedi o in bicicletta non si riesce a risalire a colui che l’ha fatto”.
Due delle misure adottate per ridurre l’abbandono sono state le Ecostation e la chiusura dei cestini stradali. Le Ecostation hanno aggiunto un elemento di flessibilità nel rigido sistema della raccolta porta a porta, che è stato apprezzato dai cittadini. Tuttora è molto utilizzata, soprattutto per la plastica più che per il residuo, perché e ingombrante ma leggera da trasportare”, quindi comoda da portarsi dietro e gettare.
Per quanto riguarda l’eliminazione dei cestini stradali, “sicuramente ha aiutato ma non ha risolto”, perchè spesso si vedono comunque dei sacchetti abbandonati nelle maniere più creative, ad esempio, legati alle sbarre che dovrebbero impedire al cittadino di gettarli. Oltre al discorso riguardante la pulizia e il disincentivare l’abbandono, sicuramente necessari, non si può dimenticare l’informazione. Che sia la disinformazione da parte dei cittadini a causare i problemi citati sopra? “Io credo che l’informazione ci sia. Diciamo che non è sempre attesa, questo sì. Uno dei problemi secondo me è l’esposizione anticipata. Per questo abbiamo in serbo un progetto di comunicazione sui media ma parallelo ad un sistema di controllo e di sanzioni più restrittivo. Perché credo che da questo punto di vista sia importante anche lanciare un messaggio deciso che deve essere parallelo: da una parte quello degli accertamenti a campione e dall’altro quello di una comunicazione più serrata”.
STUDENTI FUORI SEDE UN PO’ ‘IGNORANTI’ – Quanto detto sino ad ora vale per i cittadini di Parma, ma non bisogna dimenticare che Parma è una città universitaria, in cui vivono molti studenti fuori sede, che possono trovarsi in difficoltà nel momento in cui si trasferiscono in città. Se, come spesso accade, i padroni di casa non si preoccupano di spiegare come gestire il conferimento dei rifiuti, si trovano spesso in difficoltà e, talvolta, questa difficoltà porta ad abbandonarli dove capita. Oltre a questo, il Punto Ambiente in Strada Santa Margherita risulta scomodo da raggiungere con i mezzi pubblici, spesso gli unici mezzi di spostamento degli studenti, da molti studenti. Poco meno di un anno fa, è stato inaugurato anche un nuovo punto di Iren in Via Dante, in centro città, ma quasi nessuno tra gli studenti interpellati dichiara di conoscerlo.
“Io credo che su questo potrebbe fare molto l’Università. – commenta l’assessore Benassi – Di questi studenti sappiamo una cosa sicuramente: che si iscriveranno all’Università, quindi io credo che potrebbe essere una buona idea quella di abbinare un sistema informativo snello, legato al sistema di raccolta differenziata presente in città, al momento in cui uno si iscrive”. Chissà, quindi, se presto tra le varie brochure consegnate dall’Università alle matricole non ci sarà anche un depliant che faccia un po’ di chiarezza.
TORNA LO SPAZZINO DI QUARTIERE – Al ritoron dal spasen. Fra le ultime novità in ambito di raccolta differenziata, l’amministrazione ha presentato lo scorso 15 novembre, in Municipio, il progetto ‘Spazzini di quartiere’ alla quale hanno preso parte il sindaco Federico Pizzarotti, l’assessore alla Politiche di Sostenibilità Ambientale del Comune Tiziana Benassi, il direttore operations Iren Ambiente Giovanni Chinosi e il responsabile Raccolte di Iren Ambiente Gianluca Riu.
Con questo progetto, lo spazzino diventerà in pratica una presenza quotidiana nei quartieri e farà anche da ‘sentinella ambientale‘ della zona a lui affidata. L’iniziativa è stata anticipata in un video realizzato dal duo comico ‘Io parlo parmigiano’, con la partecipazione del cultore della parmigianità Enrico Maletti. Come ha spiegato l’assessore Benassi: “Lo spazzino di quartiere sarà quell’uomo in pettorina gialla che tutti noi impareremo a conoscere e a chiamare per nome, che conosce le criticità delle strade del quartiere a lui affidato, rimuovendo anche quei rifiuti ‘border line’ non facilmente raggiungibili con i mezzi”. Per rendere il progetto ancora più interessante, su ogni pettorina dei futuri spazzini sono state stampate frasi e poesie della duchessa Maria Luigia, Ireneo Affò e Fabio Strinati.
Gli spazzini saranno 20 uno per ciascuna zona con una maggiore presenza nel centro storico oltre che nei quartieri Pablo, San Leonardo, Montanara, San Lazzaro, Lubiana, Cittadella e Molinetto e saranno facilmente individuabili grazie a una specifica divisa pensata con un omaggio alla città.
L’obiettivo di tale progetto è incrementare la pulizia e la raccolta differenziata, oggi giunta all’80% a Parma. Ma il sindaco Pizzarotti non vuole fermasi qui. “Vogliamo alzare ulteriormente l’asticella. Questo progetto vuole istituire antenne ambientali sul territorio, ma anche informare capillarmente la cittadinanza sulle modalità e i tempi della raccolta, un riferimento presente che sia il terminale dell’organizzazione, un trade union tra azienda, Comune e cittadini”.
‘Spazzino di quartiere’, inoltre, prevede lavaggi, svolti giornalmente da mezzi dotati di idropulitrici ad alta pressione, la deodorizzazione di scalinate, insenature e marciapiedi, piazze, strade o pavimentazioni, la pulizia delle aree verdi per il mantenimento del decoro e per la vuotatura cestini dei giardini pubblici. Altra caratteristica è il cosiddetto ‘spazzamento combinato‘, che vede l’impegno di 25 operatori e 17 mezzi, accompagnati da una spazzatrice e da due operatori in manuale, la raccolta foglie in questo periodo autunnale, la pulizia dei mercati rionali, con attività manuale e di raccolta cassette. Ancora pulizia degli svincoli e delle tangenziali con frequenza settimanale, sino alla ripulitura del greto del Parma all’interno dell’area adiacente il torrente nel tratto compreso fra Ponte delle Nazioni e Ponte Italia.
Detto tutto ciò, pare evidente come l’amministrazione comunale si stia dando da fare per migliorare il più possibile il sistema di raccolta rifiuti in città e sia andato ad implementare il servizio in questi anni lì dove nascono criticità. I numeri parlano chiaro, l’81% è una percentuale alta rispetto alle altre città della Regione Emilia Romagna, cifra molto alta se si va invece a guardare fuori regione. Ma forse per i cittadini i soli dati non bastano. Sembra infatti che ci siano ancora alcune criticità nella vita di tutti i giorni, lo mostrano le pagine dei giornali locali che quotidianamente riportano le segnalazioni di abbandoni rifiuti, spesso sempre nei soliti e noti posti, vicino alle campane del vetro o alla raccolta indumenti. Scene che non possono far altro che arricciare il naso ma i furbetti dei rifiuti sembra non abbiano la stessa sensibilità. Che sia un problema di comunicazione? Come spesso ha commentato il sindaco Pizzarotti, infatti, sembrerebbe alla logica molto più semplice chiamare il numero verde di Iren che caricarsi il vecchio divano in auto per abbandonarlo al primo spiazzo lontano da occhi indiscreti. E’ possibile che questo sia l’effetto distorto di una manovra eccellente che viene percepita tuttavia come ‘imposta’ dall’alto? Solo quando tutti i cittadini si sentono partecipi di un meccanismo virtuoso, questo diventa tale anche nella pratica.
di Lara Boreri e Mattia Celio
Scusi, ma quello che sta succedendo fuori dalla tangeziale non è un problema di Parma?
Quintali di plastica abbandonata ai bordi delle strade e dei torrenti/ canali. Tra quella che tutti i cittadini possono vedere spostandosi a piedi o in bicicletta e quella seppellita sotto il fogliame e la terra si può sicuramente parlare di ” quintali” che stanno distruggendo le nostre bellissime periferie dove spesso ci sono strade, piste ciclabili che alla domenica si animano di pedoni e ciclisti lasciando l’amaro in bocca ha chi ha la consapevolezza del danno che questo scempio incontrollato e taciuto porterà alla nostra salute e a quella delle future generazioni.