Violenza sessuale: siamo tutti un po’ colpevoli?

 

“Azione volontaria, esercitata da un soggetto su un altro, in modo da determinarlo ad agire contro la sua volontà”. Questa è la definizione che si legge sul dizionario alla voce “violenza”. Ma la violenza può assumere diverse sfumature: violenza verbale, violenza fisica, violenza sessuale. Quest’ultima è diventata fonte di moltissimi dibattiti negli ultimi tempi, sia dopo il caso Weinstein, sia dopo l’atroce uccisione di Pamela Mastropietro, ma i casi che si potrebbero elencare sono molti più di questi.

In Italia circa una donna su tre ha subìto violenza fisica o sessuale nell’arco della propria vita (dati Istat 2014-2016). Ma quante di loro hanno il coraggio di denunciare? Soltanto una piccola percentuale, e solo per la metà degli iscritti in procura si avvia un’azione penale. La vergogna e l’umiliazione spingono queste donne a richiudersi in sé stesse, arrivando addirittura ad autoincolparsi. “Forse potevo gridare più forte. Forse avrei potuto dire no un’altra volta”. No! Un no, che sia detto ad alta voce o a bassa voce, rimane SEMPRE un no. Spesso però c’è chi, malignamente, afferma che la donna “se la sia cercata”, perché magari indossava una minigonna, o perché magari camminava da sola per strada di notte. Chi non l’ha pensato almeno una volta di fronte ad una notizia al telegiornale?

“Se denuncio non mi crederà nessuno”, è un altro dei pensieri più frequenti. Non siamo forse un po’ tutti responsabili di questo timore? Quanti di noi di fronte alla denuncia di Asia Argento o di qualche altra ragazza hanno commentato “lo fa per la notorietà”? O quanti altri dubitano di fronte ad una donna che impiega tanti anni per denunciare? “Sicuramente lo fa per vendetta”. Vorrei che in questa giornata tutti riflettessimo sulle nostre colpe. Sulla superficialità con cui, spesso, abbiamo commentato questo tipo di vicende. Vorrei che, ogni tanto, la vittima venisse considerata come tale senza dover subire la gogna mediatica. Aiutiamo chi davvero ha subìto violenza a smettere di vergognarsi e a cercare giustizia contro i loro aguzzini. Insegniamo ai nostri figli questi valori, e insegniamo a noi stessi a schierarci dalla parte giusta. Altrimenti il silenzio di queste donne è anche colpa nostra.

Un pensiero a tutte le donne vittime di violenza.

di Ilaria Pini

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