Il torbido valzer dei contraccettivi

PRIMA BOCCIATO, POI COPIATO E INFINE RITIRATO: L'EMENDAMENTO SUI CONTRACCETTIVI GRATUITI PER IL MOMENTO RESTA NEL CASSETTO

La sfortunata proposta di introdurre la contraccezione gratuita per i giovani under 26, e altre categorie di persone, arriva in commissione Affari Sociali il 14 novembre per mano di Giuditta Pini (PD), ma viene bocciata dal Movimento 5 Stelle. Pochi giorni dopo, però, i pentastellati la ripresentano in commissione Bilancio tale e quale facendola passare come una loro iniziativa, con tanto di comunicato stampa. Al di là della simpatica manovra, stupisce (sì, c’è ancora chi si stupisce) ciò che né è stato della proposta esattamente il giorno dopo: in una nota, il capogruppo alla Camera, Francesco D’Uva, annuncia che non se fa nulla perchè tra i beneficiari ci sarebbero anche i richiedenti asilo e chi gode di protezione internazionale, una cosasulla quale però non c’è accordo con la Lega“.

E infatti, non si fa attendere il commento del Ministro dell’Interno Salvini: “L’ultima delle cose di cui c’è bisogno è riempirli di preservativi.” Non si fa attendere nemmeno il commento rilasciato su Facebook da Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia, indignata da cotanta generosità: “Preservativi gratis per i richiedenti asilo. La proposta choc del M5S alla legge di Bilancio. Così oltre a vitto e alloggio, paghetta e Wi-Fi, gli italiani dovranno pagare pure i preservativi a chi si dichiara richiedente asilo, e che nell’85% dei casi risulta essere un clandestino. A questo non ci era arrivata nemmeno Laura Boldrini.”

Insomma, di un emendamento utile che cerca di facilitare l’accesso ad uno strumento utile per prevenire un problema di sanità pubblica, ciò che balza all’occhio è l’inclusione dei richiedenti asilo nel progetto. Poco importa alla destra che, rifiutandolo, tutti i possibili beneficiari rimarranno scoperti. E il fatto che il potenziale di una tale proposta si sia esaurito nell’ennesimo pretesto per attaccare gli stranieri, fa pensare. Cogliendo tale occasione, la destra sarà anche riuscita ad uscirne innocente. Eh sì, perché motivare il blocco di un emendamento con l’inclusione dei richiedenti asilo tra i fruitori di un servizio, ed insistere su questo unico punto, significa scegliere di privarne tutti i destinatari, salvo poi lasciar intendere che la causa di tale mancanza stia proprio in chi si vorrebbe escludere. “Non sono io, sono loro”. Semplice scarica barile, dunque? Di più: ridicolizzazione e svilimento di esseri umani. I toni impiegati dal vicepremier e dalla Meloni, infatti, suonano tutt’altro che lusinghieri.

Ma non sono da meno i commenti che spopolano sul web, tra cui spicca questa conclusione strampalata: “I pentastellati hanno il coraggio di presentarsi al cospetto degli Italiani [sic] con una proposta così assurda? Sarebbe un po’ come se dicessero : ‘Violentate pure le nostre ragazze, ma per cortesia, quando lo fate, almeno usate il preservativo’. In altri post è stato sollevato il problema delle malattie sessualmente trasmissibili, ma, guarda caso, tra i portatori venivano considerati solamente gli stranieri che “le sparpagliano nel nostro paese”. Infine, parlando di preservativi gratuiti, qualcuno ha voluto fare dell’umorismo razzista: “Tanto poi li rivendono ai semafori”, si legge tra i commenti. Evidentemente, ciò che a molti non è chiaro (o che non vuole esserlo), è che la proposta di distribuire contraccettivi gratuiti riguarda la prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili e gravidanze indesiderate, due cose che interessano tutto il genere umano. E in questo caso, si cerca di aiutare le fasce più deboli. Ma a quanto pare ‘non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire’.

L’OMS stima che ogni anno un’adolescente su 20 presenti un’infezione sessualmente trasmessa e sul sito del Ministero della Salute si legge che l’incidenza maggiore di infezione da HIV è nella fascia di età che va dai 25 ai 29 anni. Per quanto riguarda le interruzioni volontarie di gravidanza, tra le donne molto giovani il tasso di abortività non si è abbassato notevolmente dal 1983 – anno in cui il tasso ha raggiunto il picco in Italia – ad oggi. “Il numero di aborti è diminuito tra le donne che lavorano e che vivono una situazione di stabilità“, spiega la dottoressa Angela Spinelli. Credo che sarebbe il caso di preoccuparsi di questi dati, invece di indignarsi se i richiedenti asilo figurano tra i destinatari di un servizio potenzialmente risolutivo per problematiche serie che coinvolgono soprattutto persone giovani e bisognose. In quanto persone e in quanto appartenenti a tali categorie, non c’è da stupirsi che i richiedenti asilo vengano considerati tra i beneficiari di questa facilitazione. 

In altri paesi europei, come la Francia e la Germania, l’accesso alla contraccezione gratuita è una realtà assodata. L’Italia, nel frattempo, si colloca tra i paesi meno sviluppati sotto questo punto di vista. E non solo per quanto concerne i contraccettivi gratuiti, ma anche l’informazione sui diversi metodi e il funzionamento dei consultori. A testimoniarlo è l’Atlante Europeo della Contraccezione, realizzato dall’European Parliamentary Forum on Population and Developement che ci mostra un’Italia superata dai Paesi scandinavi, dalla Turchia, dalla Moldavia e non solo. Tuttavia, c’è da dire che a livello regionale la situazione è diversa: i consultori della Puglia, dell’Emilia Romagna, del Piemonte, del Lazio, della Lombardia e della Toscana offrono contraccettivi gratuiti ad alcune fasce della popolazione, come ai giovani e alle donne che vivono in ristrettezze economiche. Perché mai a livello nazionale non si riesce a fare il fatidico passo avanti? Eppure, già nell’Italia degli anni ’70 si cercava di promuovere i contraccettivi e informare più persone possibili. Con la legge 405 del 1975 si garantivano servizi a costo zero per tutti: “Le […] prestazioni previste dal servizio istituito con la presente legge sono gratuite per tutti i cittadini italiani e per gli stranieri residenti o che soggiornino, anche temporaneamente, su territorio italiano”, detta l’articolo 4, riferendosi alle prestazioni erogate dai consultori familiari. Oggi non si riesce a raggiungere un’ulteriore conquista. La scusa, questa volta, era che non c’era un accordo con la Lega. E con quella parolina magica, “richiedente asilo”, salta tutto.  Sembra proprio che evitare di perdere consenso tra l’elettorato sia più importante che raggiungere un obiettivo per il bene comune.

di Eva Skabar

 

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