Missione compiuta: l’addio al rover Opportunity

DOPO 15 ANNI DI ONORATO SERVIZIO, OPPY HA CONCLUSO LA SUA MISSIONE

NASA/JPL-Caltech/MSSS

“Con un senso di profonda riconoscenza e gratitudine, dichiaro che la missione di Opportunity è finita”. Queste le parole di Thomas Zuburchen, responsabile della missione del rover “Oppy” (così soprannominato dagli scienziati) alla conferenza stampa della NASA tenutasi lo scorso 13 febbraio. Dopo 15 anni di onorato servizio, si conclude così una delle più longeve missioni inviate su Marte: l’aspettativa di vita del robot, che doveva essere di soli 90 giorni marziani, è andata ben oltre quella che il suo team gli aveva attribuito, arrivando a superare di 55 volte le previsioni.

L’ultimo segnale di Oppy risale all’estate scorsa, prima che il rover si ritrovasse coinvolto in una delle tempeste più violente mai registrate su Marte. Gli scienziati suppongono che la sabbia debba aver coperto completamente i pannelli solari con cui veniva alimentata la sua batteria, rendendone così impossibile la ricarica. Il robot, di cui si erano perse le tracce, è stato poi individuato dal satellite Mars Reconnaissance Orbiter (Mro) della Nasa in settembre, facendo così riemergere la speranza di poter ristabilire un collegamento, ma nonostante le centinaia di tentativi effettuati dal Jet Propulsion Laboratory (Jpl), i danni si sono rivelati più gravi di quanto immaginato e il recupero della comunicazione non ha avuto successo. Inoltre, andando incontro al rigido inverno marziano, le cui temperature arrivano a toccare persino i -100°C, si suppone che, senza la possibilità di scaldarsi, le componenti interne del rover siano destinate a spezzarsi a causa del gelo. Da qui la decisione di decretare la fine della missione.

Atterrato sulla superficie di Marte insieme al gemello Spirit (durato ‘solo’ 6 anni), Opportunity ha percorso più di 42 km sul suolo marziano rispetto ai 1.000 metri previsti, raccogliendo circa 217.000 fotografie del pianeta rosso. La sua analisi sulle rocce e sul terreno ha fornito prove concrete sulla presenza di acqua allo stato liquido in tempi passati, così da avvalorare l’ipotesi riguardo possibili forme di vita sul pianeta.

Oppy lascia la sua eredità al rover “Curiosity” e alla sonda “InSight” attualmente presenti su Marte. La fine della sua attività ha letteralmente commosso scienziati, ingegneri e tecnici che hanno reso possibile il trionfo della missione. Numerosi i post di ringraziamento sui social, non solo da parte degli addetti ai lavori, ma anche da migliaia di utenti che, inteneriti dalla vicenda, hanno colto l’invito della Nasa a condividere i propri contributi attraverso l’hashtag #thanksoppy, creando una vera e propria gallery di meme e fumetti che ritraggono l’ultimo saluto al perseverante ricercatore.

di Martina Mariani

Scrivi un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*