Bando casa, prima gli italiani: discriminazione o solo slogan?

A FONTEVIVO IL SINDACO LEGHISTA TOMMASO FIAZZA PROMUOVE UNA GRADUATORIA PER GLI ALLOGGI POPOLARI CHE SVANTAGGIA GLI STRANIERI. NON SARA' UN ALTRO CASO LODI?

 

Nel piccolo comune parmense a guida leghista è stato approvato un bando case popolari che ha privilegiato gli italiani rispetto agli stranieri. Le reazioni avverse sono state diverse, ma quel che ci domandiamo è se si tratti o meno di slogan o invece di una manovra politica con effetti concreti, forse discriminatori, verso alcuni cittadini.

In provincia di Parma, a Fontevivo, è avvenuta infatti una piccola rivoluzione a firma leghista. Il sindaco Tommaso Fiazza, tra i più giovani primi cittadini d’Italia, ha concretizzato il motto salviniano ‘Prima gli italiani‘, riuscendo con un provvedimento a privilegiare i suoi concittadini italiani nell’assegnazione delle case popolari.

“UNA SCELTA DI BUONSENSO”- “Noi siamo il primo Comune in Emilia-Romagna che applicando un correttivo al bando alloggi popolari ha permesso agli italiani di essere finalmente primi in graduatoria” spiega il sindaco Fiazza. Il primo cittadino parla dell’ultimo bando di assegnazione case popolari, dove la Giunta comunale ha deciso di risolvere il problema dell’emergenza abitativa dei  concittadini meno abbienti, favorendo gli italiani rispetto agli stranieri. Il bando presenta un particolare correttivo, che assegna 3 punti aggiuntivi agli stranieri che riescano a presentare un documento, certificato dall’ambasciata, che attesti che non abbiano abitazioni di proprietà all’estero. “In questo modo evitiamo che ci siano i soliti furbetti che se ne approfittano e magari chiedono l’alloggio popolare in Italia avendo allo stesso tempo proprietà all’estero. – aggiunge Fiazza – Queste persone dovrebbero invece vendere le proprie residenze all’estero e acquistare casa in Italia con i propri soldi oppure tornare al paese dove già possiedono un’abitazione; io preferisco dare precedenza a chi vive qui da tanti anni e a chi se lo merita davvero, e nel fare questo non guardo al colore della pelle” .

Uno dei dubbi che sorgono riguardo a questo provvedimento si pone quando ragioniamo sul fatto che molti stranieri, che a Fontevivo sono il 15% su 5.600 abitanti, provengono da paesi dove la burocrazia è quasi assente, difficilmente contattabile oppure eccessivamente lenta a reperire documenti. Fiazza risponde: “Posso immaginare che alcuni paesi africani abbiano questi problemi, ma questo è un problema loro, un problema di uno Stato estero che non riguarda Fontevivo e i suoi cittadini; che invece devono avere diritto ad avere alloggi popolari se sono in difficoltà”.

Questa vicenda ha provocato molte reazioni, soprattutto da parte del PD e dalle sigle sindacali Cgil e Cisl, che hanno accusato il sindaco leghista di alimentare la lotta tra poveri e la tensione sociale. Ma Fiazza ha ribadito che “la lotta tra i poveri l’hanno sollecitata le amministrazione precedenti, che pensavano solamente a dare i diritti agli ultimi arrivati, rispetto a quelli che a Fontevivo ci vivevano da sempre”.

ATTO DISCRIMINATORIO…O SOLO SLOGAN? – A sollevare per prima le critiche sulla manovra comunale è stato il PD locale. “Il correttivo del bando alloggi popolari, a mio parere, è di dubbia legittimità poiché esula dalla legge regionale.- spiega Lucia Mirti, capogruppo di minoranza PD del Comune di Fontevivo- Questo provvedimento è inoltre discriminatorio poiché per gli italiani chiede la semplice autocertificazione mentre per gli stranieri chiede l’ottenimento di documenti sostanzialmente impossibili da recuperare. Quindi per me si tratta di un provvedimento anche incostituzionale, perché lede la parità di trattamento tra cittadini”. “Il vero tema però è che il bando ha molta meno importanza rispetto a quella che gli conferisce Fiazza, dato che qui a Fontevivo negli ultimi anni, gran parte degli alloggi popolari sono assegnazioni straordinarie che bypassano il bando” spiega Mirti. Si tratta di assegnazioni fatte in situazioni di urgenza, decise dagli assistenti sociali seguendo un iter che si conclude con la ratifica da parte della commissione comunale per l’assegnazione di alloggi popolari, dove sono presenti sia consiglieri di minoranza che di maggioranza. Infine la capogruppo PD aggiunge “nel suddetto bando, che riguarda una decina di alloggi a Fontevivo, posso dire con certezza che hanno partecipato solo e soltanto italiani; per questo motivo ‘prima gli italiani’, perché hanno partecipato solamente loro, e non per il correttivo”.

IL CASO LODI: FERMATO DA UNA SENTENZA – A ottobre dello scorso anno si era parlato aspramente di un caso, in parte simile a questo, avvenuto a Lodi, nella vicina Lombardia. In quel caso la giunta comunale, guidata dalla sindaca leghista Sara Casanova, aveva modificato il regolamento relativo all’accesso di mense e scuolabus per i bambini, introducendo l’obbligo per i genitori nati fuori dall’UE di presentare una documentazione aggiuntiva oltre l’ISEE. I risultati di questo provvedimento furono di rendere per i bambini stranieri molto più difficile la richiesta dei servizi. Il provvedimento venne però bloccato dal tribunale di Milano che, sottolineando la discriminazione avvenuta, obbligò con una sentenza il Comune di Lodi a modificare il regolamento.

“Il caso di Fontevivo però è diverso – commenta il sindaco Fiazza – in quel caso i documenti richiesti agli stranieri erano obbligatori, mentre nel nostro caso servono per avere solamente 3 punti in più ai fini della graduatoria. Dunque posso dire di essere tranquillo, anche perché delle sentenze mi danno ragione”.  “Spero che presto anche altri sindaci emiliani propongano lo stesso provvedimento anche nei propri comuni” conclude il primo cittadino.

A prescindere dall’appartenenza politica, questo provvedimento, stando ai numeri e alla luce dello specifico bando, sembra essere una vincente strategia comunicativa piuttosto che una vera e propria rivoluzione, per lo meno nel piccolo Comune di Fontevivo. D’altra parte ci stiamo avvicinando alle votazioni europee e alle votazioni comunali di questa primavera, senza dimenticarci le elezioni regionali dell’Emilia-Romagna dell’autunno prossimo; è chiaro che una mossa di questo tipo possa rientrare in una strategia in stile Lega. Tornando al bando delle case popolari, solitamente, come anche in questo caso, gli effetti prodotti da un provvedimento in un piccolo comune sono sempre limitati e non se ne possono osservare realmente gli effetti. In linea teorica, tuttavia, la filosofia è chiara: prima gli italiani. Se questo sia discriminatorio o meno, resta comunque una questione ideologica. Chi ha detto che la destra e la sinistra non esistono più? Su questi temi continuerà ancora a lungo il dibattito, almeno fino alle prossime elezioni.

di Davide Sereni

 

 

 

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