Predire il crimine non è più fantascienza. A Parma arriva XLAW

UN SOFTWARE INDIRIZZA GLI AGENTI DELLA POLIZIA SUI LUOGHI PIU' A RISCHIO PER I CRIMINI PREDATORI

Dall’8 gennaio 2019 è in funzione presso la Questura di Parma il software Xlaw, in grado di segnalare in anticipo il possibile verificarsi di reati predatori come furti o borseggi. Attivo in via sperimentale già in altre città italiane, il programma sembra ottenere ottimi risultati e ha permesso di sventare diversi crimini. Non è fantascienza, non siamo nel film Minority Report con Tom Cruise, il software è reale e funzionante: Xlaw è il frutto di un lungo lavoro durato ventidue anni, nato dalle intuizioni e dagli studi dell’Ispettore Superiore Elia Lombardo, in servizio presso la Questura di Napoli, e che  promette di portare ad un nuovo livello il concetto di prevenzione criminale. Xlaw è stato installato inoltre gratuitamente in via sperimentale in tutte le Questure in cui oggi è attivo. L’ispettore Lombardo ha infatti concesso il comodato d’uso gratuito alla Polizia di Stato.

SVILUPPO E FUNZIONI –  A spiegare direttamente la nascita di un software tanto sofisticato quanto semplice da intuire, l’inventore Elia Lombardo: “XLaw nasce a valle di uno studio criminologico, cominciato nel momento in cui, in qualità di responsabile delle strategie di controllo del territorio della questura di Napoli, mi sono reso conto che quella che veniva sdoganata come prevenzione in realtà non lo era. Eravamo sempre noi a dover rincorrere i ladri, e questo comportava frustrazione. Così mi sono reso conto che bisognava agire anticipatamente”. “Con lo studio criminologico – continua l’ispettore – sono riuscito a dimostrare che alcuni reati, i cosiddetti ‘predatori’ (furti, scippi, rapine, truffe), sono prevedibili. Questo perchè a chi fa questo lavoro non basta compiere un furto o una rapina, ma è costretto a farne una serie, e di conseguenza a svolgere più volte le stesse azioni. Bisogna tener conto anche della strategia: i criminali sceglieranno sempre un luogo ricco di possibili ‘prede’, con numerose vie di fuga e copertura criminale nel territorio; e si creano così quelle che io definisco ‘riserve di caccia’“.

UN NUOVO CONCETTO DI PREVENZIONE- Ventidue anni fa, quando il giovane poliziotto pensò a questo nuovo modo di ragionare e fare strategia, si iniziò a parlare di qualcosa mai sentito prima, almeno in Italia. Il progetto per il suo sviluppo ha richiesto la consulenza di due Università: la Federico II’ e la ‘Parthenope’ di Napoli. L’ispettore ha lavorato in particolare con il professor Giacomo Di Gennaro, professore di sociologia e autore del master in criminologia della Federico II; e con il professor Riccardo Marselli della facoltà di economia della Parthenope. “Inizialmente ho lavorato molto da solo, è stato più che altro nella verifica dei risultati che ho dovuto rivolgermi a terze parti” spiega infatti Lombardo. Dagli studi “ci siamo accorti che in oltre trent’anni a Napoli i crimini avvenivano sempre nelle stesse zone, – continua Lombardo- e non in maniera casuale come pensavamo prima. C’erano zone in cui, ad esempio, non ce n’era stato nemmeno uno. Abbiamo iniziato a fare delle prove mettendo delle Volanti nelle zone evidenziate. Nel corso di 4 anni abbiamo ricavato un’importantissima informazione: chi non poteva mettere a segno il colpo in una certa zona a causa della presenza della Polizia, non andava poi a ritentare in altra zona, preferiva non agire.” Questo perchè, come spiega l’ispettore, trattandosi di reati predatori, il ‘bottino’ di un solo colpo (che sia un borseggio o un furto) da poche centinaia di euro, non vale mai il rischio dell’arresto. Ciò si ripete per più giorni, fino al momento in cui il criminale è costretto ad ingegnarsi e trovare un’altra soluzione. “Quando il criminale si rende si è persa la ‘riserva di caccia’, – spiega l’inventore di XLaw- il ladro tenta di spostarsi ma è più vulnerabile. Se prima faceva 20 colpi al mese, adesso ne fa 7 o 8. Attraverso un procedimento euristico il software va alla ricerca di elenchi criminali che appartengono a dei modelli criminali, che si ripetono regolarmente nel tempo e nello spazio”.

L’ANALISI SU TRE LIVELLI- Come lavora Xlaw? Il software utilizzato da poco dalla Questura di Parma, viene spiegato nel dettaglio dal Commissario Capo, Federico Mastorci: “Questo software ha sostanzialmente 3 livelli: il primo è la base, cioè il tessuto socio-economico di Parma composto da diversi dati: dagli orari di arrivo/partenze dei treni, da dove arrivano quei treni, quali sono gli orari di apertura chiusura dei centri commerciali, delle farmacie, dove si trovano le farmacie, quali sono gli snodi particolari di entrata uscita dalla città, quali sono i parchi cittadini, a che orari rimangono aperti, ecc… Una volta disegnato questo primo strato si può capire come si svolge la vita quotidiana di Parma. Nel secondo livello invece vengono inserite le informazioni che derivano dalle denunce arrivate in Questura. Il terzo strato comprende le informazioni che arrivano dalle attività delle volanti sul territorio, quindi le annotazioni e tutti gli altri atti di polizia giudiziaria, amministrativa derivati dalle volanti nell’arco delle ventiquattro ore”.

VANTAGGI OPERATIVI E RISULTATI– Una volta chiarito come il software arrivi ad elaborare le sue previsioni, risulta naturale chiedersi quanto esse siano realmente affidabili. I dati raccolti fino ad ora nelle città in cui Xlaw è attivo- come Modena, Venezia, Prato, Napoli e ovviamente Parma- restituiscono un alto livello di efficacia predittiva. Secondo i dati ufficiali forniti dalla Questura di Parma infatti, l’attendibilità delle previsioni oscilla ad oggi tra l’87 e il 97 %. Il programma consegna quotidianamente in output un lavoro di previsione del rischio criminale predatorio futuro, e l’attendibilità viene poi verificata sulla base degli eventi che accadono successivamente. “Durante i test di utilizzo del software, i risultati sono stati ottimi: – spiega il commissario Mastorci- c’è stato un aumento degli arresti in flagranza e c’è stata una diminuzione dei reati predatori. Il programma in realtà ci segnala anche altri fenomeni come quello delle truffe agli anziani o lo spaccio di sostanze stupefacenti, si tratta comunque di reati da strada”.

Dall’introduzione di XLaw in queste città emerge un aumento di arresti in flagrante e conseguenti denunce, ma grazie al suo utilizzo ci sono vantaggi anche di altro genere, “il software permette infatti un miglior impiego dei mezzi e delle risorse disponibili, rendendo anche meno stressante il lavoro degli agenti sul campo. – continua il commissario Mastorci- Non c’è più bisogno che le Volanti girino per 150 chilometri su tutta Parma, è sufficiente che l’operatore faccia 20/30 chilometri per garantire la presenza sul territorio nel luogo e all’ora in cui il sistema segnala che avverrà un reato”. Riducendo così  usura dei mezzi e affaticamento psico-fisico dell’operatore che sta in strada, che passerà dunque meno tempo in malattia, e potrà essere più sereno e prestante. Anche l’ispettore Lombardo insiste su questo aspetto: “Immaginate un poliziotto che in un giorno di lavoro deve stare in macchina per sei ore e percorrere alla cieca 180 chilometri. Dall’altra parte c’è un agente che deve invece fare 23/24 minuti in auto perché sa già dove recarsi e a che ora. Abbiamo notato che si sono ridotte le ore di malattia, un poliziotto in un anno faceva in media 15 giorni di malattia, qui a Napoli si sono ridotti a 7″.

Il programma inoltre non necessita di una particolare formazione tecnica per poter essere usato dagli agenti, essendo caratterizzato da un’interfaccia molto intuitiva. Importante sottolineare tuttavia che, seppur Xlaw possa realmente facilitare il lavoro della Polizia e fornire un aiuto concreto, le attività e le competenze degli operatori sul campo continuano ad essere determinanti. “Non dobbiamo pensare che questo programma sia una panacea risolutiva di tutti i mali – sottolinea il commissario Mastorci- Xlaw rappresenta un valido aiuto, ma le intuizioni e le capacità degli agenti rimangono di fondamentale importanza, e non possono essere sostituite“. Dello stesso parere anche l’ideatore Elia Lombardo: “Il reato zero non esiste, fin quando ci saranno gli uomini purtroppo ci saranno anche i reati. Io dico sempre ai miei uomini che rendere le città degli Eden sarebbe impossibile. Però due borseggi oggi, una rapina domani, alla fine dell’anno si ottengono grandi risultati“.

XLAW è in uso solo alla Polizia che in virtù del Piano coordinato controllo del territorio non opera tutti i giorni su tutti i quadranti cittadini

LA RIVOLUZIONE P-CRIME–  Xlaw dunque, pur non essendo l’unico software di polizia predittiva presente in Italia, sembra essere portatore di un nuovo modello di prevenzione, una sorta di sicurezza 2.0. Questo proprio perché, a differenziare il progetto dell’ispettore Lombardo, come racconta egli stesso, è un totale capovolgimento dei ruoli tradizionali che si instaurano tra poliziotto e criminale, sulla base di veri e propri principi matematici. L’ispettore racconta infatti come, durante gli studi che lo hanno portato alla creazione di Xlaw, si sia avvicinato alla ‘Teoria dei giochi‘, una disciplina matematica che studia le interazioni tra soggetti, utilizzata soprattutto in ambito economico. Ma parlando di sicurezza, sempre secondo la teoria, “in genere è il ladro a dare inizio alla partita, perché  rispetto al poliziotto detiene un patrimonio, quello informativo. Il ladro conosce infatti la preda, il target, il luogo e soprattutto conosce il nemico”. Nella  ‘Teoria dei Giochi’, tuttavia, è possibile passare da ‘follower’ a ‘leader’, a condizione che si riescano ad ottenere più informazioni rispetto all’avversario. Ed è proprio qui che entra in scena XLaw, un sistema che consente di sapere in anticipo alcune cose determinanti per la partita a vantaggio, questa volta, della guardia.

Un altro aspetto fondamentale in questo processo è quello della valutazione del rischio. Per tenere monitorato questo, l’ispettore Lombardo ha introdotto all’interno del sistema una formula apposita: l’indice di pressione criminale, detto P-Crime. “Di tutto lo studio, l’invenzione del P-Crime è la parte che più mi rende orgoglioso. – confessa l’inventore- Chi fa prevenzione dovrebbe valutare il rischio, ma in genere ci si concentra sul danno, perché è un dato più facile da reperire, mentre la probabilità che un crimine si verifichi è qualcosa di aleatorio, più difficile da quantificare: il P-Crime consente invece di calcolare questa probabilità. Spero che il P-Crime possa diventare in futuro un dato nazionale – continua l’ispettore – oggi si usano statische, che spesso non risultano tuttavia essere così affidabili”. Secondo Lombardo, siamo di fronte ad una vera e propria “rivoluzione copernicana” nell’ambito della prevenzione criminale: “Penso che in Italia la parola ‘sicurezza’ sia depauperata di significato, dice tutto e non dice niente, è una parola un po’ vuota. Per questo ho voluto dare una definizione a questa nuova modalità operativa, l’ho chiamata ‘Sicurezza 4P‘: prevenzione, precisione, proattività, partecipazione”.

 

di Gabriele Sani e Daniele Gippetto

 

 

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