Pubblicità o poca astuzia

LA BUFERA DEL MASCHILISMO

Farsi conoscere attraverso frasi sessiste sembra essere la nuova moda. Nascondere il proprio maschilismo dietro un pensiero che sappiamo avrà sèguito – che non va di pari passo con ciò che è giusto – sembra essere indispensabile nel proprio curriculum. Nel giro di una settimana sono tre i casi in cui la figura della donna viene pubblicamente attaccata ed offesa. L’opinione del gentil sesso non sarà di certo ben accetta da un uomo che ha un pensiero (politico) differente. Se ad accompagnare il tutto c’è anche quel branco di leoni e leonesse da tastiera a far da spalla, diventa facile sentirsi forti ed imbattibili. Tutti grandi quando ci si ritrova a pensare alle donne degli altri, ma questi uomini pensano mai alle proprie madri, sorelle, compagne, figlie? Come reagirebbero se ci si rivolgesse così a loro?

Ci sarebbe da chiederlo a chi pubblica frasi volgari rivolte ad una cantante che sul suo palco, durante un suo concerto, ha lanciato un messaggio – condivisibile o meno – ai suoi fans magari anche cercando approvazione. A chi, durante un’intervista seppure informale come richiede il format del programma per cui lavora, fa domande poco consone ad una madre davanti al proprio figlio, sfociando in doppi sensi sgradevoli. O ancora, ci sarebbe da chiederlo a chi parlando di tattiche calcistiche ha commesso il grave errore di generalizzare ed iperbolizzare un concetto che fa acqua da tutte le parti. Delle tattiche calcistiche le donne non devono parlare, dei porti e dei migranti le donne non possono parlare.

Vogliamo vedere che aveva ragione lo scrittore e corsivista Camillo Langone nell’affermare che bisogna togliere i libri alle donne cosicché possano tornare a far figli? Costui ha in seguito affermato di non aver mai detto questa frase sostenendo si parlasse di natalità e statistiche in quell’intervista che fu, poi, travisata. Ma tutti questi uomini che parlano su reti nazionali in orari di punta o scrivono su siti web seguiti da innumerevoli persone, quanta furbizia hanno in senno? Saranno state travisate anche le loro parole forse.

Cerchiamo di pensare che sia una strategia piuttosto che una forma di sessismo, soprattutto perché da un rinomato calciatore e da un politico che dovrebbe incarnare un minimo il rappresentante del popolo, proprio non ce lo si aspetterebbe. Sorge allor dunque spontanea la domanda su chi dovrebbe leggere di più. Sebbene adesso, anche i più giovani e coloro che non seguono la politica, hanno dato un nome ed un volto a quelle frasi infelici, qual è il limite che occorre aspettare prima di poter dire basta? Come può una donna essere considerata degna di rispetto finché su una rete nazionale si lascia passare il messaggio che non debba esprimersi a torto o ragione su un tema particolare? Anche gli uomini allo stesso modo non sempre parlano di scienze esatte ed il loro parere viene comunque sempre rispettato, perché allora non si generalizza dicendo che gli uomini fanno rabbrividire quando parlano di danza?

Andando per stereotipi s’intenda, dato che è da qui che muove il maschilismo, esiste Roberto Bolle, una figura maschile perfettamente e meritatamente associata alla danza. Allora perché non può esistere una donna che parli di tattiche sportive e calcistiche? Rita Guarino, allenatrice della squadra femminile della Juventus non potrebbe esprimersi, così come non potrebbero esprimersi le giovani ragazze della squadra femminile della nostra piccola realtà parmigiana che ci hanno resi tanto orgogliosi. In televisione abbiamo visto che un uomo ha, purtroppo o per fortuna, sin troppa libertà di parola, allora perché durante un proprio concerto, sul proprio palco, una cantante non può sposare un pensiero politico senza essere attaccata in modo volgare in quanto donna?

Probabilmente sono troppi gli interrogativi che non otterranno risposta, ma il punto di riflessione è proprio questo. In un periodo in cui casi di femminicidi e violenze sono all’ordine del giorno, un uomo con una certa notorietà ha la responsabilità di educare ed essere di buon esempio perché, ammesso che si tratti della strategia ‘bene o male purché se ne parli’, è bene sapere che soprattutto se a parlar con rispetto delle donne è un uomo con un’importante carriera passata o presente, questo verrà apprezzato anche in futuro.

Andrebbero presi d’esempio uomini del calibro di Barack Obama che annunciò la sua volontà di lottare per combattere le disuguaglianze di genere, o il Prince Harry che in uno degli eventi a cui partecipò affermò la necessità di riconoscere i diritti delle donne affinché loro, sentendosi rispettate, possano migliorare la vita di tutti partendo dalle proprie famiglie, aggiungendo in seguito, che gli uomini debbano mostrare alle donne il rispetto che meritano. Discorsi che accomunano anche attori di fama internazionale come Mark Ruffalo, conosciuto come l’interprete del gigante verde Hulk, e Will Smith che da sempre lotta affinché la donna si senta libera di vivere senza il costante timore di essere giudicata in quanto “il suo corpo, il suo spirito e la sua mente sono soltanto suoi”.

di Desiree Vitucci

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