L’università di Parma diventa socia di FVR, parla Carlo Lucarelli

L'ATENEO PARMIGIANO OSPITA L'EVENTO "DOPO LA VIOLENZA", CON L'INTERVENTO DELLO SCRITTORE CARLO LUCARELLI, PRESIDENTE DELLA FONDAZIONE EMILIANO-ROMAGNOLA PER LE VITTIME DI REATI.


Mercoledì 13 Marzo, presso l’aula Magna dell’Università, l’ateneo e la Fondazione emiliano-romagnola per le vittime dei reati hanno presentato l’incontro ‘Dopo la violenza’. L’evento è stato occasione di lancio della nuova collaborazione tra la nostra università e la Fondazione presieduta da Carlo Lucarelli. All’incontro hanno preso parte il Pro Rettore con delega per la Terza Missione Fabrizio Storti, la professoressa di sociologia giuridica Chiara Scivoletto, promotrice della partnership Unipr-FVR, il Rettore Paolo Andrei e la direttrice della Fondazione Elena Buccoliero, accompagnata dal Presidente Lucarelli.

Foto di Ufficio Stampa Unipr

Al centro del dibattito il tema della vittima: come ha sottolineato la professoressa Scivoletto, oggi viviamo nel ‘tempo della vittima’, un momento storico diffusosi solo dopo la seconda Guerra Mondiale, quando si comincia a dare un nuovo volto a chi ha subito reato. Solo recentemente è stato, dunque, ripensato il rapporto tra la vittima e l’altro: non esiste infatti vittima esterna al contesto relazionale.

Un primo passo per cambiare il modo di vedere chi è stato oggetto di reato è quello di evitare la neutralizzazione della vittima, ossia la tendenza a non considerare più come tale chi è ormai stato risarcito del danno subito. Condividendo questo stesso spirito, nel 2016 una normativa europea ha imposto che la vittima riceva il giusto supporto dalle istituzioni competenti del proprio Stato, nel tentativo di tener conto del vissuto della persona oltre che del reato. Nonostante l’Italia abbia ratificato tale normativa, il Paese resta comunque indietro nell’erogazione dei servizi. È  proprio nel tentativo di colmare queste lacune statali che nel 2004 è nata la Fondazione emiliano-romagnola per le vittime dei reati. Come spiega il presidente Carlo Lucarelli, la Fondazione riveste un vero e proprio ruolo sociale, cercando di ricucire lo strappo aperto da un reato.

L’esperienza come presidente di FVR, ha portato il giallista Lucarelli a superare la logica stessa del giallo: il crimine non si estingue con la chiusura del triangolo ‘vittima-colpevole-detective’ , ma è proprio dopo la risoluzione del caso che si innesca una reazione a catena in grado di trascinare le vittime in un limbo. A tal proposito Lucarelli, dando dimostrazione della sua capacità narrativa, ha portato come esempio uno dei casi seguiti dalla Fondazione. Il presidente ha raccontato la vicenda di due gemellini di Cattolica con tendenze aggressive a scuola. Quelli che sembravano solo due bambini violenti, si sono rivelati diretti spettatori dell’omicidio-suicidio dei genitori. In questo caso, l’assenza di indagini, secondo Lucarelli, contribuisce a diffondere l’errata convinzione che il danno provocato dall’atto violento finisca lì.

Al contrario, ed è qui che entra in gioco la Fondazione,  chi è vittima di reato è anche ‘chi fa richiesta di diritto’, come sottolineava la Scivoletto. È dunque importante che esistano supporti concreti post-reato, come quelli che FVR cerca di fornire anche grazie alle numerose donazioni.

Oggi la Fondazione rappresenta ancora l’unico esperimento di questo tipo sul territorio nazionale, ma la speranza è che FVR diventi un modello trainante per le altre regioni. In questo modo si potrebbe dar vita, nella migliore delle ipotesi, a un coordinamento intraregionale sul territorio. Qualche scintilla dal basso, però, c’è già: si tratta della rete Dafne Italia, “un servizio specifico, pubblico e gratuito per l’assistenza alle persone vittime di reato”.

Spesso queste iniziative nascono proprio da una carenza istituzionale. L’auspicio è allora quello che lo Stato assuma più responsabilmente l’incarico di offrire sostegno alle vittime di reato; un sostegno che vada al di là del semplice risarcimento.

di Bianca Trombelli e Martina Santi

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