C’era una volta a Hollywood: il 1969 di Tarantino

IL REGISTA DI KNOXVILLE TORNA AL CINEMA CON UN CAST STELLARE

Iconico, esagerato, irriverente, mai scontato, in due parole: Quentin Tarantino. Il regista di Pulp Fiction torna sul grande schermo con il suo nono film ‘C’era una volta a Hollywood‘ (Once upon a time in Hollywood).
La vicenda, ambientata nella Los Angeles del 1969, vede protagonisti un attore in declino e il suo stuntman e amico, che non si sentono più parte del sistema cinematografico hollywoodiano, ormai in radicale cambiamento rispetto al passato. I due cercano così di resistere e di continuare a cavalcare l’onda per non finire nel dimenticatoio.
Fondamentale è il contesto storico in cui si sviluppano gli avvenimenti, ovvero il 1969. È l’anno degli efferati omicidi della Family, la setta dei seguaci di Charles Manson, colpevoli della strage di Cielo Drive, a Bal Air. Tra le stette vittime anche l’attrice Sharon Tate, moglie del regista Roman Polanski, uccisa all’ottavo mese di gravidanza. Nel film, è proprio la figura di Sharon Tate che si intreccia con le storie dei due protagonisti.
Per questa nuova fatica Tarantino ha pensato bene di circondarsi di attori di primissimo livello, che formano un cast stellare, anche nei ruoli secondari. I due protagonisti sono interpretati da Leonardo Di Caprio (l’attore Rick Dalton) e Brad Pitt (lo stuntman Cliff Booth), mentre la bellissima Margot Robbie veste i panni di Sharon Tate.
Oltre a loro, la pellicola conta la partecipazione di Al Pacino, Tim Roth, Damian Lewis (nel ruolo di Steve McQueen), Dakota Fanning, Kurt Russel, Michael Madsen, Bruce Dern, Mike Moh (Bruce Lee nel film) e Damon Herriman (che impersona Charles Manson). C’era una volta a Hollywood vanta anche l’ultima apparizione di Luke Perry, prematuramente scomparso nelle scorse settimane.

Come già successo per Bastardi senza gloria, anche questa volta Quentin Tarantino mischia realtà e finzione, confermando la sua fama di regista visionario. Inoltre, lo stesso Di Caprio si è spinto oltre definendo questa come la miglior sceneggiatura scritta dal regista.
Se l’ambientazione della storia, ovvero Los Angeles, è la stessa di Pulp Fiction e Jackie Brown, per quanto riguarda il set i fan più attenti hanno subito intuito che si tratti dello stesso di Django Unchained. Infatti all’uscita del trailer di C’era una volta a Hollywood, in molti hanno riconosciuto, nella prima scena, le stesse costruzioni già incontrate nel film del 2012. Insomma, sembra proprio che Tarantino abbia deciso di citare sé stesso, cosa che non avrebbe nemmeno nulla di incredibile.
Questione di scelte. Come quella di affidare la distribuzione del nuovo progetto alla Sony Pictures, dopo l’abbandono dell’ormai ex abituale producer Harvey Weinstein, travolto dalla vicenda #metoo. Questa scelta porta con sé anche delle importanti clausole a favore di Tarantino: un budget di 95 milioni di dollari, il montaggio finale (“final cut” in gergo cinematografico) e il 25% dell’incasso lordo e dei diritti sul film per 10 o 20 anni.
Un bel po’ di carne al fuoco che fa crescere ulteriormente l’attesa e l’ansia degli ammiratori del regista, pronti a riversarsi nelle sale cinematografiche (dal 26 luglio negli Usa e dal 19 settembre in Italia) per ammirare quello che tutti si augurano sia un ennesimo capolavoro.

di Loris Forti

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