#Scrivimussolini? No, mai più

CAIO GIULIO CESARE MUSSOLINI, PRONIPOTE DEL DUCE, SI PRESENTERÀ ALLE ELEZIONI EUROPEE COME CANDIDATO PER FRATELLI D'ITALIA

Foto di: Lacnews24

“Un professionista, un militare, un patriota” così Giorgia Meloni definisce il nuovo, freschissimo acquisto di Fratelli d’Italia. Ha 50 anni, è stato ufficiale della Marina, dirigente di Finmeccanica. È nato in Argentina, ha vissuto in Venezuela e ad Abu Dhabi. Ora però torna in patria per debuttare in politica e difendere sovranità, Paese e famiglia. Sembrerebbe un qualsiasi uomo in carriera, giramondo e destroide. E invece no. O meglio, magari lo è, ma di certo non è un destroide qualsiasi: il suo nome è Caio Giulio Cesare Mussolini ed è il pronipote del Mussolini per eccellenza.

Povero bambino, chissà che infanzia. Un nome, una condanna: ‘Caio Giulio Cesare’. O bullo o bullizzato, senza alternative. Il mito dell’Impero romano avrà continuato a influenzare la famiglia anche dopo il Ventennio, però…un po’ di contegno! Certo è che portare il nome di un grande generale non è per tutti e, non potendo più conquistare la Gallia, l’intraprendente Caio Giulio punta ora a tutta l’Europa. Mussolini infatti debutta in politica – ed è subito ‘prima metà del Novecento’ – con il partito della Meloni, sperando di poter ottenere un posto a Strasburgo.

Si candida al Sud e per il Sud, ha servito per anni l’Italia – dice – e ora vuole servire l’Europa. È intraprendente, entusiasta. Comincia benissimo anche presenziando a eventi pubblici nazionali, come il Congresso di Verona. Un evento pubblico a caso, insomma. Il signor Mussolini, però, ha fatto carriera e ci tiene a sottolinearlo. Il fascismo è un periodo chiuso, aveva detto. Meglio puntare sul curriculum che sul cognome, dunque.

A tal proposito, allora, un dubbio: se la storia del cognome ‘Mussolini’ non fosse stata oggetto della campagna elettorale del candidato per Fratelli d’Italia, non sarebbe stato forse meglio evitare quella mitragliata di messaggi subliminali fascistoidi? Non è stata esattamente una scelta d’avanguardia presentare il pronipote di Mussolini davanti al Colosseo quadrato – opera voluta dal Regime – se l’intento era quello di allontanare il nuovo Giulio Cesare dal famigerato bisnonno. Idem per i cartelloni pubblicitari. Lo slogan scelto è “La storia, il futuro, l’Italia”: tolto il fatto che sembra provenire da Littorialand, questa strategia comunicativa associa la parola ‘storia’ al nome ‘Mussolini’ – che campeggia a caratteri cubitali poco più sotto. Quale cittadino dotato almeno di una consapevolezza storica minima, non farebbe un collegamento immediato con l’epoca di Benito? Collegamento che viene incentivato, per altro, dal font usato per il motto. L’istituto LUCE sarebbe fiero. Difficile credere che siano tutte leggerezze, cadute di stile. Più accattivante pensare invece che, in fondo, essere pronipote del Duce porti all’ultimo Mussolini proprio la visibilità di cui ha bisogno.

Non è di certo candidato con LeU, è vero, ma forse l’aura fascista che aleggia intorno al nuovo protagonista dei dibattiti Twitter è più studiata che sentita. Si fosse chiamato Marco Brambilla, nessuno si sarebbe accorto di lui. Ma già che la natura – o meglio, la cattiveria parentale – gli ha assegnato un nome che da solo si dà un sacco di importanza, sarebbe ingenuo non approfittarsene un po’. In questi tempi veloci e social fondamentale è parlare, non importa se bene o male. E allora, il candidato di FdI si è auto sponsorizzato rievocando proprio quel peso storico e familiare da cui vorrebbe rendersi indipendente. Visto, intraprendete lo è davvero. C’è solo da sperare che non si trovi troppo comodo con la camicia nera che si sta repentinamente calando sulle spalle.

Detto ciò, a prescindere dal fatto che egli sia solo l’uomo con il cognome sbagliato nel partito giusto o un pericoloso e sgradevole nostalgico, resta certamente un fatto. Considerando il crescente sentimento di estrema destra che va diffondendosi in tutta Europa, la candidatura di un membro della famiglia Mussolini alle elezioni europee dà un messaggio forte e chiaro agli esteri: l’Italia della destra c’è, perfino di quella destra che eravamo abituati a pensare come morta.

Giorgia Meloni intanto, dopo aver candidato Caio Giulio per il suo partito, ha condiviso su Twitter un video in cui accusa il “giornalismo di sinistra” di vedere un “fascismo stagionale” solo in periodo elettorale. Non si fa mancare niente la leader di FdI. Questa volta, però, non c’entra il punto: il fascismo non lo si vuole vedere proprio più, che sia stagionale, a zone o a pois. Anche perché, diciamocelo, non è esattamente un bello spettacolo.

di Bianca Trombelli

 

 

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