Dal ’46 al ’61: l’Italia ‘sorpassa’ la miseria della guerra
IN MOSTRA A PALAZZO DEL GOVERNATORE GLI SCATTI TESTIMONI DEL PAESE NEL BOOM ECONOMICO
“Nessuno, ripeto nessuno, che non abbia vissuto quegli anni può nemmeno pallidissimamente immaginarli. Non era la censura dei censori, delle leggi… era tutta una società, era tutto un costume. Per i manifesti dei film le discussioni con il disegnatore erano infinite. ‘Tira più su, tira più giù… leva che è troppo!'”.
Ad accompagnare le fotografie esposte a Palazzo del Governatore, a Parma, tra le altre, c’è questa citazione di Rodolfo Sonego, sceneggiatore de ‘Il seduttore’ e ‘Il moralista’. Un racconto sugli anni che vanno dal dopoguerra al boom economico italiano, evocativo quanto le immagini esposte alla mostra ‘Il sorpasso. Quando l’Italia si mise a correre, 1946 – 1961’. Le fotografie saranno visibili fino al 5 maggio, e testimoniano un periodo storico che andava di corsa, proprio come Bruno Cortona al volante della sua Lancia Aurelia nel film di Dino Risi.
IL PERIODO STORICO – Nel ’45, l’Italia è un Paese distrutto e diviso che cerca di rinascere tra le macerie lasciate dalla guerra. Grande è la voglia di vivere e costruire, di voltare pagina. In pochi anni si assiste ad uno sviluppo economico senza precedenti: nel 1950 si torna a un livello di reddito anteguerra, il PIL cresce con rapidità e presto il numero di esportazioni supererà quello delle importazioni. Anche il mondo delle costruzioni è in costante movimento: dai primi grattacieli all’Autostrada del Sole, simbolo del boom economico italiano, completata nel ’64. Nel frattempo, la televisione e l’automobile, il flipper e il juke-box sono al centro della scena. C’è voglia di divertirsi, di rifarsi delle mancanze sentite fino a pochi anni prima, si cerca di recuperare il tempo perduto attraverso un consumismo sfrenato.
LA MOSTRA – L’esposizione ‘Il sorpasso. Quando l’Italia si mise a correre, 1946 – 1961’, è organizzata dall’Istituto Luce – Cinecittà ed è promossa dall’assessorato alla Cultura del Comune di Parma, in collaborazione con lo CSAC, il Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma. Dal 16 marzo 2019 arriva a Parma, dopo essere stata in esposizione al museo di Roma a Palazzo Braschi. I curatori sono Enrico Menduni e Gabriele D’Autilia. Le fotografie di Gianni Berengo Gardin, Fulvio Roiter, Cecilia Mangini e altri, svelano ciò che uno sguardo superficiale faticherebbe a cogliere: dietro alle insegne luminose, alle pubblicità colorate della Coca-Cola, al trambusto generale di quegli anni si nascondono le contraddizioni, le bruttezze, i lati più scuri, che pure li caratterizzano. Le immagini ci mostrano operai che lavorano in condizioni pericolose rischiando la vita all’insegna del progresso, file di casermoni che sorgono senza badare alla bellezza del paesaggio, aree verdi sacrificate e ingorghi stradali provocati dalla motorizzazione privata. Il benessere, più che diffuso, è annunciato dalla pubblicità. Stupisce la fotografia scattata in una scuola elementare dove la lezione viene interrotta per promuovere la Coca-Cola; la maestra confinata in un angolo.
Da altri scatti si nota che c’è chi può permettersi di viaggiare a bordo del ‘Settebello’, l’elettrotreno di lusso costruito nel ’52, chi invece condivide uno stanzone con la famiglia numerosa, in qualche rovina adibita a casa popolare. Non manca poi la testimonianza dell’elettroshock, che in quegli anni veniva ancora praticato, soprattutto nei manicomi, né quella delle cosiddette ‘case chiuse’, le case di tolleranza attive fino al 1958, quando vennero abolite dalla legge Merlin.
IL FILM – Il titolo della mostra è un richiamo all’omonimo film di Dino Risi girato nei primi anni 60: ‘Il sorpasso’. Il protagonista, Bruno Cortona, si ritrova il giorno di Ferragosto senza sigarette e senza nulla da fare. Roma è deserta, tutti hanno abbandonato la città per divertirsi al mare o a qualche festa improvvisata. Bruno, vivace, agitato, sembra non riuscire a sopportare la lentezza, la noia. Dopo aver incontrato uno studente di giurisprudenza, Roberto, lo invita a fargli compagnia. I due viaggeranno da Roma a Castiglioncello, ad alta velocità, superando chiunque e fermandosi per varie tappe occasionali e incontri casuali. Ogni scena del cult con Vittorio Gassman di cui i fili conduttori sono la strada e la corsa riproduce il miracolo economico di quegli anni. La colonna sonora, le sigarette sempre accese, le automobili, le acconciature cotonate, l’esuberanza del protagonista: tutto ci riporta allo spirito di quei tempi. Fino a quando, durante l’ultimo incosciente sorpasso sfrecciando verso Viareggio, tutto quel correre porta inevitabilmente allo schianto finale.
di Eva Skabar
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